"Gente di mare che se ne va, dove gli pare ma non qua". Per un attimo credi di ascoltare Tozzi e Raf, ma immediatamente capisci che è un'altra canzone, un pezzo arrabbiato di Giancane, che detta immediatamente lo stato d'animo di Questo mondo non mi renderà cattivo, la grande serie di Zerocalcare che tutti stiamo vedendo in questi giorni su Netflix (qui la nostra recensione). Il titolo della serie viene proprio da un'altra canzone, il brano omonimo di Path, cantautore di Anguillara Sabazia. Tra questi due cantautori, nella serie di Zerocalcare c'è dentro un mondo, una colonna sonora bellissima che, se uscisse su disco come accadeva un tempo, andrebbe in testa alle classifiche. In particolare, dentro questa colonna sonora ci sono tanto gli anni Novanta. Si tratta di un grande periodo per la musica rock. Ma anche un momento di formazione di Michele Rech, in arte Zerocalcare, che in quegli anni stava crescendo e incontrando persone che hanno segnato la sua vita. Sono gli anni in cui Zero, il protagonista di questa storia, conosce Cesare, un amico a cui si legherà e che non vedrà più per anni. Gli anni Novanta sono anche gli ultimi prima della fine del grande sogno, prima dell'arrivo di quel G8 di Genova, nel 2001, che per Zerocalcare è sempre stato un punto di svolta.
1. Sei in un paese meraviglioso (Giancane)
"Gente di mare che se ne va, dove gli pare ma non qua, a rubarmi il lavoro in questa giungla e infrangere il mio sogno di aprire un bangla". Sono queste le parole con cui si apre Questo mondo non mi renderà cattivo. Sono i primi versi di Sei in un paese meraviglioso, la canzone di Giancane, che aveva già firmato Strappati lungo i bordi, title-track della precedente serie di Zerocalcare. Stavolta Giancane è più rock, più arrabbiato, come lo è la serie. E in quell'incipit c'è già tutto il senso della serie. Giancane cita Gente di mare, la famosa canzone di Raf e Umberto Tozzi, con una lieve variante, che però cambia tutto. "Gente di mare che se ne va, dove gli pare, ma dove non sa", diventa "ma non qua". È il verso che smonta una certa narrazione sui migranti, quella che vuole il nostro paese come terra promessa di tante persone che si muovono in cerca di una nuova vita, mentre spesso sono qui di passaggio, per raggiungere altri Paesi. E così anche il verso "a rubarmi il lavoro in questa giungla e infrangere il mio sogno di aprire un bangla" sfata il mito che gli stranieri ci rubino il lavoro, perché spesso si trovano a fare lavori che noi non faremmo. La canzone è un ritratto ironico e triste di un'Italia dove "i ponti crollano, le navi affondano" e i "ministri applaudono".
2. I Fought the Law (The Clash)
Che sia una serie combattente, politica, impegnata lo dimostra la prima sequenza. Ci sono le note di I Fought the Law dei Clash, il lato più politico del punk inglese, ad aprire le danze. È la sequenza, molto cinematografica, dell'arrivo dei nostri - Zero, Sarah e Secco - al commissariato di polizia. Sono in stato di fermo per qualcosa che è accaduto e che scopriremo. La canzone è stata scritta nel 1958 da Sonny Curtis, che la incide nel 1959 quando entra a far parte dei Crickets, prendendo il posto del compianto Buddy Holly alla chitarra. I Fought the Law dei Clash è stata pubblicata come singolo nel 1979, inclusa nell'E.P The Cost of Living. Negli USA, il brano apparirà per la prima volta sull'edizione americana dell'album di debutto della band, The Clash.
