Dal 2014 a oggi la serie Purché finisca bene di Pepito Produzioni e Rai Fiction ha messo insieme molti titoli e pubblico e non si è fermata nemmeno ora, nella difficile situazione produttiva che stiamo vivendo, proponendo due nuovi film per arricchire questa collection di commedie della fiction nostrana: dopo Digitare il codice segreto della scorsa settimana, arriva infatti anche Tutta colpa della Fata Morgana, un film diretto da Marco Oleotto con un cast composto da Nicole Grimaudo, Davide Iacopini, Claudia Potenza, Corrado Fortuna e Tecla Insolia, protagonisti che ci hanno raccontato il progetto in un incontro virtuale con la stampa.
La maledizione della casa del violinista
Purché finisca bene - Tutta colpa della Fata Morgana inizia con un sogno infranto, quello di Gabriella e dell'amica Anna, che volevano aprire la prima spadara a gestione femminile di Scilla, ma sono costrette a rinunciare per l'arrivo di un guastafeste del Nord. Si tratta di Claudio, un uomo d'affari pieno di idee moderne, che ha acquistato la casa diroccata che avevano individuato per la loro attività per aprire un boutique hotel. Per questo ha bisogno di persone del posto in grado di aiutarlo a trovare gli arredi giusti e si rivolge proprio a Claudia, che è titubante e non vorrebbe aiutare l'uomo. Ha però un'idea: il luogo in cui sorgerà l'attività è La casa del violinista, una vecchia struttura che si considera maledetta, così la donna decide di rendere reali le dicerie su quel luogo e sabotare i lavori con l'aiuto di Anna. La vicinanza con Claudio, però, cambia le carte in tavola e Gabriella ritrova poco per volta la fiducia persa nei confronti del genere maschile, mentre lui inizia a cambiare le idee preconcette che aveva sui meridionali.
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Diversi che si attraggono?
La solita storia dei diversi che si attraggono? Non proprio, a giudicare dalle parole di Nicole Grimaudo: "Gabriella e Claudio non si attraggono perché diversi, ma perché conoscendosi trovano dei punti in comune. La diversità può essere nelle piccole cose, mentre nelle cose importanti una storia d'amore ha bisogno di punti in comune." C'è calore umano in Claudio, "che scalda il cuore di Gabriella", e un legame con la Calabria che unisce anche loro. "In apparenza sono molto diversi" ha confermato anche Davide Iacopini, "ma nell'intimo hanno molte cose in comune. Come in tutte le commedie romantiche, i grandi problemi iniziali diventano grande spunto di avvicinamento nello sviluppo successivo."
La forza del miraggio
C'è sogno e ci sono miraggi nella storia di Tutta colpa della Fata Morgana. D'altra parte "anche l'amore è un miraggio, qualcosa di intangibile che diventa un'ancora" ha detto Corrado Fortuna, "e in questo film di cose intangibili ce ne sono diverse. Nel film credo al miraggio e mi faccio guidare dalle credenze popolari. Pur non essendo superstizioso, mi capita anche nella vita di tutti i giorni di ancorarmi ai miraggi." Sogni che possono essere punti di riferimento preziosi e importanti, come ha sottolineato anche Nicole Grimaudo: "I miraggi sono punti di arrivo, ci danno l'idea di quello che vorremmo. Senza miraggi e sogni non andremmo molto lontano."
Attenzione però a non puntare troppo e solo in alto, come ha avvertito Claudia Potenza: "Con gli anni bisogna imparare a vederli anche più in piccolo, altrimenti si aspetta sempre il grande miraggio e si vive tra la persona che si è e quella che si vuole diventare. In quel percorso ci sono tante piccole luci nei nostri giorni che bisogna saper cogliere."
Una terra magica
Magia che è stato possibile trovare sul set. "Abbiamo girato in Calabria" ha spiegato Matteo Oleotto, "una terra che ci ha accolti molto bene. Attraverso le potenzialità della storia che avevamo a disposizione, siamo riusciti a raccontare una terra veramente magica, che ha aiutato e dato un valore aggiunto di cui il racconto aveva bisogno." Si parla in qualche modo di magia, con un "copione molto lieve, delicato" che aveva bisogno di interpreti raffinati per metterlo in scena, così Oleotto si è dichiarato molto soddisfatto del suo cast. "Questo non è stato solo un film ma un'esperienza umana" ha raccontato infatti Nicole Grimaudo, "Matteo Oleotto ci teneva che fosse un set gentile e lo è stato. Quando si riesce a ostentare la gentilezza, questa torna."
Un cast che non si è tirato indietro quando si è trattato di spazzar via i pregiudizi nei confronti del sud: "vengo dal nord" ha detto Davide Iacopini "e posso dire che si tratta solo di un ritmo di vita diverso, non mancanza di voglia di fare." Si è dimostrata della stessa idea la Grimaudo, che ha parlato di "una cultura diversa nella tipologia di approccio al lavoro e alla fatica" e lo ha confermato Corrado Fortuna, di origini siciliane: "C'è un pregiudizio di fondo che è legato a mille cose diverse, che ho sempre cercato di evitare dimostrandomi il meno pigro possibile. Sono tornato a Palermo dopo 20 anni e devo dire che la differenza si sente, ma la mia provenienza non è mai stata un ostacolo, anzi è stata il 50% del mio lavoro."