"Hic et nunc, dai latini la formula della felicità: qui e ora". Prende una piega filosofica la nostra video intervista a Neri Marcorè e Valeria Solarino, con cui abbiamo chiacchierato in occasione dell'uscita al cinema di Quando diretto e scritto da Walter Veltroni. Il film, tratto dal suo omonimo romanzo, segue un risveglio e le successive scoperte del protagonista, ossia Giovanni (Marcorè), un cinquantenne che si risveglia dopo tre decadi di coma, avendo subito un trauma celebrale durante la calda estate del 1984, a pochi giorni dalla morte di Enrico Berlinguer.
Trent'anni dopo il mondo è andato avanti, e lui riapre gli occhi, ritrovandosi in una realtà sperduta e aliena. Al suo fianco, in un percorso di accettazione ed esplorazione, c'è Suor Giulia, interpretata da Valeria Solarino. Nel cast di Quando troviamo anche Dharma Mangia Woods, Olivia Corsi, Fabrizio Ciavoni e Gian Marco Tognazzi. Se Neri Marcorè è il protagonista, a dividere la sceneggiatura in due c'è il fattore tempo, divenendo una sorta di osservatore silenzioso e ineluttabile.
Quando, Walter Veltroni: "Il tempo? Sono i passi della nostra vita"
Quando: la video intervista a Neri Marcorè e Valeria Solarino
A proposito di tempo, Neri Marcorè e Valeria Solarino ci spiegano il loro punto di vista durante la nostra chiacchierata. "Il tempo? Scartare le cose brutte, proteggere quelle belle", afferma l'attore, "Poi ci sono i cambiamenti, e accettarli è sempre complicato. Il cambiamento fa parte della nostra vita. Se ci fosse ancora il PCI ci sarebbero altre cose, e chissà come sarebbe oggi l'Italia. Ma va bene così, purché quello che troviamo oggi sia degno del passato. Altrimenti, forse è naturale ricercare le cose che ci tenevano uniti e vivi. Il presente impone una legge di vivere il presente per quello che è. Vivere troppo nel passato o nel futuro significa vivere spostati da noi stessi".
"Il tempo merita uno sguardo lucido"
Stessa idea, per Valeria Solarino, che dice: "Lo sguardo al passato serve per una consapevolezza. E il film racconta questo: riviviamo quegli anni con un occhio esterno. Dovremmo anche noi guardare il tempo con occhio lucido, astraendoci dalle nostre necessità individuali. Perché il bisogno vero è sempre collettivo, e mai solitario. Questo crea una società frammentata".
Ma se ci si affeziona ai loro personaggi, domandiamo come immaginano Giovanni e Suor Giulia dieci anni dopo gli eventi di Quando. "Me la immagino sempre come una suora", dice la Solarino, "Un'espressione di amore puro, non c'è niente di personale in lei. Si nutre di questo amore, e me la immagino ancora così". Invece, per Neri Marcorè: "Lo vedo alle prese con dei bambini, intento a creare un micro-mondo fatto di grandi ideali appartenuti al passato. È difficile pensare che il mondo possa andare in una direzione diversa oggi, spinto da paura e individualismo. Ecco, magari sarebbe bello ritrovarlo a creare piccole oasi e piccole comunità, anche di volontariato. Magari non si può cambiare il mondo, ma il nostro, quello piccolo, sì..."