3. Mr. Jones (The Counting Crows)
Eccola, la prima grande canzone che arriva dagli anni Novanta. Una canzone simbolo di quegli anni, il più grande successo (l'unico?) dei Counting Crows. La ascoltiamo mentre Zero e Secco vanno in giro per il quartiere e vedono per la prima volta i manifesti fascisti. Mr. Jones è il primo singolo degli americani Counting Crows, estratto dal loro album di debutto August and Everything After nel 1993. Il Mr. Jones di cui parla la canzone è Marty Jones, ex bassista dei The Himalayans e amico d'infanzia del cantante Adam Duritz. Il testo racconta delle aspirazioni dei due di avere successo come musicisti e di diventare "grandi stelle". È una canzone che conquista per il suo incedere positivo e coinvolgente, e per quel ritornello "sha la la", che richiama Brown Eyed Girl di Van Morrison.
4. Friday I'm in Love (The Cure)
Ricordate cosa dicevano dei Cure in Sing Street? Che erano happysad, felicitristi. Una canzone, anche questa anni Novanta, che racchiude questo è proprio Friday I'm in Love. E nella serie accompagna un momento felice. "Quel momento me lo ricordo perché a noi ce capita de ride un sacco, però non sorridiamo quasi mai, non abbiamo mai quella sensazione delle facce morbide, distese" racconta la voce narrante. "La nostra faccia è tutta accartocciata perché stiamo a ridere sguaiatamente così non sentimo in mostri nostri che ce strillano dentro, oppure tutta in tensione perché ce rode er c..o e stiamo quasi a fa er botto. Invece tranquilli e sereni non ce stamo mai. Per questo me lo ricordo così bene". Friday I'm in Love è una canzone del 1992, ed è il secondo estratto dall'album Wish. È una canzone trascinante, allegra (anzi, un po' happysad..), con una melodia così bella che Robert Smith si convinse di aver copiato la progressione di accordi del brano da qualche parte. Questa idea gli causò un profondo stato di paranoia nel quale chiedeva continuamente a tutti se la sua canzone ricordasse loro qualcosa di già sentito. Ma nessuno ebbe qualcosa da ridire, e Robert si convinse che quella melodia fosse proprio sua. Ancora oggi, nessuno l'ha rivendicata.
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5. Don't Look Back in Anger (Oasis)
Don't Look Back in Anger degli Oasis è una canzone chiave degli anni Novanta. È in quegli anni che Zero e Cesare si conoscono, e la canzone arriva nel momento in cui, in sala giochi, Cesare sceglie Zero, e gioca con lui. Da qui parte il ricordo di quando lui era piccolo, e giocava a pallone. "Quando facevano le squadre non me sceglieva mai nessuno". Nel momento in cui in sala giochi Cesare sceglie lui, "forse era la prima volta nella vita che me sentivo un privilegiato. Ma a 14 anni se non sei Angela Davis che vuoi capì..." Don't Look Back in Anger è uno dei brani simbolo degli Oasis, il quarto singolo (del 1996) dall'album capolavoro della band, (What's the Story) Morning Glory? (1995). "Mi ricorda un incrocio tra All the Young Dudes e il riassunto di qualcosa che potrebbero aver scritto i Beatles" dichiarò all'epoca, con la consueta modestia, Noel Gallagher, autore e chitarrista degli Oasis, che qui è anche la voce della canzone. Uno dei versi più famosi è ispirato a John Lennon: in una cassetta su cui stava cominciando a registrare le sue memorie diceva "Start a revolution from my bed, because they said the brains I had went to my head". Il verso "revolution from my bed" fa riferimento ai bed-in pacifisti di Lennon del 1969. E proprio la parte di piano che apre la canzone ricorda Imagine...
6. Timebomb (Chumbawamba)
"Stop, Hey What's That Sound", recita la canzone che sentiamo. È il ritornello dei For What It's Worth dei Buffalo Springfield (ricordate? L'abbiamo ascoltata in Forrest Gump e Lord Of War), ma con toni e melodie cambiate leggermente. Così, in mano ai Chumbawamba, diventa un'altra canzone. Timembomb è inclusa nell'album Anarchy del 1993. Nella serie la canzone arriva quando il produttore del film ha appena detto a Zero tutto questo, e lui si sente spaesato. E alza gli occhi al cielo, in quella che sembra la ripresa da un dolly. La ripresa dall'altro vola sopra a Secco e poi a Sara. E, dubbioso, arriva a Casa di Cesare e suona il campanello.
