Sweet Home Oklahoma
Beverly, anziano poeta ed ex professore universitario, vive con sua moglie Violet in un isolato casolare nella contea di Osage, in Oklahoma. I due, più di un trentennio di matrimonio alle spalle, portano entrambi i segni di un destino che non è stato tenero: lui, da tempo incapace di produrre opere degne di nota, si è isolato nel suo studio e si è dato all'alcool; lei, ammalata di un tumore alla bocca, ha cercato rifugio negli psicofarmaci, che assume in quantità smodate. Un giorno, di prima mattina, l'uomo esce di casa e non fa più ritorno; poco dopo, il suo corpo viene ritrovato privo di vita nel lago, accanto alla sua barca. Quello che sembra, a tutti gli effetti, il suicidio di un uomo ormai senza stimoli, richiama presto nella tenuta le tre figlie della coppia, Barbara, Ivy e Karen, insieme alle rispettive famiglie; oltre alla sorella di Violet, Mattie Fae, accompagnata dal compagno Charles e dal figlio, Little Charles. La commemorazione di Beverly diventa presto l'occasione per il riemergere di ruggini mai sopite tra i membri della famiglia; al centro di esse, in particolare, la tensione tra la dispotica e caratterialmente instabile Violet, e la figlia maggiore Barbara, che era stata, anni prima, la prima ad abbandonare la casa. Ma la morte del capofamiglia finirà anche per portare alla luce segreti inimmaginabili, sepolti nel passato della famiglia, che cambieranno per sempre i rapporti tra i suoi componenti.
Di scena, il cinema
E' teatrale, l'origine de I segreti di Osage County, seconda prova dietro la macchina da presa di John Wells (alle sue spalle, una lunga carriera di produttore e sceneggiatore, tra cinema e televisione, e la regia di The Company Men); in particolare, il film di Wells tre spunto da una nota pièce di Tracy Letts, già insignita del Premio Pulitzer nel 2008, riscritta per lo schermo dallo stesso autore. Il plot di quest'opera, in effetti, sembra tradire abbastanza chiaramente la sua derivazione dal palcoscenico; tipici i suoi caratteri di dramma corale, ad ambientazione familiare, ed il setting scelto, che vede l'azione svolgersi prevalentemente all'interno di una grande tenuta, luogo perfetto per far deflagrare le tensioni tra i personaggi. Eppure, basta osservare le prime sequenze (un prologo, sullo sfondo degli sconfinati esterni che circondano la casa, in cui il protagonista usa una frase di T.S. Eliot per introdurre allo spettatore la sua vita) per comprendere che non siamo di fronte alla mera trasposizione sul grande schermo di modalità narrative nate sul palcoscenico. Il fatto che Letts, d'altronde, sia stato autore (sia a teatro che al cinema) di due opere come Bug - La paranoia è contagiosa e Killer Joe, entrambe portate sullo schermo da William Friedkin, dovrebbe da subito porre il suo lavoro in una luce diversa: già in fase di scrittura, in effetti, il film di Wells presenta un ritmo tipicamente cinematografico, sia in termini di costruzione dei dialoghi che di progressione drammatica.
Fuga verso il nulla
Dentro, nel passato
Movieplayer.it
4.0/5