Recensione Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe (2013)

Quello di Wirkola è un esperimento dagli esiti certi, che va a meta facilmente; non sono ammesse riflessioni ponderose, i cattivi vanno presi tutti, perché l'unica strega buona è una strega morta.

White Sabbath

La domanda che ci si pone in genere alla fine di una favola è cosa succede dopo. In verità gli scrittori non hanno mai risposto al quesito, limitandosi a chiudere le avventure con il più classico degli E vissero felici e contenti; sono stati i registi invece a voler oltrepassare l'ideale soglia dell'ultima pagina della fiaba, immaginando nuove storie per i protagonisti. E' quello che ha fatto il norvegese Tommy Wirkola, autore di Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe. Partendo dal celeberrimo racconto dei fratelli Grimm, il giovane regista ha ipotizzato un futuro carico di soddisfazioni per i due fratellini sfuggiti alle grinfie della strega cattiva. Dopo averla arrostita per bene, si sono lasciati alle spalle la casa di marzapane e dolci per diventare dei cacciatori professionisti di spietate fattucchiere. Attrezzati come dei moderni soldati, con balestre e fucili rudimentali, Hansel e Gretel sono diventati il terrore delle spose di Satana e il sollievo dei paesi vittime dei sortilegi più pericolosi. Ogni eroe che si rispetti, però, deve fare i conti con il proprio passato per poter proseguire il suo viaggio; ancora tormentati dall'abbandono dei genitori, i due fratelli accettano l'incarico conferitogli dal sindaco di un borgo in cui sono stati rapiti undici bambini, senza sapere che la missione li porterà faccia a faccia con i tragici avvenimenti della loro infanzia, scoprendo il segreto di una madre che ha sacrificato sé stessa per il bene dei figli.


Trentaquattrenne, una carriera senza grossi colpi all'attivo, se si eccettuano il remake scandinavo (???) di Kill Bill e l'horror Dead Snow, Wirkola debutta a Hollywood dirigendo un film che non riserva grosse sorprese, ma che riesce agevolmente a realizzare l'obiettivo che si era prefissato, ovvero intrattenere il pubblico con una storia elementare nei suoi sviluppi, arricchita da abbondanti dosi di horror e tocchi splatter e da situazioni buffe. Non ci troviamo di fronte ad un capolavoro che rilegge una fiaba classica e che ne individua i messaggi più profondi, traducendoli in maniera nuova, per un platea avveduta, ormai avvezza a questo genere di operazioni. Quello di Wirkola è un esperimento dagli esiti certi, che va a meta facilmente. Non sono ammesse riflessioni ponderose, i cattivi vanno presi tutti, perché l'unica strega buona è una strega morta.

Se l'obiettivo è questo, allora i due protagonisti devono esserne all'altezza; Jeremy Renner e Gemma Arterton sono sboccati, maneschi, e riescono ad intervenire in maniera risolutiva senza porsi troppi problemi di ordine morale, anche se si tratta di prendere a morsi uno sceriffo troppo zelante (Peter Stormare). Rispetto ad altri prodotti simili, Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe sembra essere dunque meno sofisticato, ma alla fine questo spirito 'artigianale' risulta essere il vero elemento distintivo della pellicola, che dà poco spazio alla magia, ai colpi ad effetto, per privilegiare delle più prosaiche sequenze con botte da orbi. Un paio di trovate però fanno sorridere più di altre; la malattia del povero Hansel, ad esempio, che dopo aver mangiato quintali di dolci da bambino è diventato diabetico e si inietta l'insulina prima di ogni combattimento o il dolce orco che Gretel riesce a portare dalla sua parte, un gigante bitorzoluto chiamato Edward, nome che evoca la genesi di future creature fantastiche.
Il film va dunque visto senza preconcetti né false aspettative, prendendo il buono che offre, uno scatenato e liberatorio passatempo, e soprassedendo sulla piattezza dei personaggi e sulle non esaltanti caratterizzazioni fisiche delle streghe. Famke Janssen è mefistofelica e bellissima, ma il trucco da cattiva (e il discorso vale anche per le altre compagne di sabba) non è all'altezza della situazione. Chiarito questo assunto ci si potrebbe dilettare a rintracciare dei temi più sofisticati; quello relativo alle donne, per esempio, considerate streghe per la propria capacità di non perdere di vista il rapporto con un mondo non visibile, l'argomentazione relativa alla violenza sui più piccoli, orchi e streghe parlano in realtà di esseri umani brutali, o la riflessione sul potere dei media, visto che Hansel e Gretel sono due eroi supportati da un fan club e possono contare su estimatori che raccolgono articoli di giornale (davvero belli, in tal senso i titoli di testa, una sorta di rassegna stampa animata delle imprese dei protagonisti), ma si tratterebbe di un esercizio sterile per un prodotto che resta nella sua sostanza un piacevole giocattolone.

Movieplayer.it

3.0/5