Un giovane uomo, dopo essere rimasto invischiato in un loop temporale, si ritrova a essere parte di una sorta di società segreta che controlla il tempo nel mondo. La solita vecchia trama? Invece, come spiegheremo nella recensione di Progetto Lazarus, la nuova serie Sky Original dal 12 agosto su Sky Atlantic e NOW, si tratta di un thriller action sci-fi dalle molteplici sorprese.
Loop temporale
Progetto Lazarus è scritto da Joe Barton e interpretato da Paapa Essiedu, già noto per la sua partecipazione ai cult Gangs of London e I May Destroy You (che vedremo prossimamente su Sky) nei panni di George, un giovane uomo programmatore di app che si ritrova sorprendentemente coinvolto in un loop temporale, che però non si ripete come avrebbe dovuto ma tutto il contrario. Ma non è questa la vera sorpresa che lo attende: scopre infatti ben presto di essere un mutante (niente X-Men o supereroi, tranquilli) e avere una percezione tutta propria dei loop temporali e che esiste un'organizzazione segreta mondiale, chiamata appunto Progetto Lazarus, composta da membri scelti e altri che hanno il Dono come lui, di prevenire l'estinzione mondiale rimettendo indietro le lancette dell'orologio. Ovvero far tornare indietro il tempo al 1° luglio prima dell'ultima modifica, che scongiurerà così tale scenario. Non è l'aspetto tecnico-scientifico a sorprendere però di questa nuova serie, anche se la mescolanza di loop e viaggi temporali fa il suo lavoro, bensì quello emotivo e corale.
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Coro di voci
Ben presto la storia infatti si ingrandisce intorno all'apparente unico protagonista, e anzi divengono molto più interessanti quelle degli altri membri della squadra, a conferma di una visione più corale della storia e che non sempre bisogna fermarsi al primo episodio di uno show per giudicare. Così, di puntata in puntata, quasi monografiche di lostiana memoria, veniamo a conoscenza di cosa hanno fatto alle vite private e professionali i precedenti rewind temporali, ora che è toccato anche a George. Quasi fossimo in una videocassetta anni '80-'90 e il nastro si potesse riavvolgere all'infinito. L'insegnamento che ne estrapoliamo è che le cose non potranno mai andare nello stesso identico modo due volte e, qualcosa, anche se di poco cambierà, e quel qualcosa potrebbe diventare il proverbiale "effetto farfalla" dall'altra parte del globo nella vita di tutt'altre persone. Non solo: nel serial si riflette anche sull'arbitrarietà di alcuni individui di decidere il destino del mondo, di giocare a fare Dio, di continuare a salvare un mondo che forse non vuole essere salvato e che anzi sta provando a morire in tutti i modi possibili. Una sorta di eutanasia dell'universo non concessa, incredibilmente attuale se pensiamo ai problemi legati al cambiamento climatico, alla pandemia, alle guerre in corso, e a quanto avrebbe voluto fare Thanos nel Marvel Cinematic Universe, anche se ci trovavamo in una dimensione fantastica.
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Corsa contro il tempo
La vita di George è un'assoluta corsa contro il tempo, che mantiene con il fiato sospeso lo spettatore grazie a un uso ad hoc di regia e montaggio frenetico. Il ritmo è alternato da momenti di apparente stasi in cui ai personaggi è permesso esprimere il proprio stato d'animo, a parole o attraverso flashback rivelatori - adattissimi dato che parliamo di uno show che gioca col tempo. È così che scopriremo la storia di Archie (Anjli Mohindra), di Rebrov (Tom Burke), di Shiv (Rudi Dharmalingam) così come della responsabile Wes (Caroline Quentin) e degli altri appartenenti alla squadra, che hanno visto la propria vita ribaltata da questo lavoro, spesso senza poter tornare indietro. Progetto Lazarus insomma sembra scimmiottare - in senso buono - le storie di supereroi (l'apparente villain di questa storia è un ex membro del Progetto passato dall'altra parte) per ricordarci che nella vita non si può sempre riavvolgere il tempo. E forse non dovremmo mai provare a farlo, perché tutti gli eventi concatenati - sia che si creda al destino o al libero arbitrio - ci portano ad essere ciò che siamo oggi.
Conclusioni
Alla fine della recensione di Progetto Lazarus confermiamo come non bisogna fermarsi al primo episodio di questo action thriller che sembra proporre la solita storia su loop e viaggi temporali, per poi sorprendere e prendere una deriva più corale e incentrata sulle implicazioni morali di alcune scelte a livello mondiale, sul destino del globo e sulla moralità in bilico di molte decisioni difficili.
Perché ci piace
- La serie riesce a rinnovare il topos narrativo del viaggio nel tempo e del loop temporale.
- La natura maggiormente corale ed emotiva della storia raccontata.
- L’interpretazione di alcuni “comprimari” più che del protagonista.
- Regia e montaggio frenetici per mantenere alta la tensione narrativa.
Cosa non va
- Alcuni passaggi potrebbero risultare un po’ ostici oppure poco realistici, ma si perdonano nel quadro generale del racconto.