Dopo aver filmato a più riprese il rapporto uomo donna, dall'amore adolescenziale (Tre metri sopra il cielo) ai triangoli sentimentali (La donna della mia vita) passando per la paternità (Solo un padre), Luca Lucini approda a Nemiche per la pelle. Questa sua ultima creazione vede protagoniste Lucia (Margherita Buy) e Fabiola (Claudia Gerini) che dopo la morte di Paolo (ex marito della prima e poi compagno della seconda) scoprono di aver ricevuto in eredità un bambino di sette anni.
Il figlio cinese nato da una relazione extraconiugale manderà completamente in tilt le due donne che si detestano a causa di vecchi rancori. Come se non bastasse entrambe sono abituate a pensare per sé: Lucia a vivere in funzione del suo amore incondizionato per gli animali mentre il suo compagno più giovane, Giacomo (Giampaolo Morelli) prova disperatamente a ritagliarsi un piccolo spazio nella sua routine, Fabiola invece è completamente assorta nei suoi affari, ovvero la vendita di appartamenti di lusso. Quando Stefano (Paolo Calabresi), loro avvocato e amico di famiglia, comunicherà che dovranno prendersi cura del bambino finché non sarà trovata una soluzione alternativa, Lucia e Fabiola saranno costrette a collaborare dando vita ad una serie di spassosissime gag.
L'equilibrio giusto
Pur conoscendo le possibilità delle due interpreti protagoniste, rimane sorprendente constatare quanto siano entrambe bravissime a gestire l'equilibrio dei propri personaggi. Per quanto stravaganti, specie la Fabiola di Claudia Gerini, nessuna delle due risulta mai esagerata né ripetitiva. Un altro pregio che vale la pena sottolineare (di questi tempi) è il modo in cui gli sceneggiatori evitino di trovare una soluzione a tutte le sottotrame del film, ovvero la relazione sentimentale di Lucia con Giacomo o quella di Fabiola con il padre. Una volta tanto il cinema italiano si ferma al non detto senza risultare forzatamente buonista e soprattutto senza sottovalutare l'intelligenza dei propri spettatori. Un traguardo per un regista come Luca Lucini che aveva sempre puntato sul sicuro, su commedie che incontrassero i gusti del pubblico, che non minassero le loro apparenti certezze e che fossero solitamente prevedibili dall'inizio alla fine. Nemiche per la pelle è senz'altro il suo film più apprezzabile.
Se il cinema si sostituisce alle istituzioni...
Di recente sia il cinema che la TV hanno tentato di dare uno slancio all'affermazione dei diritti delle minoranze nel nostro Paese. Lo hanno fatto trasmissioni popolari perorando le cause dei più deboli (vedi i recenti monologhi di Paola Cortellesi in Laura&Paola) o il lavoro di registi come Gianfranco Rosi nel documentario Fuocoammare dedicato agli abitanti e gli immigrati di Lampedusa, o Ivan Cotroneo in Un bacio, film contro l'omofobia e il cyberbullismo. Anche Nemiche per la pelle ha i suoi meriti in questo senso. Conoscendo il pubblico a cui ha intenzione di rivolgersi, il film di Lucini trova nei suoi esuberanti personaggi femminili il modo di presentare una famiglia diversa, sebbene prima di un legame sentimentale.
Lucia e Fabiola sono l'esempio di due donne moderne, che vivono liberamente, senza dipendere dagli uomini e dalle loro esigenze. Il soggetto del film, scritto da Margherita Buy insieme a Doriana Leondeff e Francesca Manieri, fa leva su esempio di donna non tradizionale ma molto credibile: l'egoismo, il cinismo e un istinto materno poco spiccato più propri delle donne di oggi, rispetto a quelle di ieri che il nostro cinema si ostina spesso a raccontare. Saremmo arretrati, ma nell'Italia del Family Day, dove l'innocuo ddl Cirinnà ha fatto il record di dibattiti pubblici, anche una commedia apparentemente senza troppe pretese come Nemiche per la pelle è un piccolo passo verso l'accettazione (e non solo la tolleranza) delle diversità, dei cambiamenti e del progresso.
Movieplayer.it
3.0/5