7. Made of Stone (Bruce Maginnis)
Made of Stone di Bruce Maginnis è una canzone malinconica, che trasmette un grande senso di disillusione. Arriva nel momento in cui Zero esce di casa di Cesare col magone perché gli ha fato delle promesse che in cuor suo sa che non avrebbe mai potuto mantenere. Più tardi vediamo Zero deluso dopo essere stato salvato da Cesare, e aver visto che va via con i fascisti, che è uno di loro, che non avranno mai più niente in comune. Come spiega il sito Songtell, Made of Stone di Bruce Maginnis, del 2018, "sembra essere una riflessione sulla condizione umana e sulle barriere emotive che molte persone erigono come forma di auto-protezione. La frase ripetuta "siamo solo umani, ma fatti di pietra" suggerisce che, mentre le persone sono esseri vulnerabili ed emotivi per natura, spesso cercano di apparire dure e distaccate".
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8. Bits of Kids (Stiff Little Fingers)
Zerocalcare aveva introdotto il mito di Orfeo ed Euridice. Era un modo per dire che a qualcuno che è stato all'inferno, una volta fuori, non sai davvero cosa dire. Così sarà stato per Orfeo, e così è per Zero, quando ritrova Cesare, che ha passato l'inferno della droga. Mentre ascoltiamo Bits of Kids degli Stiff Little Fingers, vediamo Euridice e Cesare in montaggio alternato. Entrambi sono reduci dall'inferno, entrambi sono da soli. Un montaggio velocissimo unisce i due volti. Gli Stiff Little Fingers sono un gruppo punk rock formatosi a Belfast, Irlanda del Nord nel 1977 e ancora in attività. Bits of Kids è un loro singolo del 1982.
9. MMMbop (Hanson)
Ecco un'altra canzone degli anni Novanta, una canzone infantile e spensierata, perfetta per rievocare una festa anni Novanta dove Zero e gli atri, ragazzini ballano e si divertono. Gli altri... Zero infatti guarda Secco che gioca a un videogame. È il momento in cui Zero introduce il suo nemico, Simone Luchetti, noto "rosicone" del quartiere Tiburtino, e racconta come, durante quella festa, studia e perfeziona la teoria della gravità di Isacco Newton, tirando carta igienica bagnata dal sesto piano. E prendendo in testa proprio Simone. MMMbop è stata pubblicata nel 1997 ed è il primo singolo tratto dal primo album della band, Middle of Nowhere. Gli Hanson erano famosi soprattutto perché giovanissimi all'epoca. Più tardi, da quella festa, ascoltiamo anche un pezzo dance, Restless di Neja, co Zero che non balla e fa il guardiano delle pizzette, immobilizzato nella grafite come Han Solo...
10. '74-'75 (The Connells)
Introdotta da quell'inconfondibile arpeggio di chitarra acustica, irrompe in Questo mondo non mi renderà cattivo '74-'75, hit di metà anni Novanta dei The Connells, lirica e malinconica. È un momento chiave della serie. Zero, deluso, va sulla spiaggia davanti alla "statua" di Sarah, una metafora del fatto che lei è sempre stata un punto di riferimento. Con quel commento, in tv, sul centro d'accoglienza, è come se avesse fatto crollare quella statua. "Tu pensi che intorno hai sempre avuto un punto di riferimento, un faro che te ricordava dove anda'. E te fidavi così tanto de quel faro che hai costruito tutto in torno il villaggio, tutta la vita tua. Poi quel faro crolla e tre rimani al buio in mezzo alle macerie". '74-'75 fu pubblicata nel 1993 (tratta dall'album Ring), ma divenne un successo in Europa nel 1995, sull'onda di altri successi acustici, come quelli dei R.E.M. e dei Soul Asylum. Il successo è dovuto anche allo storico video di Mark Pellington (l'autore dei video di Jeremy dei Pearl Jam e di One degli U2) e mostra alcuni membri della classe del 1975, ai tempi del liceo, con le foto prese dagli annuari, alternandole alle loro foto del 1993.
