Ludovico Bessegato ormai è il massimo esponente in Italia dei generi teen drama e young adult: dopo aver seguito Skam Italia come regista e showrunner, da qualche anno si sta dedicando a Prisma, serie Prime Video creata insieme ad Alice Urciuolo e ambientata a Latina.
Il primo ciclo di episodi è arrivato nel 2022 e ora è in streaming dal 6 giugno Prisma 2, seconda stagione, in cui ritroviamo i gemelli Andrea e Marco, entrambi interpretati da Mattia Carrano, che ha esordito come attore proprio con questo doppio ruolo, esattamente dove li avevamo lasciati. Andrea è attratto dagli uomini e ama vestirsi con abiti femminili: per diversi mesi ha chattato con Daniele (Lorenzo Zurzolo) fingendo di essere una ragazza. Marco invece vuole competere nella squadra di nuoto e ha una passione per Carola (Chiara Bordi), che però è stata ripresa mentre faceva sesso proprio con Daniele.
Quindi omosessualità, fluidità, mascolinità tossica: ancora una volta sono moltissimi i temi trattati da Bessegato. Per quanto riguarda i personaggio di Carola poi c'è anche quello della disabilità: la ragazza ha infatti una gamba prostetica. Per l'attrice (che ha davvero una protesi) è stata l'occasione di parlare di un tema spesso taciuto, ovvero sesso e disabilità. Ne parliamo nella nostra intervista, insieme a Caterina Forza, che ha il ruolo di Nina.
Prisma 2: intervista a Chiara Bordi e Caterina Forza
In Prisma 2 Carola fa un'intervista per parlare del revenge porn che ha subito. Nel corso della conversazione parla anche della sua disabilità e di come spesso le altre persone non associno questa parola a una vita sessuale. Quanto è importante parlare di un tema come questo in una serie che parla soprattutto ai ragazzi?
Chiara Bordi: "È molto importante: per molte persone è un dato di fatto. Per esempio per me è assurdo che alcuni possano pensarlo, perché lo vivo sulla mia pelle. Quando vediamo la quotidianità, cose che facciamo tutti, anche in chi pensiamo essere diverso, in qualche modo troviamo una chiave per approcciarci a quello che pensiamo essere diverso. Molto spesso si pensa che le persone con disabilità abbiano la disabilità come unico pensiero. Che sia l'unica caratteristica di quella persona. Mentre invece è una delle caratteristiche della sfera identitaria di quella persona, che, ovviamente, ha moltissime altre sfumature. A volte è importante ricordare che non è una sola caratteristica a fare una persona, ma tutto l'insieme".
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Le attrici di Prisma e le parole di Papa Francesco
Serie come Prisma si impegnano a parlare di temi come l'omosessualità senza drammi o pregiudizi, mostrandoli come aspetti assolutamente normali della vita di un essere umano, e poi arriva una sola parola del Papa a riportare tutto indietro di 50 anni. Per le attrici uscite come quella di Papa Francesco sono fonte di maggior stimolo, o di scoraggiamento?
Caterina Forza: "Non mi scoraggio mai, questo è sicuro. Anzi, è proprio quando succedono cose così che pensi: c'è ancora tanto da fare. Dobbiamo ancora lavorare tanto". D'accordo Bordi: "Il fatto che ci abbia, giustamente, sconvolto questa cosa secondo me è un buon segno. Probabilmente la stessa frase detta 50 anni fa sarebbe passata inosservata. Secondo me è già qualcosa. Però sì: sono queste cose che ci fanno rimboccare le maniche".
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Prisma e la mascolinità tossica
Negli ultimi anni si parla molto di "mascolinità tossica": ormai queste parole vengono spesse accolte come un attacco agli uomini, ma invece la serie mostra come anche i maschi siano vittime di un sistema che li vede per forza aggressivi e violenti. Il personaggio di Daniele ne è un esempio perfetto: infatti, anche quando scopre che la persona con cui ha chattato per mesi è Andrea, vuole ancora continuare a parlare e confidarsi con lui, perché nessun altro prima si era davvero interessato alla sua storia. Quanto è importante che anche i maschi parlino senza vergogna dei propri sentimenti?
Per Chiara Bordi: "La mascolinità tossica è un po' intrinseca in tutti gli uomini ed è la faccia brutta del patriarcato, che vivono anche gli stessi uomini. Il patriarcato ha le maggiori conseguenze sulle donne, ma, inevitabilmente, ha conseguenze su tutti. Questa mascolinità tossica spesso gli uomini a limitarsi, a nascondere i sentimenti, a dover essere per forza duri, machi, a non piangere, a non esternare emozioni. E secondo me è bellissimo che questo cercare di parlare, di mettersi in discussione, sia fatto proprio da Daniele, che è il macho del gruppo".