Karl Glusman ci assicura di essersi trovato piuttosto a suo agio nell'eccentrico musical/non musical di Amanda Kramer Please Baby Please, disponibile su MUBI dal 31 marzo. Nel film l'attore newyorkese interpreta Teddy, il leader della gang Young Gents. Sguardo strafottente, cappello e giubbotto di pelle in stile Marlon Brando in Fronte del porto, Teddy sprizza mascolinità e sensualità da tutti i pori, ma nella rielaborazione dei sessi ad opera della regista Amanda Kramer si scambia languidi sguardi con Arthur (Harry Melling), in cui si imbatte durante un atto di violenza della sua gang.
"Per prepararmi al personaggio di Teddy mi sono ispirato ad Angelina Jolie in Ragazze interrotte" ci confessa Karl Glusman. "So che non le somiglio nel film, ma lei era nel mio cuore mentre recitavo. Ho cercato di essere imprevedibile e un tantino pericoloso, proprio come lei, soprattutto nei suoi primi film. Una delle prime cose che ho fatto è stata recarmi a Downtown Los Angeles e pagare un uomo per realizzare il mio cappello. Una volta che l'ho avuto in testa mi sono sentito davvero nella pelle di Teddy. Ecco le mie due principali fonti di ispirazione per il ruolo, Angelina Jolie e il mio cappello".
La libertà di sentirsi strano
Come ammette Karl Glusman, Please Baby Please è un'opera decisamente fuori dal comune. Film di questo tipo non se ne vedono molti con la sua eccentricità, il suo coraggio e la sua fiera capacità di restare al di fuori dei mainstream. "Quando ho ricevuto la sceneggiatura dai miei agenti, l'ho trovata strana e incredibile e volevo incontrare la persona che l'aveva scritta" ci rivela l'attore. "Sono stato risucchiato dal linguaggio e dalle immagini e quando ho parlato con Amanda Kramer mi sono offerto per il ruolo di Teddy. Credo che sia stata una delle audizioni più semplici e soddisfacenti per me. La sua sceneggiatura era così diversa da tutto ciò che avevo letto prima che mi sono detto: 'Diventerà un piccolo film fantastico o sarà terribile'".
Please Baby Please è ambientato una una Manhattan anni '50 stilizzata e artificiale. In realtà, come spiega Karl Glusman, il film è stato girato a Butte, in Montana, "uno dei centri storici antichi meglio preservati di tutti gli Stati Uniti. Un tempo era una città ricca, metà rievoca l'architettura del centro di New York e metà quello di San Francisco. Tutto quello che vedete sullo schermo è davvero così, niente è stato ricostruito. Solo i colori acidi e fluo e gli interni sono una scelta della produzione. Ogni giovane regista che vuole girare un period movie ambientato a New York deve recarsi a Butte, quello è il posto giusto per lui".
Sul set a passo di danza
Please Baby Please rivendica una dimensione corale e una qualità che lo accomuna al musical pur non appartenendo realmente al genere. La conferma ce la fornisce Karl Glusman quando rivela che, prima dell'inizio delle riprese, lui e gli altri membri degli Young Gents hanno lavorato con un coreografo "per acquisire il ritmo giusto. Abbiamo cercato di stare insieme il più possibile nonostante le restrizioni ci rendessero la vita difficile. Amanda ha creato questo ambiente confortevole in cui potevamo provare qualsiasi cosa. Lei ci ha dato grande fiducia e mi ha donato la libertà di sentirmi strano". Qualche grattacapo l'ha dato la scena iniziale del film, una vera e propria danza: "Col coreografo abbiamo provato i movimenti e le posizioni per una settimana, ma il meteo ci ha messo in difficoltà. Il giorno prima di girare c'è stata una bufera di neve, ma la regista non voleva neve sull'asfalto e per via del budget ristretto avevamo solo due ciak a inquadratura. Ma io non sono un ballerino professionista, perciò avrei voluto ripetere la sequenza ancora e ancora per farla perfetta".
Infrangere le barriere del sesso
Arriva il momento di affrontare il focus di Please Baby Please, la dimensione queer che avvolge la storia, mettendo in discussione concetti come maschile e femminile. La trama nasce da un omaggio a un genere ben codificato o è frutto della necessità di avere più diversità a Hollywood? "È una domanda che ho fatto alla regista" ci dice Karl Glusman. "Amanda mi ha detto che la storia nasce da un'esperienza personale. Una sera, mentre passeggiava, ha fatto un brutto incontro e il suo fidanzato è balzato dietro di lei in cerca di protezione, giustificando poi il gesto col fatto che in quel momento la sentiva più forte di lui. Così ha tradotto quella sensazione in una storia".
Creare la chimica giusta con Harry Melling è stato, però, piuttosto semplice. "Io e Harry siamo due professionisti, mi ha reso le cose molto facili. È gentile, generoso e ha un grande talento. Mi fido ciecamente di lui e sul set mi ha sorpreso. All'epoca venivo da un divorzio e Harry è stata la prima persona che ho baciato in un anno. È stato bello, mi ha fatto sentire di nuovo amato, e anche se non gliel'ho mai detto devo ringraziarlo". Molto positiva anche l'esperienza con Andrea Riseborough, "pura dinamite. Stare con lei sul set mi ha permesso di imparare tantissimo, il suo livello di dedizione è contagioso", e con Demi Moore "che ho incontrato brevemente in un negozio di antiquariato ed è stata gentilissima. Mi è dispiaciuto non avere scene con lei".
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Meglio un regista uomo o una donna?
Riflettendo sulle differenze nell'essere diretto da un regista uomo o donna, Karl Glusman esclama ridendo: "Amanda Kramer impreca come un marinaio. Incarna l'idea del maschile e del femminile in modo estremo. Il primo regista con cui ho lavorato in un film è stata una donna, Claire Carré. Sono stato fortunato a poter lavorare con tante registe, Sam Taylor Johnson, Chloe Okuno. Tutto quello che mi interessa è potermi fidare dei colleghi di lavoro, se un film è come un tango seguo i movimenti e cerco di andare in sincronia. Mi auguro che in futuro ci siano sempre più registe, ma alla fine non conta da dove provieni o quale è il tuo sesso. L'importante è lavorare con artisti di talento".