Rebelde, la recensione: il teen drama messicano che non stupisce

La recensione di Rebelde, la nuova serie Netflix messicana ambientata in una scuola prestigiosa per amanti della musica.

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Rebelde: Andrea Chaparro in una scena della serie Netflix

Di recente, per quanto riguarda la sua produzione internazionale, Netflix ha dato parecchio spazio a film e serie provenienti dal Messico, un esempio il teen drama Control Z e il mistery Che fine ha fatto Sara?, che per diverse settimane è stata tra le prime posizioni dei prodotti più visti sulla piattaforma. Come vedremo in questa recensione di Rebelde, Netflix ha arricchito il proprio catalogo con un'altra serie proveniente da questo paese, destinata ad un pubblico di giovani adulti e che unisce mistero, drama e sequenze musicali. Rebelde ha però alla spalle un'illustre predecessore, è infatti il remake/sequel dell'omonima telenovela messicana di Televisa che, dal 2004 al 2006, ebbe un enorme successo in patria.

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Rebelde: una scena della serie Netflix

Nelle intenzioni la serie sarebbe dovuta essere una sorta di Glee alla messicana, dalle sfumature leggermente più dark (al calderone non mancano infatti società segrete e misteri legati alla scuola frequentata dai protagonisti) e sopra le righe (come è d'obbligo nelle telenovelas!), ricca di quei temi che interessano il pubblico di oggi, ossia la scoperta della propria sessualità in contesti naturalmente più inclusivi; peccato, però, che una trama raffazzonata e non particolarmente coinvolgente, personaggi poco approfonditi e la scarsa importanza che in realtà viene data al lato più "musical" della storia, ne facciano un prodotto a dir poco dimenticabile.

Ritorno alla Elite Way School

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Rebelde: una foto della serie Netflix

Nel primo episodio della serie ci vengono introdotti i sei protagonisti di Rebelde, tutti pronti ad iniziare una nuova vita come studenti della Elite Way School di Città del Messico, una scuola con un programma musicale particolarmente stimato e prestigioso. Conosciamo subito Esteban (Sergio Mayer Mori), ragazzo estremamente talentuoso proveniente da una piccola cittadina; Jana (Azul Guaita), popstar che vuole essere finalmente presa sul serio; M.J. (Andrea Chaparro) che viene da una famiglia americana ultracattolica e che ha mentito per farsi iscrivere nella nuova scuola; Dixon (Jeronimo Cantillo), un rapper argentino dal passato misterioso, Luka (Franco Masini), figlio di un miliardario che vorrebbe studiasse economia invece che canto; ed infine Andi (Lizeth Selene), una tosta batterista con una famiglia problematica alle spalle.

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Rebelde: Leo de Lozanne in una scena della serie Netflix

Alla Elite Way School i protagonisti incontreranno corpo docenti ed altri studenti, e si immergeranno subito nella preparazione della sfida tra band, un'importante esibizione che dà la possibilità ad uno dei gruppi nati nella scuola di incidere un disco con una prestigiosa etichetta. I protagonisti, dopo un'iniziale indecisione, decideranno di formare una band tra loro, peccato che a mettergli i bastoni tra le ruote ci siano sia i compagni affamati di gloria - in particolare Sebas (Alejandro Puente), fidanzato di Jana, e la brasiliana Emilia - che una società segreta, "la loggia", che da sempre trama nell'ombra per far vincere i propri favoriti.

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Una serie che non si distingue

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Rebelde: una foto di scena della serie Netflix

Come vi abbiamo anticipato i più grandi difetti di questa serie risiedono in una trama non ben strutturata e nello scarso approfondimento dei personaggi, al punto che per lo spettatore è difficile farsi coinvolgere nelle vicende che li vedono protagonisti. L'importanza della musica all'interno della storia, soprattutto, fatica a trasparire: i protagonisti sono tutti estremamente dotati, non viene fatto riferimento al percorso che li ha portati ad ottenere una certa preparazione artistica e si trovano naturalmente in sintonia; le prove che fanno per la sfida tra band si risolvono in una manciata di minuti e spesso improvvisano ottenendo risultati quasi perfetti al primo tentativo. Addirittura, in uno degli ultimi episodi, si trasformano con facilità anche i registi di videoclip, girando e montando un video di qualità professionale con il minimo sforzo.

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Rebelde: una scena della serie Netflix

L'esagerata attenzione data alle diverse sottotrame sentimentali e mistery, poi, fanno di Rebelde un prodotto che non sembra aver ben chiara la propria identità, e che si allontana da tutte quelle serie che sono riuscite ad integrare nella trama in maniera efficace l'elemento musicale, facendone un carattere fondamentale ed indispensabile nel proprio sviluppo narrativo. Nel caso di questo show, diretto da Santiago Limón, se si togliessero i momenti in cui i protagonisti suonano e cantano la trama non subirebbe chissà che scossone, ma anzi andrebbe avanti attraverso le storyline da teen drama in una qualsiasi scuola per adolescenti benestanti, in cui ci sono gli emarginati con la borsa di studio, i ragazzi popolari, quelli alternativi e quelli che stanno scoprendo la propria sessualità. Insomma, assolutamente nulla di nuovo rispetto a quello che abbiamo già visto decine e decine di volte. Forse potrà riscuotere successo in patria, dove il ricordo della serie di cui è il remake/sequel è ancora molto forte, qui da noi invece dubitiamo che riuscirà a farsi notare nell'affollato catalogo Netflix, ricco di prodotti teen ben più significativi.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Rebelde sottolineando come la serie messicana arrivata su Netflix non abbia dalla sua una trama ben strutturata e dei personaggi ben approfonditi. Peccato anche per il ruolo marginale dato alla musica all'interno degli otto episodi che la compongono.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Alcuni dei - pochi - numeri musicali sono ben realizzati.

Cosa non va

  • La trama non è ben strutturata e manca di originalità.
  • I personaggi non sono ben approfonditi.
  • Viene data poca importanza alla musica.