Ridley Scott: viaggio attraverso alcune delle più "schiette" dichiarazioni del regista alla stampa

Ogni volta che un film di Ridley Scott esce in sala è festa grande, ma anche un momento per gustare le ben note dichiarazioni senza peli sulla lingua dell'autore.

Ridley Scott e Christian Bale sul set di Exodus: dei e re (2014)

Ogni volta che un film di Ridley Scott arriva nelle sale è un evento. D'altronde quando nel curriculum hai film come I duellanti, Alien, Blade Runner è normale che ogni lungometraggio diretto diventi un osservato speciale. Certo, è doveroso e lecito discutere anche animatamente circa la riuscita - o meno - delle ultime opere del leggendario regista inglese perché amare il cinema si basa anche su questo.

Gladiatore 2 Ridley Scott Paul Mescal
Sul set de Il gladiatore

Ma mettendo da parte le considerazioni estetiche e artistiche su questa o quella pellicola, come dicevamo nel prologo di questo pezzo, ogni lungometraggio diretto o anche prodotto da Sir Ridley Scott è qualcosa di "grande". Prendete anche il recente caso de Il gladiatore 2 che non si limita a essere il sequel di una delle opere più popolari e apprezzate del filmmaker.

Gladiatore 2 Paul Mescal
Una scena dal Gladiatore 2

È anche una produzione che ha alle spalle una macchina realizzativa colossale e che ha visto sfilare sui vari red carpet una sfilza di star capitanate da Denzel Washington e Pedro Pascal che non tutti possono di certo permettersi. Ma c'è anche un altro aspetto che "eventizza" ogni film di Ridley Scott. Le dichiarazioni senza peli sulla lingua che il regista regala alla stampa e al pubblico durante i press tour promozionali delle sue fatiche. Un evento nell'evento in pratica. E prendendo spunto dalle recenti voci sul bacio gay tagliato proprio dal Gladiatore 2, voci che Scott ha delicatamente etichettato come st°onzate, abbiamo deciso di ripercorrere alcune delle esternazioni più accese e colorite del regista.

Le polemiche per il whitewashing di Exodus: dei e re

Nel 2014, già da qualche mese prima che Exodus - Dei e Re arrivasse nelle sale, era cominciata a serpeggiare una polemica che poi, col debutto del kolossal biblico nelle sale, è deflagrata con irruenza. Parliamo delle accuse di whitewashing mosse nei riguardi del casting che vedeva nei panni dei due protagonisti, l'ebreo Mosè e l'egiziano Ramses, il gallese Christian Bale e l'australiano Joel Edgerton.

Exodus - Dei e Re: Ridley Scott in una foto dal set del film
Ridley Scott in azione sul set di Exodus

Chiacchierando con Variety a ridosso della release del lungometraggio, Ridley Scott illustrò con estremo pragmatismo la ragione per cui aveva ingaggiato gli attori citati (e non solo quelli). "Non posso realizzare una pellicola come _Exodus: Dei e Re, che fra le altre cose doveva anche fare affidamento sugli incentivi fiscali del governo spagnolo spiegando a una commissione apposita che 'Il mio protagonista è Mohammad Tal dei Tali che ha fatto questo e quello'. Non avremmo ricevuto alcun tipo di finanziamento. Quindi la questione non si è neanche ventilata"_. Evviva l'onestà!

Le decisioni sbagliate per Blade Runner 2049

Blade Runner 2049: Ridley Scott e Harrison Ford sul set
Blade Runner 2049: Ridley Scott e Harrison Ford sul set

Nel 2017 Blade Runner 2049 dava un seguito (non richiesto) alla storia della leggendaria pellicola del 1982. Un film, quello degli anni ottanta, che, a ragione, viene considerato come un capolavoro della storia del cinema. La seconda iterazione si è rivelata un tonfo capace di generare nel circuito theatrical un passivo di almeno 80 milioni di dollari. Il kolossal, come noto, ha visto Scott coinvolto come produttore e come collaboratore, non accreditato, della storia. Se, inizialmente, il regista ha addossato su di sé buona parte delle colpe del flop, accusandosi della lunghezza eccessiva del lungometraggio dovuta a svolte di trama che non aveva voluto sforbiciare, col passare del tempo ha rivisto la sua posizione.

