Recensione Berlin Calling (2008)

E' proprio Berlino l'elemento chiave della vicenda, la ricchezza di un film che fa dell'ambientazione il suo principale punto di forza, calando le imprese del suo protagonista nella livida metropoli ultramoderna, capitale delle discoteche e della vita notturna, sede della provocatoria Loveparade, bellissima e gelida.

Pump Up the Volume

Notti folli in discoteca, musica a tutto volume, ritmo che pompa nelle orecchie, luci psichedeliche. Berlin Calling è il ritratto lucido e asciutto di un dj e producer musicale, una delle creature della notte che istigano alla danza migliaia di giovani. Ma è anche la storia di un collasso, di una vita sfrenata portata ai limiti dello stress e della resistenza fisica. A incarnare il protagonista della vicenda, il genio musicale DJ Ickarus, un vero dj e produttore musicale tedesco, Paul Kalbrenner, uno dei maggiori artisti della scena electro berlinese autore della colonna sonora del film, capace di far ballare fino a notte fonda anche la mitica Piazza Grande di Locarno in occasione della proiezione ufficiale. Berlin Calling è una pellicola naturalistica, priva di picchi drammaturgici e forse non pienamente riuscita, ma con uno script aderente alla vita dei protagonisti, Ickarus, appunto, e la fidanzata Mathilde, che appartiene al suo stesso mondo di eccessi ed esistenza spinta oltre i limiti, ma che, in quanto figura femminile pratica ed efficiente, tenta di dare una parvenza di ordine alla loro quotidianità.

La musica che trascina nel baratro e la musica che salva. L'arte come unicum. L'unione tra genio e sregolatezza e la maledizione dell'underground. Berlin Calling non ci racconta niente di nuovo nel mostrare la parabola autodistruttiva del protagonista che, a causa di alcune sostanze psicoattive contenute in una pasticca di Ecstasy, sprofonda in baratro che lo conduce in una casa di cura per malattie mentali. Di là, dopo aver toccato il fondo sperimentando l'abbandono degli affetti e la perdita del lavoro, ne uscirà esclusivamente grazie alla propria musica producendo un nuovo album capolavoro intitolato Berlin Calling.
Ed è proprio Berlino l'elemento chiave della vicenda, la ricchezza di un film che fa dell'ambientazione il suo principale punto di forza, calando le imprese del suo protagonista nella livida metropoli ultramoderna, capitale delle discoteche e della vita notturna, sede della provocatoria Loveparade, bellissima e gelida. La città fa da controcanto alle gesta del suo protagonista, smarrito nelle ampie strade in preda alle proprie psicosi, amplificando la sensazione di distacco che si prova di fronte al dramma personale di Ickarus. Il film evita sia la via del ricatto emotivo che quella del surrealismo ironico alla Trainspotting, mantenendosi prudentemente in un'ottica di equilibrio che non tocca il cuore, instillando nel pubblico il sospetto di superficialità, ma che tutto sommato non rende spiacevole la visione. Ottima la fotografia, soprattutto in esterni. Per i fan della musica elettronica una colonna sonora da non lasciarsi assolutamente sfuggire.

Movieplayer.it

3.0/5