Due sole puntate per Ridatemi mia moglie, la serie Sky Original disponibile sulla tv satellitare e su NOW il 13 e 20 settembre. Due come i suoi protagonisti Fabio De Luigi e Anita Caprioli, i membri della coppia in crisi che è cuore del racconto sviluppato da Alessandro Genovesi e Giovanni Bognetti. Attorno a loro, però, gravitano una serie di personaggi che si ritagliano il proprio spazio e arricchiscono la narrazione. Figure di contorno che funzionano in un lavoro di casting efficace, che ha coinvolto nomi di spicco dell'intrattenimento italiano come Diego Abatantuono e Carla Signoris, che danno vita ai genitori di Chiara, o Diana Del Bufalo e Alessandro Betti, rispettivamente confidenti di lei e lui.
La video intervista a Diego Abatantuono e Carla Signoris
Un prequel per capire
Una commedia, seppur romantica, deve far ridere. Ce l'ha detto Alessandro Genovesi nella nostra intervista agli autori. Ridatemi mia moglie lo fa anche grazie ai suoi comprimari, a cominciare da un Diego Abatantuono che si ritaglia il ruolo di non protagonista e per questo si è "affidato al regista, non avendo la visione d'insieme della storia", a differenza di quando è al centro del racconto. Dalla chiacchierata con lui e Carla Signoris è venuta fuori una suggestione interessante: "mi piacerebbe fare un prequel di questa storia" ci ha detto Abatantuono parlando del suo personaggio, Renato, e la sua passione per il genero interpretato da Fabio De Luigi, "per capire come sia nata l'ossessione per Giovanni". Uno spunto che ci ha permesso di approfondire se a lui e Carla Signoris piacerebbe tornare nei panni di questa coppia ormai navigata che ha imparato a sopportarsi, come ci ha raccontato l'attrice.
L'intesa sul set
Ma i due attori ci hanno parlato anche di una grande intesa tra i membri, un'atmosfera divertita e rilassata che si concretizzava anche tra un ciak e l'altro, nelle attese sul set. Una sensazione che ci è stata confermata anche da Diana Del Bufalo e Alessandro Betti, che hanno sottolineato questo aspetto della produzione di Ridatemi mia moglie, raccontando come si siano sentiti a loro agio e integrati in un gruppo di lavoro consolidato. A loro abbiamo chiesto come sono entrati a far parte del progetto e come si sono trovati nei rispettivi personaggi, ma anche di approfondire anche un'altra sensazione che ci ha lasciato la visione, ovvero che si sia trattato di una produzione più simile a un film di durata maggiore piuttosto che una serie vera e propria con le sue logiche narrative episodiche.