La prima stagione di Raised by Wolves, serie ambientata in un futuro molto poco rassicurante creata da Aaron Guzikowski e prodotta da Ridely Scott (che ha diretto anche i primi due episodi), si è appena conclusa su Sky Atlantic, ma i suoi protagonisti, Amanda Collin e Abubakar Salim, sono già sul set della seconda.
Gli attori hanno i ruoli di Madre e Padre, due androidi che scappano dal pianeta Terra per raggiungere Kepler-22 b. Insieme provano a dare una nuova speranza agli esseri umani, generando dei figli da crescere senza i dogmi della religione e della tecnologia. Nel cast insieme a loro anche Travis Fiemmel, che ha il ruolo di Marcus, soldato ateo che ruba l'identità di un devoto del dio Sol, riuscendo così a salire sull'Arca e fuggire dal nostro pianeta, arrivando a sua volta su Kepler-22 b.
Cupa e piena di elementi horror, Raised by Wolves - Una nuova umanità si interroga sulla natura umana: abbiamo provato a farlo anche noi proprio insieme agli attori Amanda Collin e Abubakar Salim, che in questi giorni sono in Nuova Zelanda sul set dei nuovi episodi. Vederli con i capelli del taglio e del colore di Madre e Padre è stato straniante.
La video intervista ad Amanda Collin e Abubakar Salim
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Raised by Wolves e la fantascienza: uno dei generi che racconta meglio l'umanità
I vostri personaggi nascono letteralmente di fronte ai nostri occhi e cercano di capire cosa significhi essere umani. Lo avete capito anche voi? E perché l'umanità, anche a migliaia di anni da adesso, fa ancora schifo? Perché non impariamo mai?
Abubakar Salim: Ci sono un sacco di motivi per cui l'umanità fa ancora schifo. La natura umana si basa sulla sopravvivenza. Quando abbiamo lasciato la Terra ognuno pensava a sé piuttosto che al bene comune. Noi cerchiamo di non fare la stessa cosa su questo nuovo pianeta. È questa la cosa bella. Ma è nella natura umana rovinare tutto ciò che tocca. La storia che raccontiamo esplora questo viaggio psicologico. È come un ciclo: non puoi sfuggire a qualcosa semplicemente scappando. Devi affrontarla.
Amanda Collin: Penso che se tutti ascoltassero i propri genitori non ci sarebbero psichiatri. La natura del mondo consiste nell'affrontare la vita chiedendosi: cosa succede adesso? E poi non ascoltare i propri genitori. Poi si diventa genitori a nostra volta e i tuoi figli non ti ascoltano. E ricomincia tutto daccapo. Era molto interessante per noi.
Più la fantascienza si allontana dal mondo di oggi, meglio riesce a descrivere il presente. Secondo voi cosa dice Raised by Wolves della contemporaneità?
Amanda Collin: È stata una grande gioia essere un androide nello spazio e fare esperienza di ciò che vivono gli esseri umani, come cercare di capire da dove vieni, affrontare momenti difficili, accettarli invece di respingerli o nasconderli, essere un genitore, vivere una relazione. La serie esplora tutti questi sentimenti in cui ognuno di noi può rispecchiarsi. Ci facciamo delle domande su cosa significhi essere programmati: per i nostri personaggi è più letterale, ma ognuno di noi è programmato dal suo passato. Cerchiamo di sfidare questa condizione: lo trovo molto interessante.
Abubakar Salim: La serie cerca di fare luce sull'umanità: non ti dice quale strada seguire, o chi ha ragione o torto. Oggi viviamo in un mondo polarizzato, in modo quasi estremo, i punti di vista sono estremi, la serie cerca di esplorare questi temi da punti di vista diversi. Non ci sono buoni o cattivi: raccontiamo delle persone. E anche se noi siamo intelligenza artificiale, siccome siamo così puri e nuovi, siamo nati in questo nuovo mondo, guardiamo il mondo con occhi diversi. Anche Campion, che è un essere umano, nasce in questo mondo e lo vede con occhi puri. Giochiamo con questo e ci facciamo delle domande.
Madre e Padre: genitori del futuro
A proposito di essere genitori: penso che questa serie affronti cosa significa essere un buon genitore. Che idea vi siete fatti? E poi: secondo voi Padre e Madre farebbero vedere ai loro figli una serie come questa? E, visto che Abubakar Salim ha doppiato un videogame (Assassin's Creed Origins), secondo voi li farebbero giocare ai videogiochi?
Amanda Collin: La regola numero uno penso sia cercare di non uccidere i tuoi figli. È la prima. Amo il fatto che nella prima stagione, anche se è una serie di fantascienza, siamo nello spazio e nel futuro, non ci sono schermi: giochiamo con i bastoni. Come hai detto tu, ci allontaniamo da quel mondo. Come genitore non posso che approvare: non sono rigida nel vietare a mia figlia la televisione, ma vedo come reagisce dopo. A casa di solito non guardiamo schermi, tranne il venerdì. Gli ultimi quattro venerdì abbiamo visto Alla ricerca di Nemo. Spero che questo cambi presto.
