Ci ha lasciati pochi giorni fa, all'età di 91 anni, Richard Donner, uno dei registi più versatili di Hollywood, cineasta popolare capace di passare da un genere all'altro con estrema disinvoltura, facendosi un nome sul grande schermo con l'horror, firmando il primo capitolo della saga di Damien Thorn, per poi ideare quello che è l'antesignano di tutti i film di supereroi che esistono oggi, il Superman interpretato da Christopher Reeve. E da lì l'avventura ad altezza ragazzino con i Goonies, il fantasy romantico di Ladyhawke, e molto altro ancora. Instancabile, stava ancora lavorando a diversi ipotetici progetti, tra cui il più volte annunciato quinto episodio di Arma letale, e nel corso della sua carriera ci ha regalato vari momenti indimenticabili. Per l'occasione, abbiamo voluto rendergli omaggio menzionandone cinque in particolare.
1. Come perdere la testa (Il presagio, 1976)
Quando accettò di dirigere Il presagio, primo di quattro film sulla figura di Damien Thorn, sospettato di essere l'Anticristo, Richard Donner scelse di evitare molte delle convenzioni dell'horror, puntando molto sulla verosimiglianza (al netto di alcune sequenze che lasciano poco spazio all'ambiguità, il film è volutamente impostato sul dubbio che i genitori adottivi di Damien siano semplicemente impazziti). E in un caso particolare decise di prendersi gioco delle aspettative del pubblico: quando il fotografo Keith Jennings, che stava aiutando Robert Thorn a indagare sulla vera natura di Damien, viene decapitato da una lastra di vetro mentre sta raccogliendo i pugnali di Megiddo, unica arma in grado di distruggere l'Anticristo. Sapendo che gli spettatori avrebbero distolto lo sguardo o chiuso gli occhi nel momento dell'impatto stesso, Donner montò la sequenza in modo tale che la testa mozzata rimanesse sospesa in mezz'aria più a lungo del solito, pienamente visibile quando avrebbero riaperto gli occhi. Una mossa vincente, ma non senza qualche rogna in sede di censura: furono necessari dei piccoli tagli per evitare il visto X (oggi NC-17), che avrebbe impedito in toto la visione ai minori di 18 anni.
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2. Prendere il volo (Superman, 1978)
"Crederete che un uomo sia in grado di volare", recitava la locandina di Superman, ed è rimasto uno slogan impresso nel cuore e nei ricordi di chi ha visto il film (anche Zack Snyder, altro regista che ha messo mano al personaggio e ha scelto proprio quella frase per omaggiare Donner sui social). E ancora oggi le sequenze con Christopher Reeve in volo rimangono un trionfo di effettistica in un film che non sacrifica la dimensione umana. È per questo motivo che uno dei momenti più efficaci è proprio il finale, quando Superman, dopo aver passato due ore a imporsi come uno dei grandi eroi della cultura popolare, si congeda dal pubblico volando intorno alla Terra, un'immagine talmente forte che è stata recentemente omaggiata in più occasioni, in particolare nel crossover televisivo Crisis on Infinite Earths con Brandon Routh, successore spirituale di Reeve.
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3. Citare con gusto (I Goonies, 1985)
Arrivato alla regia de I Goonies, Donner era già un cineasta noto a livello globale, capace di competere a livello di successo con Steven Spielberg, produttore di questa avventura in salsa giovanile che ha segnato l'immaginario popolare degli anni Ottanta e non solo. La sua fama era tale da potersi permettere un'autocitazione che è tra i momenti più divertenti del film: quando Sloth, che si è affezionato ai ragazzini e decide di ribellarsi ai cattivi, svela sotto i vestiti una maglietta di un certo supereroe dei fumetti, e in quel preciso istante scatta il tema musicale di Superman scritto da John Williams. Due supermomenti al prezzo di uno, grazie a un regista perfettamente consapevole del proprio ruolo come partecipante alla cultura popolare statunitense e mondiale all'epoca.
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4. Interazione esplosiva (Arma letale 2, 1989)
Se il primo Arma letale era un buon debutto per la strana coppia costituita da Martin Riggs e Roger Murtaugh, Arma letale 2 è l'episodio della consacrazione del duo come icone del buddy movie in salsa poliziesca, con una scena in particolare che è entrata negli annali delle commedie action: quando Riggs e Murtaugh devono capire come salvare il secondo, bloccato sulla tazza del gabinetto con una bomba pronta a esplodere. Un concentrato di tensione e risate che sfrutta al meglio l'alchimia tra Mel Gibson e Danny Glover, e la duttilità registica di Donner che anche all'interno dello stesso film si muove abilmente tra diversi generi.
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5. Facce conosciute (Maverick, 1994)
Ancora Gibson e Glover, per uno dei momenti davvero riusciti in un film che all'epoca dell'uscita non convinse i più: Maverick, basato sull'omonimo serial western, è incentrato per lo più su Gibson, ma c'è anche uno spazietto per Glover, e l'effetto comico straniante è interamente voluto: i due sembrano riconoscersi, in sottofondo si sente il tema musicale del franchise di Riggs e Murtaugh, e mentre si allontana Glover dice "Sono troppo vecchio per queste stronzate." Non è l'unico momento simbolico nel film, che abbonda di apparizioni di attori che avevano già lavorato con Gibson e/o Donner (e che per certi versi rendono questa un'opera testamentaria), ma è sicuramente il più iconico, da rivedere più e più volte.