Tutto, in Project X-Traction di Scott Waugh, è un richiamo a qualcos'altro, come vedremo in questa nostra recensione. Partendo dal titolo europeo che parafrasa e richiama il film del 2012 con Miles Teller, passando dalle vibrazioni buddy movie di Arma Letale o Rush Hour fino ad arrivare alle cromature del poster che richiamano visibilmente Max Mad: Fury Road di George Miller. C'è dentro davvero di tutto in questo nuovo action thriller distribuito da Netflix, originariamente conosciuto come Hidden Strike, e come spesso accade alcune cose funzionano ma moltissime meno.
Non si tratta comunque di un originale della piattaforma ma di un acquisto esterno, prodotto dalla bellezza di 13 compagnie differenti tra Cina e Stati Uniti d'America e diretto da un regista ormai navigato nel cinema di genere, già dietro ad Act of Valor e Need for Speed e pronto a sorprendere i fan di Sylvester Stallone e Jason Statham alla guida dell'attesissimo I Mercenari 4. Pensate che inizialmente uno dei due ruoli principali di Project X-Traction doveva essere affidato proprio a Sly, che ha però dovuto rifiutare per concentrarsi su Creed II. Questo significata che il film è in sviluppo più o meno dal 2016, sette anni addirittura complessi - pensando ai tre anni di Covid - per ricercare i giusti fondi e le giuste star per confezionare alla fine una sorta di Mad Max wannabe con richiami a Fast & Furious e more of the same di tanti altri progetti con protagonista Jackie Chan.
La guerra per il petrolio
Il presupposto da cui parte la storia di Project X-Traction è che nel mondo cominciano a scarseggiare le riserve di petrolio, che insieme all'acqua è ormai il bene più raro e prezioso. Si sono combattute delle guerre per l'accaparramento degli ultimi bacini disponibili, conquistati infine da due multinazionali petrolifere: la Yutime e la Unicorp, rispettivamente cinese e americana. Ci troviamo in un deserto arabico non meglio definito dall'aspetto di una terra desolata (una wasteland). Qui sorgono le raffinerie delle due società e sparsi tra le dune di sabbia alcuni piccoli villaggi dove vivono ancora diverse comunità locali. Non si tratta di un mondo post-apocalittico, ma il film vuole mostrare gli orrori e le conseguenze estreme della guerra per il petrolio in quelle zone, martoriate, ricoperte di carcasse di edifici e automobili e invase da predoni e sciacalli del deserto. Quando la situazione alla Yutime si fa pericolosa perché assaltati dai mercenari assoldati dalla Unicorp, il governo cinese autorizza una squadra speciale guidata da Luo Feng (Chan) a una difficile missione d'estrazione dell'intera struttura, chiudendo comunque le condutture di petrolio attraverso un intricato sistema di sicurezza decrittato.
Il compito di Feng è scortare fino alla Green Zone la popolazione della raffineria - compresi molti bambini - attraverso quella che è chiamata l'Autostrada della Morte, evitando attacchi mercenari e senza perdere nessuno. Allo stesso tempo, in un piccolo villaggio della zona, l'ex-militare Chris Van Horne (John Cena) è alla disperata ricerca di denaro per aiutare la comunità a riaprire le condutture dell'acqua sotto il controllo della Unicorp. Decide allora di tornare in azione e aiutare il fratello Henry (Amadeus Serafini) e il suo gruppo di mercenari a rapire una certa dottoressa da un convoglio in movimento sull'Autostrada della Morte, proprio quello scortato da Feng, fino a quando una terza e misteriosa parte non entrerà in gioco a scombussolare lo status quo e spingere Feng e Van Horne a collaborare insieme per fermare il suo piano.
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Un po' di tutto
Dove Project X-Traction non funziona è soprattutto nella sceneggiatura, firmata in solitaria da Arash Amel, alla cui penna è stato anche rimesso il prossimo The Ministry of Ungentlemanly Warfare di Guy Ritchie. Il problema risiede principalmente in un intreccio povero e superficiale e in un villain - interpretato da Pilou Asbaek - fin troppo stereotipato, ma anche in alcune situazioni narrative terribilmente elasticizzate e asservite per lo più alla commedia. Si nota una certa ingerenza produttiva nella guida della scrittura, destinata tanto a un pubblico americano quanto cinese, che ama a un livello per noi impensabile l'esasperazione di molti tropi situazionistici del cinema di genere statunitense. È però in svariati cliché dei buddy movie che Amel fa affidamento, svoltando in qualche modo la trama e avvicinando i tempi comici di Cena a quelli di Chan. Ne vengono fuori siparietti slapstick esilaranti e anche scambi di battute che in contesto sanno essere intelligenti per una leggera progressione della scena, vuoi per un gioco d'incomprensioni, vuoi per la bravura comedy dei due protagonisti.
In questo senso bisogna ammettere che i due hanno una chimica esplosiva, anche se purtroppo questo incontro avviene più o meno a metà film, cambiando per altro obiettivo e struttura dello stesso. Inizialmente Project X-Traction sembra davvero voler richiamare da vicino la road epic di Mad Max, arrivando a imitarlo spudoratamente nella sequenza della tempesta di sabbia con l'attacco al convoglio con le dune buggy, ben concepita nei corpo a corpo e in alcune soluzioni cinematografiche (pensiamo all'assalto vero e proprio) ma comunque afflitta da una CGI inadatta e rudimentale. Avesse proseguito lungo quel percorso, il prodotto sarebbe stato solo una povera copia del capolavoro di Miller, e invece si trasforma a metà corsa per diventare in tutto e per tutto un curioso e disfunzionale buddy movie, mutando persino genere e accontentandosi di essere godibile e mediocre intrattenimento senza pretese, comunque forte del divertissement di John Cena e Jackie Chan e di alcune coreografie riuscite.
In verità la regia di Waugh è straordinariamente funzionale a questo tipo di cinema che non vuole prendersi sul serio e che sfrutta l'azione e la commedia come principale mezzo di comunicazione popolare, privo d'interesse artistico e ragionato solo come distrazione e passatempo. Peccato non ci sia coesione produttiva e l'intera cornice VFX sia totalmente sbagliata, elementi che uniti all'aridità concettuale della sceneggiatura non aiutano Project X-Traction ad entrare nella lista dei b-cult dell'anno, anche se è verosimile l'eventuale uscita di un sequel. Che al netto di tutto sia nata una nuova coppia che spacca?
Conclusioni
In conclusione, Project X-Traction tenta di imitare l'epica da strada del capolavoro di George Miller salvo poi cambiare direzione e trasformarsi in un buddy movie cino-americano senza troppa spina dorsale. Si salva grazie alla chimica su schermo tra Jackie Chan e John Cena - che potrebbero diventare uno nuova coppia che spacca - e alla regia dei corpo a corpo di Scott Waugh (ma anche di alcune sequenze in auto), ma effetti speciali e CGI sono totalmente inadatti, la sceneggiatura è un tripudio di cliché e in fin dei conti è l'ennesimo prodotto che intrattiene con svogliatezza e mediocrità.
Perché ci piace
- La chimica e il divertimento tra Jackie Chan e John Cena.
- Alcune idee registiche di Scott Waugh, in attesa di vederlo all'opera in Mercenari 4.
- La parte simile a Mad Max è intrigante...
Cosa non va
- ... Peccato sia soltanto una sorta di McGuffin.
- Il villain di Pilou Asbaek è sbagliato sotto molti punti di vista.
- La sceneggiatura povera e stereotipata.