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Abubakar Salim: Non sono un genitore. Quindi per capire cosa significhi essere un buon genitore devo pensare a mia madre e mio padre: mi ricordo che da piccolo credevo che sapessero tutto, ma poi quando cresci ti rendi conto che non hanno idea di cosa stiano facendo. Non c'è un manuale: devi seguire il flusso. Penso che stabilire dei limiti sia importante, ma non bisogna essere troppo duri con tuo figlio, altrimenti si ribellerebbe. Bisogna trovare un equilibrio. La cosa interessante della serie è che nemmeno delle intelligenze artificiali sanno come crescere dei bambini: stanno ancora imparando. Abbiamo Google nelle nostre teste, ma non ci dà le risposte di cui abbiamo bisogno, facciamo comunque degli errori. Impariamo anche dai nostri figli perché sono unici: credo che sia una cosa stimolante. Madre e Padre imparano dai loro figli tanto quanto i bambini imparano da loro. Credo ci sia un senso di progresso ed evoluzione in questo.
L'urlo di Madre e le barzellette di Padre
Due caratteristiche peculiari dei vostri personaggi sono l'urlo di Madre e le battute pessime di Padre. Come li avete trovati?
Abubakar Salim: Pessime?! Ho preso le mie battute pessime da Amanda: ascoltandola ti vengono in mente davvero delle battute folli, al punto che ridi ma non sai perché lo fai.
Amanda Collin: Ridley ce l'aveva in testa: sapeva esattamente cosa voleva. Quindi ho fatto quello che mi ha chiesto. Da attrice era una di quelle cose che mi faceva paura. Sulla sceneggiatura c'era scritto: Madre urla e le persone esplodono. Mi sono chiesta come avrei dovuto fare. Proporre cinque urli diversi? Ho affrontato questo processo e poi mi sono affidata a Ridley Scott, che mi ha detto: non avere paura ragazza, fai così. Mi ha tolto un peso dalle spalle.
E se poteste scambiarvi queste cose? Come sarebbero l'urlo di Padre e le barzellette di Madre?
Abubakar Salim: Non so se Padre urlerebbe.
Amanda Collin: Ti farò urlare! Deve succedere! È un'idea fantastica. Grazie! Grazie per aver piantato questo seme. Penso che se raccontassi una barzelletta le persone riderebbero spontaneamente. Anche se pensassi che fossero pessime, riderei comunque.
I serpenti di Raised by Wolves
Il finale della prima stagione di Raised by Wolves ci ha messo a dura prova: e voi? Avete sviluppato una fobia per i serpenti dopo questa serie?
Amanda Collin: Avevo una fobia per i serpenti molto prima di questa serie: quindi quando ho letto la sceneggiatura dell'episodio dieci ho chiesto se fossero seri. L'ho preso come un segno che mi spingeva ad abbracciare le mie paure. La fobia dei serpenti è reale! Spero di non passarla a mia figlia però.
Abubakar Salim: Amo i serpenti!
Amanda Collin: Davvero? Non ne abbiamo parlato. Perché l'abbiamo ucciso allora? Avresti potuto occupartene tu!
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Raised by Wolves e il bisogno di contatto umano
Questa serie rispecchia la situazione che stiamo vivendo: i vostri androidi cercano il contatto umano, vogliono provare qualcosa. Credete che in questo momento storico la serie abbia assunto un significato ancora più profondo?
Abubakar Salim: La cosa interessante della serie è che coinvolge il pubblico e lo spinge a pensare ed emozionarsi. Non accendi la tv pensando semplicemente: lo guardo mentre cucino. Richiede concentrazione e coinvolgimento. E per questo motivo credo sia rilevante oggi: a volte siamo così sommersi dal nostro rumore che non ascoltiamo le altre persone. Questa serie presenta molti rumori diversi su cui hai la possibilità di concentrarti. Alla fine è lo scopo della narrazione: le buone storie ti permettono di goderti qualcosa senza sentirti né attaccato né sostenuto. In un certo senso dovresti sentire entrambe le cose, perché si tratta di guardarti dentro e riflettere su te stesso grazie a queste storie, pensando, una volta finite, a come migliorare degli aspetti di te o del tuo modo di pensare. Oppure di riconoscerti. È strano. Penso sia una serie importante per come sfida il pubblico a pensare, invece di commentarla su Twitter mentre la guardi. Preferisco molto di più se qualcuno guarda la serie con attenzione senza toccare il telefono e poi la commenta dopo. Perché altrimenti vuol dire che non ti ha preso.
Amanda Collin: Penso che la serie metta in luce come essere intollerante sia pericoloso: è sicuramente una lezione che porto con me nella vita. L'equilibrio è molto importante, in tutto ciò che facciamo: che si tratti di religione, il cibo che mangiamo, le persone che frequenti. Qualsiasi cosa sia, l'importante è essere aperti mentalmente a ciò che ci presenta questo mondo. Perché abbiamo visto quanto può andare male quando non lo facciamo. Specialmente per Madre e per Marcus.