Fondato nel 1924 a Roma come strumento educativo volto ad adoperare le immagini come ausilio per l'alfabetizzazione degli italiani, e trasformato quasi da subito un potente strumento di propaganda nelle mani del regime fascista, l'Istituto Luce costituisce un patrimonio insostituibile di filmati e di documenti che rendono testimonianza di quasi un secolo di storia sociale, culturale e politica del nostro paese.
Nel 2014, in occasione del novantesimo anniversario dalla fondazione dell'Istituto Luce, questo importante compleanno è stato celebrato con la realizzazione di un singolare progetto corale, dal titolo 9X10 Novanta, presentato alla 71° edizione del Festival di Venezia nella sezione Giornate degli Autori.
Nove ritratti dell'Italia
Nove cortometraggi, dieci registi, circa novanta minuti di durata: sono le cifre di questo film a episodi la cui peculiarità è quella di essere stato costruito interamente utilizzando i materiali video dell'Archivio Luce, rimontati ad hoc e corredati da accompagnamento musicale o da una voce narrante. 9x10 Novanta propone infatti nove mini-film che adottano di volta in volta una prospettiva differente, un registro drammatico o comico, giornalistico o poetico, non con funzione documentaristica, ma al fine di rielaborare questi materiali d'archivio per farli diventare qualcos'altro: una rievocazione, talvolta realisticamente accurata, in altri casi divagatoria o addirittura fantasiosa, dello spirito dell'Italia del ventennio fascista, del periodo del conflitto mondiale, del dopoguerra e del Boom economico, fino ad arrivare agli anni di piombo. Una finestra sul passato, ma con uno sguardo diretto spesso verso un futuro ancora in divenire.
La Luna, i miracoli e le catastrofi
La devozione religiosa, un tratto tipico della cultura italiana, sospesa tra fede e superstizione, è il tema al cuore dell'episodio di apertura, Miracolo italiano di Giovanni Piperno, con una visione disincantata dell'Italia come di "un paese di Madonne che piangono, sanguinano, appaiono ai fedeli". L'originale Progetto panico di Paola Randi, al contempo divertente ed inquietante, si serve di un espediente curioso - un gruppo di archeologi extraterrestri studiano con perplessità la realtà italiana - per analizzare la condizione femminile, fino ad arrivare al dramma del femminicidio, fenomeno ancora tragicamente diffuso nel nostro paese. I toni fiabeschi caratterizzano invece Tubiolo e la Luna di Marco Bonfanti, in cui la vicenda (inventata) di Tubiolo, ragazzo di campagna con l'ambizione di intraprendere una carriera di astronauta ed esplorare le stelle, si svolge in parallelo con l'evoluzione della società italiana nell'epoca dell'immigrazione interna. Le catastrofi naturali, lo sconvolgimento di una comunità e la sua ricostituzione sono invece le tappe del percorso ciclico descritto da Costanza Quatriglio in Girotondo.
La guerra, la musica e l'Italia contadina
Si torna a parlare di condizione femminile nel quinto episodio del film, Il mio dovere di sposa, girato da Claudio Giovannesi a partire dalle pagine di un diario scritto da una donna di nome Vittoria fra il 1934 al 1943: tabù sessuali e quotidiane nevrosi vengono posti sotto la lente d'ingrandimento di un'indagine spiazzante, vissuta in prima persona. Le trincee e i confini di un campo di battaglia sono il territorio scrutato da Alina Marazzi nel suo Confini, che condivide il tema della guerra con l'episodio successivo: L'entrata in guerra di Roland Sejko, che riprende l'omonimo racconto di Italo Calvino accostando le pagine del celebre scrittore alle immagini del 10 giugno 1940, il giorno in cui Benito Mussolini annunciò la partecipazione dell'Italia al secondo conflitto mondiale, al fine di rendere la tensione e il senso di attesa di quella fatidica "giornata particolare".
Una canzone di Alice Rohrwacher si interroga sul ruolo della musica e sul potere evocativo delle canzoni ascoltate durante l'infanzia e la giovinezza come veicolo di ricordi e di emozioni. A chiudere questo percorso composito ed eterogeneo è L'umile Italia di Pietro Marcello e Sara Fgaier: un omaggio lirico e suggestivo all'Italia contadina, in cui la dimensione rurale del nostro paese è raffigurata tramite spezzoni ed immagini, restituendoci i frammenti di una realtà antichissima e ormai quasi scomparsa.
Conclusioni
Affresco composito, connotato da un soffuso sentimento di malinconia, 9x10 Novanta è un curioso oggetto filmico, in cui la naturale disomogeneità di una pellicola ad episodi, con i suoi repentini cambi di registro e i diversi livelli di coinvolgimento di capitolo in capitolo, si coniuga con il fascino di un'analisi - non solo sociologica - di quasi mezzo secolo di storia del nostro paese, in una singolare mescolanza fra la realtà documentaristica delle immagini e la fantasia della loro rielaborazione creativa.
Movieplayer.it
2.5/5