Once a Power Ranger, Always a Power Ranger
È in queste parole che si potrebbe riassumere lo spirito con cui Netflix ha realizzato lo speciale celebrativo di un'ora in occasione del 30° Anniversario del franchise nato dai giocattoli Hasbro, riunendo gli interpreti storici per una nuova minaccia da affrontare, come spiegheremo nella recensione di Power Rangers: Una volta e per sempre, dal 19 aprile sulla piattaforma. Una sorta di rimpatriata scolastica in vista della serie reboot in produzione ordinata dal colosso dello streaming. Una rimpatriata in cui però c'è un grande assente: un volto che infatti sicuramente non rivediamo nello speciale è quello di Jason David Frank (l'originale Power Ranger verde che ha poi cambiato colori e appellativi più volte nel corso delle varie serie del franchise), scomparso tragicamente lo scorso novembre all'età di 49 anni e a cui lo speciale è simbolicamente dedicato. Per il resto del cast invece si è trattato a tutti gli effetti di una reunion e dev'essere stato sicuramente surreale ritrovarsi sul set 28 anni dopo. In realtà fino ad un certo punto, dato il periodo fitto di revival in cui viviamo, e di cui i Power Rangers sono solo l'ennesimo e più recente esempio.
Rimpatriata
Intitolato in originale Mighty Morphin Power Rangers: Once & Always, lo speciale Netflix riporta quindi come dicevamo i Power Rangers originali blu e nero (David Yost e Walter Jones) insieme ai "nuovi" Power Rangers rosa, rosso, giallo e nero (Catherine Sutherland, Steve Cardenas, Karan Ashley e Johnny Yong Bosch) nell'azione, proprio come i Looney Toones Back in Action del celebre film. Il gruppo dovrà riunire le forze per una minaccia che viene - proprio come lo spirito di tutto il progetto - dal passato, la strega Rita Repulsa, che nel frattempo si è robotizzata e rimodernata, mostrando nel proprio arco alcune frecce upgradate e pronte a colpire. Jingle di trasformazione con tanto di "parola magica", scene action rocambolesche ma anche estremamente semplici, tute e costumi che sembrano direttamente usciti dagli anni '90: tutto in questo speciale strizza prepotentemente l'occhio al passato, anche esagerando.
Al centro non vi è solo il concetto di reunion scolastica - in questo caso nei panni dei personaggi e non degli interpreti, come accaduto invece ad esempio al cast di Harry Potter sul set di Hogwarts - ma anche quello di famiglia. Il nucleo affettivo che i Power Rangers hanno formato col tempo negli anni e che si portano dietro tutt'oggi. Proprio nello spirito familiare del racconto, c'è una sorta di passaggio di testimone quando uno dei Power Rangers muore all'inizio dello speciale lasciando il posto alla figlia che vorrebbe prendere le redini della madre ma il resto del gruppo, che le fa da tutore legale, non è molto d'accordo per i proverbiali "rischi del mestiere". Tra una citazione, un omaggio e un easter egg, la storia si sviluppa in modo abbastanza prevedibile e semplice.
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Passaggio generazionale
"Da un grande potere derivano grandi responsabilità" si diceva in Spider-Man e tutto Power Rangers: Una volta e per sempre è ammantato del concetto di eroe per antonomasia. Ovvero colui (o colei) che guarda al bene degli altri prima che al proprio. Colui (o colei) che non cerca vendetta ma giustizia. Proprio per i cosiddetti "rischi del mestiere", il gruppo non vuole che la Power Ranger potenziale e più giovane si accolli una responsabilità del genere, ma i geni della madre potrebbero avere la meglio sulla ragione. Proprio come gli Avengers del Marvel Cinematic Universe, che hanno disperatamente bisogno che qualcuno raccolga la loro eredità in queste ultime Fasi, anche i Power Rangers di questo speciale raccolgono l'oramai abusato escamotage del rapporto genitori-figli, mentori-allievi per gettare le basi per un potenziale passaggio generazionale che porti avanti una tradizione di successo negli anni '90.
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Una tradizione che in realtà non si è mai davvero fermata, continuando con le serie animate dopo quelle live action. La famiglia (che si sceglie o in cui si nasce) e lo spirito di squadra da ritrovare dopo molti anni e allo stesso tempo da imparare per l'ultima arrivata, sono le tematiche al centro di questa ora d'intrattenimento, accompagnata da effetti speciali abbastanza basilari e una regia poco ispirata, senza particolari guizzi. L'operazione di Netflix si conferma nulla più che un momento celebrativo per fermarsi a guardare nello specchio e vedere con nostalgia il tempo che è passato. Un'idea arrivata in vista del reboot, che funga da tramite e da ponte, non così strana nonostante il disastroso adattamento del 2017 con Bryan Cranston, dato l'anniversario in corso. Del resto, come dicevamo all'inizio della nostra recensione: "Una volta Ranger, per sempre Ranger".
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Power Rangers: Una volta e per sempre consci come si tratti di una pura operazione commerciale nostalgica, che forse farà battere leggermente il cuore a qualche fan per il cast originario riportato in scena, ma allo stesso tempo fornisce una storia e una messa in scena degne degli anni ’90. Solo che siamo nel 2023. Speriamo non siano queste le risorse impiegate per il reboot in arrivo.
Perché ci piace
- L’aver riportato il più possibile la produzione originale.
- Il fatto che si tratti di uno speciale episodio di un’ora sostanzialmente.
- Gli omaggi alla serie originale e al compianto Jason David Frank.
Cosa non va
- La storia è davvero semplice e basica.
- La messa in scena è altrettanto basilare e priva di particolari guizzi.
- C’è un effetto retrò forse troppo forte in molti punti, in primis i costumi e le sequenze action.