11. Nothing's Gonna Hurt You Baby (Cigarettes After Sex)
Arriva il chiarimento, la risposta di Sarah. "Tu ti sei sbloccato. Tutti vi siete sbloccati. Avete fatto cose. Io invece sono rimasta qua. Prima ero quella che poteva fà tutto. Poi sono rimasta quella che non stava a fà niente e mò so quella che non ha fatto niente" si sfoga la sua amica. "Non ti ricordi neanche quando pensi che stai a fà tutto bene poi sbatti gli occhi un secondo, li riapri, e scopri che hai buttato via la vita tua. Sei sempre ferma alla stessa casella, senza aver mai tirato un dado. Ora che finalmente è il turno mio, che me posso schiodà da sta casella, me chiudono la scuola e torno al via". "Andare al passo del più lento, sai qual è il passo mio? Non c'è, perché sto legata al palo e ve guardo che ve allontanate e non me state manco a guarda'". Dopo lo sfogo di di Sara arriva questa canzone malinconica, Nothing's Gonna Hurt You Baby dei Cigarettes After Sex, band texana definita dream pop/slowcore. La canzone è tratta dal loro primo EP, I., del 2012, registrato in una scalinata a quattro piani in un edificio dell'Università del Texas a El Paso, la loro città d'origine. Dark e ipnotica, con il basso che sembra preso da Fall Apart dei Death in June, era stata già usata in Gipsy, la serie con Naomi Watts, ma per una scena d'amore. Ma anche in The Handmaid's Tale, The Sinner e Shameless.
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12. Perfect Day (Lou Reed)
Il consiglio municipale è appena andato male, e il prossimo consiglio si terrà proprio lì, davanti al centro di accoglienza. "È come quando giochi a scacchi e stai a quel punto della partita che puoi fà una mossa sola" dice la voce narrante. "Se il cavallo muove a L muove a L, pure se te lo magneranno solo quello puoi fa'. Certo puoi aspetta', puoi perde tempo... Però tocca capì cosa succede mentre aspetti". Zero cammina disilluso, sotto il cielo stellato, e parte Perfect Day di Lou Reed, canzone dolcissima, e ironica, usata a contrasto in quel momento della storia, come in fondo era usata in Trainspotting. Capolavoro di Lou Reed, Perfect Day è uscita su 45 giri nel 1972 come lato B di Walk on the Wild Side, ed è la terza traccia dell'album simbolo Transformer, prodotto da David Bowie. Scritta da Lou Reed dopo una giornata passata a Central Park insieme alla sua fidanzata Bettye Kronstad, Perfect Day è stata spesso interpretata come la descrizione di una storia d'amore, con possibili allusioni ai conflitti interiori di Lou e al suo rapporto con le droghe, ma anche come una metafora della sua tossicodipendenza, un'ode all'uso dell'eroina come annientamento di sé stessi e della paura di vivere.
13. Cumuli (883)
"Cumuli di roba e spade per riempire il vuoto dentro di te". Cumuli degli 883 è una delle più belle canzoni di Max Pezzali, la canzone sulla droga per eccellenza. Si parla di Cesare, della sua dipendenza, del suo passato in comunità. E la canzone entra nella storia alla perfezione. Cumuli, tratta dal secondo album degli 883, Nord Sud Ovest Est, del 1993, racconta la vera storia di un amico di Max Pezzali e Mauro Repetto, Alberto Marchesi, Yè Yè per gli amici, e della sua esperienza con la droga e la disintossicazione con l'aiuto della comunità. Nel 1994 Marchesi ha scritto il libro Cumuli di roba e di spade dove racconta di questa sua esperienza.