L'anno scorso ha fatto chiaramente capire che se l'avesse diretto lui avrebbe fatto meglio di chi si è effettivamente seduto dietro alla macchina da presa, Denis Villeneuve, e di essersi pentito di aver diretto Alien: Covenant al posto di Blade Runner 2049. A Empire rivelava infatti che "Non dovevo prendere quella decisione (di dirigere Alien: Covenant, ndr.). Ma ho dovuto farlo, mentre avrei dovuto dirigere Blade Runner 2049".
Evviva l'onestà (parte 2)!

Il flop di The Last Duel? Colpa dei millennial, dei social e degli smartphone

Restando in tema flop, nel 2021, in piena pandemia, arrivava nelle sale The Last Duel, pellicola di Ridley Scott che aveva, come protagonisti Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer e Ben Affleck. Un budget di circa 100 milioni per un box-office globale di circa 30.

The Last Duel 1
Jodie Comer in The Last Duel

In un contesto storico, quello del 2021, che vedeva le finanze dei cinema ancora in rosso quando venivano proposti titoli che non fossero cinecomic, horror o cartoon della Illumination, in cui il pubblico degli over 50 stava ancora lontano da ambienti chiusi potenziali veicolo di contagio, Ridley Scott, ospite del podcast di Marc Maron, ha pensato bene di imputare le ragioni della debacle economica di The Last Duel incolpando i millennial, i telefoni cellulari e Facebook. Non sappiamo davvero da dove cominciare a smontare la posizione del regista, quindi ci limitiamo a un laconico "Ok boomer".

Le critiche della famiglia Gucci rispedite ai mittenti

Anche House of Gucci, la pellicola che racconta come Patrizia Reggiani (Lady Gaga nel film) abbia architettato l'omicidio di Maurizio Gucci (Adam Driver) è stata criticata per le scelte di casting dai diretti interessati, gli eredi Gucci. La pronipote di Guccio Gucci, Patrizia, aveva contestato nello specifico il fatto che fosse Al Pacino a interpretare Aldo Gucci. Suo nonno era un uomo bellissimo, alto, con gli occhi azzurri e molto elegante. E di sicuro Pacino è molte cose, tra le quali un sontuoso artista della scena, ma di sicuro non alto con gli occhi azzurri. Anzi, nel film appariva, a dire della Gucci, vergognosamente basso, grasso, con le basette e particolarmente brutto.

Ridley Scott ha accolto queste critiche col suo abituale fare conciliante al motto di "I membri della famiglia Gucci ci hanno fatto critiche che erano sorprendentemente offensive, dicevano che Al Pacino non rappresentava fisicamente Aldo Gucci in alcun modo" per poi aggiungere "ma francamente, come potrebbero essere rappresentati meglio di quanto fatto da Al Pacino? Siamo seri! Probabilmente avete i migliori attori al mondo che vi interpretano, dovreste considerarvi così dannatamente fortunati". It's time to take out the trash, in tutti i sensi.

I film di supereroi sono tutti noiosi, tranne "i suoi" e Joker

Alien: Covenant - Ridley Scott durante le riprese
Alien: Covenant - Ridley Scott durante le riprese

Last but not least chiudiamo con l'immancabile critica ai cinecomic che vede Ridley Scott dalla parte del "team Scorsese" per così dire. Durante la promozione di House of Gucci, Deadline gli chiese un parere sui cinecomic, un genere che reputa noioso da morire e dove, anzi, pensa di essere semmai stato lui a regalare al pubblico tre grandi esponenti. Alla testata spiegava che "Le sceneggiature di quelle pellicole non sono valide. Penso di aver diretto tre notevoli film di supereroi che erano scritti in maniera corretta: Alien con Sigourney Weaver, poi c'è il foXXXutissimo Gladiatore e anche Blade Runner con Harrison Ford". Secondo il regista quelli citati sono a tutti gli effetti film di supereroi, un genere che "viene salvato principalmente dagli effetti speciali ma che sta diventando noioso per chiunque lavori con i VFX, cosa che fai se hai i soldi per pagarli". L'unico cinecomic che salvava all'epoca era Joker di Todd Phillips. Che aveva come protagonista quel Joaquin Phoenix che aveva già diretto ne Il Gladiatore e che avrebbe nuovamente diretto in Napoleon. Magari era solo un caso.