Recensione We Are the Best! (2013)

Il regista svedese adatta per il grande schermo la graphic novel biografica scritta dalla moglie Coco e dà vita ad un film vitale e pieno di energia, una pellicola che grazie ad una scrittura leggera e divertita rappresenta l'adolescenza con autenticità e senza falsi sentimentalismi.

Abba, Europe, Roxette, certo, ma forse non tutti sanno che la Svezia ha avuto un'anima punk e anarchica, lontana anni luce dalle suadenti melodie pop di artisti rassicuranti. Questo spirito giocoso, ma ribelle, allegro e sfrontato al tempo stesso è ciò che anima le deliziose protagoniste del nuovo film di Lukas Moodysson, We are the best!, presentato alla 70.ma edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti. Bobo, Klara e Hedvig sono tre ragazzine che vivono nella Stoccolma degli anni '80, un piccolo paradiso democratico in cui capita che due tredicenni riescano a soffiare da sotto il naso ad una rock band una sala prove solo perché si sono attenute alle regole, prenotandola con precisione.

E mentre in radio si ascoltano gli ultimi reperti della disco music e dalla Terra di Albione arrivano forme più sofisticate di pop, le nostre eroine dedicano la propria vita al culto del punk. Sono Bobo e Klara ad iniziare questo percorso, subito seguite da Hedwig, una talentuosa compagna di scuola che suona divinamente la chitarra e che insegna loro qualche trucchetto per trasformare le idee in canzoni vere e proprie. Insieme formano una squadra imbattibile, capace di fare fronte alle difficoltà che un adolescente della loro età incontra per la strada, amori non corrisposti, genitori troppo distanti e soprattutto un rapporto sempre più complicato con un corpo che cambia alla velocità della luce.

Happy Together

We are the best!: Mira Barkhammar e Mira Grosin in un momento del film
We are the best!: Mira Barkhammar e Mira Grosin in un momento del film

Il regista svedese adatta per il grande schermo la graphic novel biografica Aldrig godnatt scritta dalla moglie Coco e dà vita ad un film vitale e pieno di energia, una pellicola che grazie ad una scrittura leggera e divertita rappresenta l'adolescenza con autenticità e senza falsi sentimentalismi. Ciò che colpisce nella pellicola non è solo la straordinaria carica del trio, che imprime un ritmo nettissimo a tutta l'evoluzione della storia, ma il fatto che ognuna di loro riesca ad emergere con la propria individualità. Bobo, figlia di genitori separati, è il brutto anatroccolo con gli occhiali. Non teme la solitudine di una cena frugale a base di bastoncini di pesce cucinati nel tostapane e sa anche consolare la madre, appena mollata dal suo fidanzato.

Klara è un vulcano, la vera leader del gruppo. Capelli a cresta, una padre e una madre illuminati (verrebbe da dire tipicamente svedesi), due fratelli con cui discutere tutti i santi giorni, scopre le meraviglie del basso elettrico e delle liriche di protesta e ha la capacità di creare dei cult istantanei, come il brano Odio lo sport, in cui l'attacco all'ottuso docente di ginnastica diventa un modo per parlare di politica. Hedvig è quella che riserva più sorprese. Timida, religiosa, con lunghi capelli biondi, non batte ciglio quando le sue due nuove amiche la rapano e nonostante i rimproveri materni decide di rimanere al fianco di Bobo e Klara e di mettere in luce il suo grande talento. Qualunque essere umano dovrebbe avere la fortuna di conoscere delle amiche del genere, compagne di giochi e discussioni, persone che ti aiutano a capire chi sei, con cui ci senta liberi di confrontarsi senza il timore di essere giudicati.

Punk is not dead

We are the best!: Mira Barkhammar con Mira Grosin e Liv LeMoyne in una scena
We are the best!: Mira Barkhammar con Mira Grosin e Liv LeMoyne in una scena

Il punk visto con gli occhi di queste ragazzine non possiede certo quel mood nichilista del movimento nato negli Usa e poi sviluppatosi in Inghilterra, tuttaltro. La musica viene considerata in questo caso il mezzo ideale per scatenarsi, per scrollarsi di dosso tutte le incertezze (non sono forse le migliori di tutti?) e sentirsi belle, per rivelare al mondo la propria originalità, il proprio pensiero sui fatti della vita. Non indossano la maschera del punk, un costume di scena che prevede capelli colorati e abiti sgualciti, ma di questo mondo prendono il meglio, quella sana voglia di rivolta contro tutto ciò che è considerato immutabile e prestabilito. Dopo un periodo doloroso, in cui Moodysson ha elaborato la morte del padre, il cineasta svedese si appropria quindi di una leggerezza nuova e ci regala un piccolo gioiello, interpretato da tre giovani talenti, Mira Barkhammar, Mira Grosin e Liv LeMoyne. Le segue senza sosta, lasciando che la loro energia emerga pura dalle rispettive interpretazioni e le rende davvero migliori di tutti.

Movieplayer.it

4.0/5