Prime Suspect - un'unica stagione prodotta dal network NBC - è l'adattamento statunitense dell'omonimo cop show britannico con la divina Helen Mirren, serie seminale dalla durata quindicennale da recuperare, se vi è sfuggita, a tutti i costi. È con un'eredità così pesante che la versione americana con la brava e coraggiosa Maria Bello di E.R. - Medici in prima linea e A History of Violence deve competere. Il remake in onda dal 17 maggio su Foxcrime, dallo staff al femminile - spicca la creatrice Alexandra Cunningham, sceneggiatrice così versatile che nel suo curriculum vanta sia Desperate Housewives - I segreti di Wisteria Lane che NYPD Blue - e dal cast prevalentemente maschile, non si limita a rimescolare elementi di altri show polizieschi americani con protagoniste donne come The Closer e Saving Grace, ma attinge a uno dei gioielli più preziosi della TV inglese, quasi a voler persuadere che la produzione sia immune dal terrore dei network di osare, reo del ristagno della serialità americana recente. Oppure, in modo molto più consapevole e sfacciato, vuole cannibalizzare un capolavoro contando sul fatto che il pubblico statunitense è a malapena consapevole dell'esistenza dello show originale. Per coloro che conoscono - e ne hanno un ricordo vivido - l'alcolizzata e testarda ispettrice Jane Tennison e l'audacia con cui la serie affronta casi scomodi il confronto è svilente, mentre per gli spettatori ignari che si avvicinano alla versione della Bello è possibile apprezzare un buon poliziesco senza grandi novità. Prime Suspect US, tuttavia, non ha abbattuto le riserve del network NBC e si è chiusa dopo una sola stagione di 13 episodi, soffocata dalla competizione con la selva di procedural che saturano il mercato Oltreoceano.
La Jane (Timoney) passionalmente interpretata dalla Bello è una donna detective della Omicidi di New York più arguta e con meno pregiudizi dei colleghi, che conduce una vita disordinata ed è sempre in guerra contro qualcosa o qualcuno. In un mondo professionale di uomini, subisce iniziali angherie, nella vita privata, cerca di tenersi il compagno nonostante la ex di lui usi il figlio per sabotare la coppia, e sul piano personale, Jane si sforza di rinunciare al fumo dopo essersi resa conto che arrancare a ogni jogging mattiniero e rischiare il broncospasmo a ogni inseguimento ostacolano la sua carriera già in bilico. La Timoney, come il suo alter ego inglese, mette il lavoro al primo posto ma preferirebbe tenersi una parvenza di vita sentimentale soprattutto perché Matt è interpretato dal biondo e felino Kenny Johnson di The Shield (era lo sfortunato Lem) e Saving Grace (era l'irresistibile Ham), mentre in ufficio i colleghi maschi la prevaricano accaparrandosi i suoi casi o prendendosi i meriti delle risoluzioni degli omicidi. Il suo look alla Colombo, ma più sfizioso e corredato da cappellini alla Dick Tracy, il suo essere perennemente disastrata ma brillante (e discretamente sfortunata, non riesce a sventare la rapina nel bar del padre) contribuiscono a regalare a Timoney una personalità distinta dal suo originale.
Per quanto riguarda il confronto diretto, invece, la sentenza è sfavorevole: la Prime Suspect di ITV non è solo una serie fondamentale diluita in quindici anni di cambiamenti sociali, ma è anche la superba prova attoriale di un magistrale Helen Mirren, la quale per la parte da protagonista ha impilato Bafta su Bafta. Prime Suspect UK esordì quando per le donne imporsi in settori di lavoro come le forze dell'ordine era una sfida per poche. La Jane della Mirren viene sottoposta a prevaricazioni inaudite e nel corso della sua sudata carriera si annienterà e annienterà la sua vita privata: fumatrice accanita, praticamente alcolizzata, una condotta sessuale alienante e instabile (predilige colleghi molto giovani o uomini sposati), un aborto sofferto, la Tennison rinuncia a tutto per raccogliere le forze contro i colleghi che la ostracizzano e la deridono, intimiditi dal suo talento, dalla sua apertura mentale e dalla sua superiorità intellettuale, e li sbaraglia grazie a una sensibilità e un intuito fuori dal comune. Il disagio professionale della Timoney, a confronto, risulta sminuito e anacronistico: Jane combatte in guerre già vinte da altre anni prima a un prezzo molto più alto. Analogamente, la versione americana non è in grado di trarre ispirazione dal coraggio e dalla forza con cui l'originale ha messo in scena ed esplorato casi spinosi e dolorosi immergendosi in perversioni e orrori, affrontando la prostituzione minorile maschile (e fu tra le prime a illustrare gli effetti dell'aids), le violenze sessuali, il razzismo. È un'impresa inutile e dal successo impossibile produrre un remake - e affini - di una serie che ha segnato la Storia della televisione britannica e rivoluzionato il poliziesco televisivo (e ospitato una miriadi di volti ora noti del panorama britannico come Ralph Fiennes, Tom Wilkinson, Danny Dyer, Paterson Joseph, Mark Strong, Peter Capaldi...) conducendo il pubblico tra percorsi urbani, pub fumosi, uffici tintinnanti di tazze da tè, stanze degli interrogatori saturi di confessioni inaudite, tra solitudine e ossessione avvolti in un rigore algido che impietrisce lo spettatore. Prime Suspect US è apprezzabile solo come prodotto a sé e non come versione re-immaginata dell'omonimo britannico. La Jane della Bello, sconcertata dalla vista dei colleghi che si prodigano per offrire i loro servigi alla collega procace e maliziosa, ispira empatia, seguirne i casi e gli sforzi quotidiani per farsi apprezzare in dipartimento e conciliare la vita professionale e quella privata è frustrante e appagante al tempo stesso. Jane si fa amare più della collega canadese King della serie omonima un po' spocchiosetta che risolve omicidi su tacchi improbabili, è più seducente dell'altrettanto acuta Brenda Leigh Johnson di The Closer che al posto delle sigarette cerca di resistere agli snack e preferisce gonne e golfini fiorati e chanel satinate a sciarpe e cappellini da detective. Prime Suspect è un poliziesco con una protagonista onesta e adatto a tutti i palati, edulcorato come edulcorate sono le battaglie professionali, i casi e i drammi personali attorno ai quali gira lo show, che paga la sempre più spiccata e controproducente tendenza del network NBC di non prendersi rischi.