In uscita il 6 maggio in oltre 700 sale italiane, Le crociate è stato presentato oggi alla stampa romana in presenza del regista Ridley Scott e della splendida interprete Eva Green.
Mr Scott, il suo film è forse un pretesto per raccontare un po' anche il mondo che viviamo oggi, le sue guerre?
Ridley Scott: Anche se raccontiamo una storia di mille anni fa è evidente che si possono trovare alcune analogie con fatti di attualità, con quello che accade ancora oggi in Medio Oriente. La cosa interessante è che ne viene che dalla Storia non abbiamo imparato nulla, ma continuiamo a ripetere gli stessi errori.
Eppure in alcuni momenti il suo film sembra molto "politically correct", soprattutto per quanto riguarda questa ideale convivenza tra culture e religioni così diverse tra loro.
Ridley Scott: Ormai tutto è "politically correct" e infatti oggi dietro alle idea delle crociate vi è quasi una concezione romantica, quando sappiamo che sono stato un periodo di grandi atrocità. Il vero messaggio del film non è solo relativo a quest'uomo alla ricerca della propria fede, di qualcosa che possa dare un significato alla sua vita. Con l'arrivo in scena dei Saraceni, e quindi degli antagonisti, è evidente che qualcosa cambia, il discorso si amplia e parla di tolleranza tra religioni e ideologie diverse, di rispetto per quelle altrui. Ecco, questo secondo me è il vero significato del proteggere la propria fede, avere innanzitutto rispetto per quelle altrui. E non è una caso che nel finale del film ognuna delle sue culture, quella europea e quella musulmana, abbia imparato qualcosa dall'altra.
E qual è la sua personalissima idea riguardo le religioni e la fede?
Ridley Scott: Mi considero un agnostico, provengo da una famiglia protestante in cui io ero costretto ad andare a messa ogni domenica, mentre mie padre al massimo ci faceva capolino perché riteneva di avere una bella voce nel cantare. Anche il protagonista del film dubita della propria fede, e in questo credo che rappresenti gran parte della nostra società. Credo però che qualcosa stia cambiando, credo sia possibile un ritorno alla di ideali e valori, soprattutto da parte dei giovani. Ho seguiti ovviamente i funerali del Papa e ho notato con stupore e piacere che l'età media dei presenti a Roma era molto bassa.
Quali sono state le difficoltà nel girare? E' soddisfatto del risultato ottenuto visivamente?
Ridley Scott: Penso di imparare qualcosa di nuovo e di crescere ad ogni film, se così non fosse probabilmente avrei già smesso. Le difficoltà ci sono state, ma personalmente credo che gli elementi naturali non possano che rendere tutto il film più realistico e quindi migliore. Devo dire però che il Mistral, il vento del deserto, è stato un tormento: solitamente soffia fino alla seconda settimana di maggio, durante la lavorazione del film però non ha mai smesso fino a giugno inoltrato. C'è da dire che gli attori sono stati straordinari, in particolare Eva non si è mai lamentata anche quando le chiedevo le cose più assurde.
Eva Green: Ho dovuto imparare di nuovo ad andare a cavallo, avevo preso lezioni da bambina e mi ero promessa di non farlo mai più. Per fortuna il mio cavallo era vecchio e docile e le cose sono andate per il meglio. Poi durante le riprese in Spagna faceva molto freddo, decisamente meglio in Marocco, recitare col caldo mi ha permesso di entrare molto meglio nella parte. Il vento Mistral, si, era molto fastidioso a tratti, ma per Ridely questo ed altro.
Eva, cosa pensi di questo personaggio così inusuale per l'epoca?
Eva Green: E' uno di quei personaggi che non capitano spesso, mi sono innamorata del ruolo fin dalla prima lettura delle sceneggiatura. E' una donna che vive due vite, o perlomeno due aspetti molto differenti della stessa vita:in quanto regina deve cercare di mantenere l'equilibrio tra le varie fazioni ma allo stesso tempo è anche una donna frustrata e triste, che trova in Balian l'amore che non ha mai conosciuto nel marito per cui non ha alcun rispetto e sentimento. E' anche un personaggio moderno, seduce l'uomo che desidera e rinuncia al suo ruolo di regina per essere indipendente ed essere solo se stessa.