Pretty Little Liars è proprio l'esempio di franchise televisivo che non muore mai ma è allo stesso tempo risorto più volte dalle proprie ceneri da quel "lontano" 2017, a suon di spin-off e reboot. Ultimo in ordine di tempo Pretty Little Liars: Summer School, ogni giovedì su Prime Video con un nuovo episodio in contemporanea con la programmazione americana, dove va in onda su HBO Max essendo un loro original. Un reboot che segue il percorso fatto dal servizio streaming con Gossip Girl, un altro brand Warner Bros., ma decisamente non con lo stesso mordente. Nella nostra recensione, proveremo a spiegarvi perché secondo noi non solo non ha lo stesso appeal dell'originale, ma non riesce nemmeno a connettersi con la società contemporanea senza risultare posticcio e superficiale, mentre un nuovo mistero si fa strada a Millwood, Pennsylvania. Cosa avranno combinato stavolta le ragazze?
Una trama estiva e misteriosa
La trama di Pretty Little Liars: Summer School riprende dopo gli "sconvolgenti" avvenimenti del ciclo inaugurale, sottotitolato Original Sin (o meglio, quello all'inizio era un titolo è stato fatto diventare un sottotitolo, quasi che la serie fosse antologica). Le cinque adolescenti di Millwood protagoniste devono affrontare il processo ad Archie "A" e la sua risoluzione sei mesi dopo: Imogen Adams (Bailee Madison), ora neomamma che ha partorito il proprio bambino nel precedente season finale e pensava di darlo in adozione ad Aria ed Ezra di Rosewood (proprio quelli della serie originale), ha in seguito optato per una coppia gay, che non riesce a lasciar andare. L'aspirante ballerina Faran Bryant (Zaria Simone) ha avuto il nulla-osta per tornare a danzare ma preferisce lasciare il posto del prestigioso campo estivo al quale era stata selezionata al fidanzato e a Karen Beasley (Mallory Bechtel), che dopo la morte della sorella gemella Kelly sembra aver trovato una nuova ragione di vita nella Chiesa.
L'internet-addicted Minnie "Mouse" Honrada (Malia Pyles), nonostante l'infinita pazienza del fidanzato, continua ad essere tale e il sito SpookeySpaghetti la porta a voler confrontare ancora una volta ciò che Archie si è lasciato indietro, come una casa nel bosco (citazione di genere). L'aspirante regista e fanatica dei film horror Tabby Haworthe (Chandler Kinney) si ritrova tutti contro, a partire dalla madre del suo aggressore, dopo il corto revenge movie girato insieme ad Imogen per denunciare ciò che il ragazzo ha fatto a lei e all'amica. Infine l'appena uscita dal riformatorio Noa Olivar (Maia Reficco) aspetta che la madre esca dalla riabilitazione, mentre vive a casa del fidanzato e dei suoi genitori, che non vedono la cosa di buon occhio.
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In principio furono le Piccole, carine e bugiarde...
La serie originale, ideata da Marlene King e basata sulla serie di libri Giovani, carine e bugiarde scritta da Sara Shepard, è andata in onda per sette stagioni su ABC Family dal 2010 al 2017 con grande successo. Il canale via cavo, rinominato poi Freeform, ha ospitato i due sfortunati spin-off, durati entrambi solamente una stagione: Ravenswood (inedito in Italia), che vedeva il ritorno di Caleb (Tyler Blackburn) e The Perfectionists, basato su un altro romanzo di Sara Shepard, che vedeva la ricomparsa di Alison (Sasha Pieterse) e Mona (Janel Parrish) ed è disponibile anch'esso su Prime Video. Ultimo in ordine di tempo è questo sequel/reboot Pretty Little Liars, creato da Roberto Aguirre-Sacasa e Lindsay Calhoon Bring.
Il ciclo inaugurale riprendeva lo schema narrativo del serial originario (a sua volta figlio di Desperate Housewives) e provava ad attualizzarlo, mettendo al centro il concetto che "le colpe delle madri ricadono sulle figlie". La nuova "A" infatti riteneva le protagoniste responsabili di una tragedia avvenuta nel 1999 (22 anni prima) per via di ciò che avevano compiuto le loro genitrici: alle ragazze non restava che il compito di ricostruire l'accaduto e rimettere insieme i pezzi. Ora, un anno dopo e reduci da svariati assenteismi e poca concentrazione scolastica, le cinque sono costrette a partecipare ai corsi estivi - da qui il sottotitolo Summer School altrimenti verranno bocciate e non potranno accadere al terzo anno. Nessun nuovo messaggio da parte di "A", ma qualcuno potrebbe prendere la sua eredità un po' troppo alla lettera.
Un franchise televisivo che non muore mai, come "A"
Gli autori scelgono di colorare la seconda stagione del nuovo Pretty Little Liars proprio con il genere horror tanto caro a Tabby, infarcendolo di citazioni, omaggi ed easter-egg più o meno velati che però hanno esattamente l'effetto contrario, risultando ruffiani, ovvi e fastidiosi, a tratti ridicoli. Non solo quelli meta-cinematografici che si rifanno al franchise di Scream (anche perché poi le protagoniste fanno esattamente quello che dicono che non dovrebbero fare) ma anche alle saghe di Halloween - La notte delle streghe e Non aprite quella porta, e ancora i copycat dei serial killer nei true crime.
La recitazione dell'intero cast giovane lascia parecchio a desiderare e sembra voler riempire alcune caselle sulla tabella streaming dell'inclusività e rappresentazione piuttosto che avere davvero un fine ultimo narrativo. Non bastano alcune strizzate d'occhio alla vecchia serie e alcuni personaggi a fare da collante, come la dott.ssa Anne Sullivan (Annabeth Gish), la terapista che ora incontra settimanalmente le nuove piccole carine bugiarde. Sostanzialmente, rispetto al buon lavoro fatto dagli autori di Gossip Girl, dopo _Le terrificanti avventure di Sabrina su Netflix, Roberto Aguirre-Sacasa continua a "rovinare" teen series originali per dar loro un tocco che attiri di più la generazione Alpha. Dimenticandosi però di tutte le precedenti.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Pretty Little Liars 2: Summer School ampiamente delusi da questo reboot/sequel che in questa seconda stagione si fa ancora più horror e citazionista, risultando però solamente ridondante e farraginoso. Non convincono l’interpretazione del cast né l’improbabile sequela degli eventi: se pensavate di aver assistito alla fantascienza con la serie originale, che aveva un suo perché nell'idea di base e nella struttura narrativa, dovrete ricredervi. All’orrore seriale (non di genere) non c’è mai fine.
Perché ci piace
- L’idea di rendere il teen drama meno mystery e thriller e più horror…
Cosa non va
- …riempiendolo però di troppe citazioni e omaggi e ottenendo l’effetto contrario.
- Un plot twist più improbabile dell’altro.
- La recitazione delle protagoniste.