Reality, la recensione: La realtà di Sydney Sweeney

La recensione di Reality, l'interessante film di Tina Satter con Sydney Sweeney, presentato a Berlino 2023 nella sezione Panorama.

Reality, la recensione: La realtà di Sydney Sweeney

È un titolo emblematico quello di Reality, il film di Tina Satter presentato nell'ambito della sezione Panorama di Berlino 2023. Da una parte è infatti il nome della protagonista, Reality Winner, ma dall'altra è in qualche modo una dichiarazione di intenti, l'esposizione del metodo di lavoro alla base del film, i cui dialoghi si basano sulla realtà, appunto, sulla registrazione realizzata da parte dell'FBI della conversazione degli agenti con la protagonista. E, come vedremo in questa recensione di Reality, funziona alla perfezione.

Una visita inaspettata

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Reality: Sydney Sweeney in una foto

Il film della Satter racconta la storia di una giovane donna, Reality Winner, o quanto meno un momento specifico della sua vita. Siamo a inizio giugno del 2017, quando la ragazza torna a casa in Georgia e trova due uomini ad attenderla. Sono due agenti dell'FBI e le annunciano che hanno un mandato per perquisire la sua abitazione, prendere possesso del suo cellulare e la sua auto per ispezionarli, indagare nella sua vita. Quello che segue è il resoconto esatto di questa perquisizione, con i dialoghi basati fedelmente sulla registrazione e relative trascrizioni realizzate dall'FBI, che hanno dato il via a un'indagine e un processo ancora in divenire.

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Reality, di nome e di fatto

È una bizzarra coincidenza che il nome della protagonista sia Reality, per un progetto che fa dell'aderenza alla realtà il suo spunto di partenza, originale e forte. Con questo riferimento di base a cui attenersi, è interessante osservare e valutare il lavoro del cast, chiamato a riprodurre la realtà, re-immaginarla basandosi sulla guida del parlato dei rispettivi personaggi, in una sorta di re-enactment di quel momento specifico della vita di Reality Winner. Il risultato è suggestivo e spiazzante, perché i dialoghi reali suonano diversamente da quelli pensati da uno sceneggiatore, perché i tempi non sono gli stessi che si avrebbero nella finzione scenica.

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Reality: un'immagine del film

Un'intangibile sensazione di tensione

Sono abili Sydney Sweeney e i compagni di avventura Josh Hamilton e Marchánt Davis, che interpretano i due agenti FBI incaricati di interrogare Reality, in un susseguirsi di frasi conciliatorie, atteggiamenti rassicuranti, cautele e piccoli passi di una conversazione in cui ci si studia a vicenda. È sicuramente merito dei tre interpreti principali se il senso di tensione e inquietudine resta presente ma intangibile per tutta la durata della conversazione, ma anche della misura con cui Tina Satter, all'esordio su grande schermo ma con consolidata ed evidente esperienza teatrale, ha condotto e assecondato la messa in scena. Il risultato può spiazzare e scoraggiare chi è abituato a visioni più ritmate e dinamiche, ma è di sicuro interesse e fascino.

Conclusioni

Originale e forte, lo spunto da cui nasce il film di Tina Satter ci ha convinti e portati a esprimere un giudizio positivo nella nostra recensione di Reality. Se il cast è in parte, non solo in Sydney Sweeney che interpreta la protagonista ma anche in Josh Hamilton e Marchánt Davis nei panni degli agenti FBI, è il lavoro sulla messa in scena fatto dalla regista che rende riuscito il film nel suo complesso, capace di trasmettere un costante senso di tensione e inquietudine.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • La prova dei protagonisti, a partire da Sydney Sweeney a Josh Hamilton e Marchánt Davis.
  • L’idea di partenza di realizzare lo script basandosi sulla trascrizione dell’FBI.
  • Il senso di inquietudine che accompagna tutto il film.

Cosa non va

  • La staticità della messa in scena può scoraggiare chi predilige film più movimentati.