Quando muori resta a me, la recensione: Zerocalcare e una splendida riflessione sulla crescita

La recensione del nuovo fumetto di Zerocalcare, una storia intima di crescita che emoziona e sorprende. Disponibile in tutte le librerie grazie a Bao Publishing.

Quando muori resta a me, la recensione: Zerocalcare e una splendida riflessione sulla crescita

Ogni volta che apriamo un fumetto di Zerocalcare ci sorprendiamo. Eppure ormai dovremmo esserci abituati alla qualità e profondità delle sue opere. Ciononostante iniziamo a sfogliare le tavole, leggere le prime vignette, e ci troviamo catapultati in un mondo intimo che riusciamo a comprendere appieno, tra un sorriso e l'altro, tra risate e lacrime, tra battute e riflessioni. Il nostro è uno stupore puro, genuino, ma insensato: perché ormai la capacità dell'autore di Rebibbia di catturarci con la sua capacità da affabulatore, di coinvolgerci nella storia e trasmetterci le sue emozioni, dovrebbero esserci ben note. Eppure ci stupiamo, forse perché questa capacità appare innata, naturale, spontanea, frutto di un talento innegabile e della capacità di annullare la distanza tra sé e il lettore (o lo spettatore, quando si tratta delle due serie animate prodotto per Netflix), di comunicare emozioni proprie e renderle universali e comprensibili a tutti. Lo fa sin dall'esordio con La profezia dell'Armadillo, si ripete ancora anche in Quando muori resta a me, ultima graphic novel pubblicata per Bao Publishing.

Una storia personale

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Una tavola del nuovo lavoro di Zerocalcare

Quella di Quando muori resta a me è la storia di un viaggio, una trasferta in auto di Zerocalcare in compagnia di suo padre. Destinazione: il paese delle Dolomiti da cui proviene la famiglia paterna, la situazione ideale per il protagonisti per comunicare e comprendere meglio quello che lui definisce Genitore 2. Se non fosse per un problema: i due sono incapaci di parlarsi, di comunicare nel senso più stretto del termine, scendendo nel profondo del loro rapporto e senza fermarsi a una innocua superficialità da chiacchierata di tutti i giorni. Una difficoltà nel dialogo che va a scontrarsi anche con altre difficoltà del viaggio, non per ultima la situazione conflittuale che i due trovano in paese, dove la loro famiglia non è vista di buon occhio per delle vicissitudini del passato su cui Zerocalcare dovrà far luce, indagando su le radici cel problema che risalgono al periodo della Grande guerra e che hanno ripercussioni sul giorno più misterioso e problematico della sua infanzia, quello che definisce "il giorno di Merman".

Le colpe dei padri

È indicativo il riferimento a Merman nel richiamo al giorno che Zerocalcare va a esplorare nel nuovo volume Quando muori resta a me, perché è da sempre significativo l'apporto della cultura popolare e dei personaggi iconici del nostro mondo immaginifico nell'economia del suo racconto. Così Merman, uno dei personaggi di Masters of the Universe, entra a far parte del racconto di un momento chiave della vita dell'autore e del suo rapporto con il padre, un nodo da sciogliere nell'arco delle 302 pagine dell'opera. Un nodo attorno al quale ruota e si inceppa(va) la problematica relazione padre/figlio che Michele Rech ci racconta in Quando muori resta a me, usandola come spunto per riflettere su analoghe situazioni che finiscono per essere la triste normalità per tantissime persone che vivono la medesima incomunicabilità con i propri genitori.

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Una pagina di Quando muori resta a me

Colpisce la lucidità e cura con cui questo rapporto è sviluppato e raccontato, che echeggia in una storia che sa, parallelamente e con verve, divertire e intrattenere. Si ride, come sempre, leggendo le tavole di Zerocalcare, ritrovandosi di colpo e senza rendersene conto, anche ad emozionarsi e piangere. È un dono questa capacità di dare svolte decise e brusche all'andamento emotivo del racconto, con una sicurezza e imprevedibilità che hanno pochi eguali. In Italia e fuori dai nostri confini.

Le responsabilità dei figli

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Una tavola di Quando muori resta a me, nuovo lavoro di Zerocalcare

Quel che ancor più sorprende è come Zerocalcare non si fermi a questo, non si limiti ad analizzare e approfondire il rapporto padre/figlio che si trova a vivere, ma lo usi come punto di partenza per riflettere su se stesso, come specchio in cui riflettersi per ragionare sulla propria vita, su traguardi, ambizioni e limiti. Tira una linea sotto gli eventi, le svolte e i traguardi della sua vita, li osserva e si interroga su quanto ottenuto e, soprattutto, sui limiti di un'opera artistica di successo ma una palude esistenziale in cui si sente di essersi bloccato. Non è una crisi di mezza età, ma una consapevole riflessione sui limiti del suo stile di vita e delle scelte portate avanti anno dopo anno, pubblicazione dopo pubblicazione.

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E lo fa, come sempre, con la capacità di comunicare e farci sentire le sue sensazione, facendo sì che siano spunto di altrettanti ragionamenti in chi legge. Ci si riconosce nei problemi evidenziati da Zerocalcare, li si comprende e condivide, perché tale è la lucidità di analisi da non poter lasciare indifferenti, perché il suo approccio ci incoraggia a fare qualcosa di analogo su noi stessi e approfondire aspetti e problemi che anche noi tendiamo a nascondere, ad ascoltare la nostra coscienza e dialogare con essa, come lui è solito fare con il già iconico Armadillo.

Conclusioni

È il solito profondo Zerocalcare quello che ritroviamo nelle pagine di Quando muori resta a me, la storia di un viaggio dell’autore/protagonista insieme al padre, punto di partenza per analizzare il complesso rapporto con il proprio Genitore 2, ma allo stesso tempo guardarsi allo specchio e riflettere su se stesso. Il tutto sullo sfondo di una storia da approfondire che affonda le sue radici nel passato e negli anfratti più oscuri del nostro paese. Un albo che diverte, fa riflettere ed emoziona. Puro Zerocalcare, sempre più maturo e compiuto.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • Partire da un viaggio per andare ad approfondire molto altro.
  • La capacità di analisi di Zerocalcare, che riesce a coinvolgerci nella sua intimità.
  • Riuscire a divertire ed emozionare da una pagina all’altra.

Cosa non va

  • Inutile dire che se non siete estimatori di Zerocalcare potreste non cambiare idea con questo nuovo lavoro.