Sul red carpet di Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, il nuovo film di Zack Snyder dal 22 dicembre su Netflix, Charlie Hunnam si è lasciato andare a discorsi filosofici. Esistenzialisti, come li ha definiti lui. L'attore interpreta Kai, un mercenario che aiuta la protagonista, Kora (Sophia Boutella) a mettere insieme i migliori guerrieri della galassia per formare una squadra di ribelli con cui combattere l'Imperium.
Sì, se vi sembra Star Wars non sbagliate: il regista ha candidamente dichiarato di aver realizzato la sua versione della saga creata da George Lucas. Qualcosa che sognava di fare fin da bambino, quando a 11 anni, ha visto il primo Guerre Stellari. Il progetto è vasto: il 19 aprile 2024 arriva in streaming la seconda parte del film, Rebel Moon - Parte 2: La sfregiatrice, ma già si parla di un terzo capitolo, di un videogioco e di un fumetto.
Hunnam descrive così il suo personaggio: "Kai è una specie di guida della galassia. Gioca con il lato sbagliato della legge, se hai un problema e lui non può risolverlo, probabilmente conosce chi può. È una specie di tuttofare intergalattico. Incontra questi tipi che hanno disperatamente bisogno di aiuto, e, per loro fortuna, lui gli indica la strada".
Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco: intervista a Charlie Hunnam
È proprio il Kai di Charlie Hunnam a dire ai ribelli che hanno scelto quel lato della storia che non finisce nemmeno nei libri di storia. Come si fa a sapere di essere dal lato giusto della storia? Per l'attore: "Non sono così sicuro che ognuno di noi sia sempre dal lato giusto della storia. Non so come si faccia a saperlo. Penso che ce lo diranno i libri di storia tra 200 anni. Ho la forte sensazione che oggi siamo tutti dal lato sbagliato della storia. Parte di uno dei messaggi davvero belli di questo film è che le specie che popolano un pianeta da sole non sopravvivono. C'è bisogno di evolversi in pianeti popolati da più specie. Non la conosco precisamente, ma c'è un'equazione in grado di prevederlo. E una delle cose belle del film è che Zack mostra una verità terribile: noi viviamo in un pianeta multispecie, ma, invece di proteggerlo, cerchiamo di distruggere tutto l'universo conosciuto! Dovremmo smettere di farlo. Finché non lo facciamo siamo tutti i cattivi della storia".
Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, recensione: Zack Snyder ha il suo Star Wars
Una battuta di Kora invece dice: "La gentilezza è una virtù per cui vale la pena morire". Detto da una guerriera che prima era nelle file dell'Imperium è qualcosa che colpisce. Ma Charlie Hunnam è d'accordo? Non proprio: "Non so se la gentilezza è una virtù per cui vale la pena morire. Probabilmente l'unica virtù per cui vale la pena morire è l'amore. L'unico senso della vita è l'amore. Quindi, se lo scopo della vita è l'amore, vale la pena morire per amore. Ma cerco di evitare la morte. Sono uno dei pochi sostenitori dell'intelligenza artificiale: potrebbe salvarci tutti. In realtà non lo so. Non so niente dell'intelligenza artificiale: cerco di concentrarmi sul presente e non preoccuparmi troppo di cosa succederà domani".
Rebel Moon - Parte 1: Zack Snyder ha fatto il suo Star Wars
A questo punto l'attore ha preso in mano l'intervista. E ci ha sorpreso. L'interprete inglese ha voglia di meno superficialità: "Scusami, questa è un'intervista davvero deprimente. Penso sia più colpa mia che tua. Non lo so. A volte sei bloccato da solo in una stanza d'hotel per una settimana, passando da conversazioni profonde e importanti alle più ridicole e superficiali, e alla fine ti ritrovi in uno strano stato esistenziale. Mi rendo conto che così sul red carpet sembro un pazzo! Spero ci siano almeno 5 secondi utilizzabili di questa intervista!"