Schiavo di scena
Una lenta carrellata su una strada immersa nella foschia ci porta all'ingresso di un teatro parigino, dove un cartello scritto a mano ci indica che sono in corso i provini per la Venere in pelliccia. In realtà i provini sono terminati e l'autore - o meglio, adattatore per la scena del noto romanzo-scandalo di Leopold von Sacher-Masoch del 1870, che una volta entrati sentiamo parlare a telefono, è deluso per la difficoltà di trovare la sua Vanda.
La nuova arrivata, irritata e bagnata per la pioggia, cerca di convincerlo ad ascoltarla ugualmente nonostante sia tardi, ma l'uomo è irremovibile: ha bisogno di andare a casa e rilassarsi. Ma l'attrice è insistente, oltre che volgarotta e per niente sofisticata, e per il regista è più semplice e rapido darle la possibilità che chiede e mandarla via, certo che non vada bene per la parte.
E poi accade quello che non si sarebbe aspettato: la donna regola le luci come una professionista per creare la giusta atmosfera, tira fuori ed indossa il costume perfetto ed entra nel ruolo come se si trasformasse.
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Come e più di Carnage, Venus in Furs di Roman Polanski, in concorso a Cannes 2013, è un film essenziale nella sua messa in scena, ma ricchissimo e stratificato a livello di scrittura: due soli attori in scena per l'ora e trentacinque di durata, scenografia e luci teatrali, sceneggiatura che si muove tra più piani che si influenzano tra loro con l'evolvere dei personaggi e del rapporto tra i due.
Uno script firmato dallo stessi Polanski con David Ives da una commedia di quest'ultimo e che brilla di (auto)ironia, citazioni e dialoghi intelligenti, nel quale non è difficile scorgere una certa dose di autocritica da parte del regista franco-polacco.
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Con maestria il regista gestisce la scena, con luci e suoni (magnifici i lievi effetti che sottolineano gesti fittizi: il tintinnio del cucchiano mentre fingono di prendere un caffè; il fruscio della carta durante la firma di un finto contratto), spazi, ombre e musica. Ancora una volta Polanski parte dal teatro e lo trasforma in grande cinema, mostrando una visione ed una capacità tecnica che non si affievolisce col passare degli anni, indice di un purissimo talento.
Movieplayer.it
4.0/5