Uscito per la prima volta in Giappone nel 1992, il mitico e indimenticabile Porco Rosso di Hayao Miyazaki è divenuto nel tempo uno dei titoli più amati e significativi del brillante autore nipponico, forte delle tematiche più care al maestro e ugualmente simbolo attivo della condanna del fasciamo. A trent'anni dalla release originale del film, Lucky Red ha scelto di riportare in sala uno dei massimi capolavori del regista in un momento storico e politico dove tanto è, in effetti, il bisogno di un'opera che con intelligenza e leggerezza sia in grado di spiegare anche alle nuove generazioni perché sia sempre "meglio essere porci che fascisti". E infatti Porco Rosso resta ancora oggi una delle migliori, più lucide ed estroverse riflessioni sull'anti-fascismo di sempre, perché raffinata nella sua critica diretta e pure indiretta, capace di essere immediata e pregnante nel mentre di un emozionante, colorato e raffinato racconto di riscatto.
Amore, amicizia e aereonautica
No, non sono le tre A di Rat-Man ("azione, avventura, atette"), ma le tre A di Porco Rosso, quelle che contraddistinguono al cuore il nucleo della storia, elementi cardine dell'intreccio e della caratterizzazione del protagonista, Marco Pagot. Quest'ultimo era infatti uno degli assi della Regia Aereonautica, una delle quattro forze armate del Regno d'Italia istituita nel 1923, un anno dopo la presa del potere di Benito Mussolini e l'inizio del ventennio fascista italiano. Inizialmente parte "del regime", a seguito di un incidente che lo lascia sfigurato al volto, rendendolo simile a un maiale, Marco decide di abbandonare l'aereonautica e la vita mondana lavorando come cacciatore di pirati del cielo alla guida del suo Savoia S.21 dipinto di rosso. Innamorato di Gina e figura quasi paterna per Fio, nonché in rivalità con l'americano Donald Curtis, Pagot rappresenta l'anima più dadaista in senso pratico mai creata da Miyazaki, forte di una feroce critica anti-bellica e umoristico e derisorio del sistema totalitarista mussoliniano, di cui proprio Porco Rosso è nemico. Non è un caso che rappresenti "la minaccia rossa" da debellare, mira degli squadroni punitivi e per questo considerato quasi avversario politico da abbattere.
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La rivoluzione dal cielo
L'intera analogia è posta in sotto testo voluto e ricercato rispetto al racconto più umano e sentimentale legato ai temi cari all'autore, ma insieme a Si alza il vento è il forte grido di Miyazaki contro la guerra e tutte le sue implicazioni, anche a costo di risultare al contempo storicamente incongruente. Convinto pacifista e di forte impegno anti-bellico, Miyazaki è persino arrivato a descrivere il Giappone militarista come "estremamente arrogante", elogiando però al contempo l'aereonautica nipponica e i piloti che la rappresentavano su nel cielo. Una valorizzazione che prima di essere posta in essere nell'ultimo film finora diretto da Miyazaki ha preso forma e contenuto, partendo da un certo concettualismo, proprio in Porco Rosso, dove prima del nazismo il regista prendeva d'assalto lo squadrismo fascista e la politica intimidatoria, mettendo il valore rivoluzionario della disertazione per ragioni etiche e morali al centro di un discorso più ampio, creando il suo personaggio più "patriota" di tutti, anche sofferto nel suo divertito impegno di cacciatore di taglie, perché a sua volta cacciato da uno dei "predatori politici" più pericolosi di sempre.
Il fatto che il finale mostri una felice sopravvivenza al ventennio fascista (nonché alla Seconda Guerra Mondiale) di un gruppo di contrabbandieri distanti dall'ideologia squadrista o militare e volutamente irrispettosi dello stesso, anche stravaganti, è sintomo che Porco Rosso è davvero il film più dada di Miyazaki, acceso e vivace anche nelle sferzanti battute contro il fascismo stesso, che reputa de facto più sporco del fango che macchia la pelle di un maiale. E ragionare in questi termini, nel 1992, su un argomento così complesso e difficile, per altro sfruttando il genere e l'animazione, rendono l'opera estremamente importante al di là del puro aspetto visivo, da rivedere anche e soprattutto oggi giorno per ripudiare un certo tipo di passato e librare le ali sempre più in alto, verso aria più pulita, magari incrociando la mitica sagoma rossa di Pagot, ancora lì da qualche parte a godersi la vita libero dalla morsa della repressione e della guerra.