14. Questo mondo non mi renderà cattivo (Path)
Questo mondo non mi renderà cattivo, di Path, è la canzone che dà il titolo alla serie, e arriva in un momento chiave della serie, a metà dell'episodio 5, quando Zero e Secco si confrontano. È la quiete prima della tempesta, prima che i due amici si uniscano alla manifestazione in cui si scontreranno con i fascisti. È una canzone folk, autoriale, alla De André. Path è nato nel 1983 ad Anguillara Sabazia, in provincia di Roma, ha un passato da operaio e oggi ha un suono combat folk, punk, soul. Path si definisce così. "Faccio canzoni di vita vissuta, la mia, dai ponteggi dei cantieri edili ai pub in periferia, parlo con la gente che incontro e mi ispirano un sacco di storie. Ecco, scrivo un sacco di storie, ma forse questo lo dicono tutti. Io però faccio nomi e cognomi, peccati e peccatori". Questo mondo non mi renderà cattivo, del 2018, racconta una di queste storie. "Non ho molti ammiratori in questa piccola città, anzi meglio, sono cresciuto a schiaffi al bar, e infatti al bar della stazione ero lo zingaro del giro, questo mondo non mi renderà cattivo".
15. Safe Haven (Angelic Upstarts)
E allora si parte per la manifestazione. È un momento glorioso, che va sottolineato da una musica potente, enfatica. Al corteo ecco due fazioni: i "nazisti" e il gruppo di Zero. I due gruppi si liquefano. E, delle due fazioni, restano solo loro: Cesare e Zero. Gli Angelic Upstarts sono un gruppo punk rock inglese formatosi a South Shields, nel nord-est dell'Inghilterra, nel 1977. Influenzati da gruppi come i Clash ed i Sex Pistols, gli Angelic Upstarts uniscono aspirazioni musicali ad un'ideologia da classe proletaria.
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16. Sarà perché ti amo (Ricchi e poveri)
Sarà perché ti amo, successo dei Ricchi e poveri, è usata a contrasto, in modo tristemente ironico, beffardo, come accade in alcune grandi serie. È una canzone d'amore e confusione che diventa di odio e confusione. E così sentiamo questa canzone allegra e spensierata proprio mentre tutto attorno scoppiano gli scontri. Sarà perché ti amo è grande successo dei Ricchi e Poveri del 1981, tratto dall'album E penso a te, il primo dalla band come trio, dopo l'uscita di Marina Occhiena. Che abbandonò il gruppo dopo una furiosa lite con Angela Brambati, la "brunetta dei Ricchi e poveri", proprio durante le prove di quel Sanremo del 1981 dove fu lanciata e dove i Ricchi e poveri, dopo qualche anno di oblio, tornarono alla ribalta. La canzone fu scritta da Pupo, Daniele Pace e Dario Farina.
17. What Are You So Afraid (Videoclub)
Finiti gli scontri, usciti dal fermo in polizia, subentra la malinconia, lo spleen alla Radiohead di What Are You So Afraid dei Videoclub. È il momento in cui Zero, Sarah e Secco si rendono conto che è stato Cesare a menare il figlio del politico. In quel momento Cesare esce dal commissariato e se ne va per conto suo, vittima designata, destinato a restare da solo. I Videoclub sono un progetto musicale francese formato a Nantes, in Francia, nel 2018, da Adèle Castillon e Matthieu Reynaud. Dicono di ispirarsi, tra gli altri, a Tame Impala, Chromatics, Cure, New Order e Pixies.
18. Spirits (The Strumbellas)
L'epica e tambureggiante Spirits degli Strumbellas ha l'onore di chiudere Questo mondo non mi renderà cattivo, mentre la voce narrante di Zerocalcare chiude la storia con la metafora della Fossa delle Marianne, mentre l'animazione supera il realismo e diventa un viaggio fantastico. La Fossa delle Marianne è profonda 14 chilometri, quello che dista il centro di Roma dal Grande Raccordo Anulare. E, a 14 chilometri, è facile sprofondare nel buio, e non essere più trovati da nessuno. Gli Strumbellas sono un gruppo musicale canadese alternative country/indie folk formatosi a Toronto nel 2008. Spirits, pubblicato il 21 agosto 2015 come primo estratto dal primo album in studio Hope, è la canzone che li ha rivelati in tutto il mondo nel 2016, arrivando in tutte le radio e finendo anche in un importante spot pubblicitario.