Cate e Ferro stanno preparando la maturità e un viaggio tra Spagna e Marocco con cui festeggiare la fine del liceo, ma all'improvviso la vita bussa prepotentemente alle loro porte: aspettano un figlio. Ancora adolescenti, i due si fanno prima coraggio a vicenda, decidendo di tenere il bambino, poi comunicano la notizia alle rispettive famiglie, scatenando una reazione a catena dalle conseguenze tragicomiche.
Presentato in concorso alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia, Piuma è il terzo lungometraggio di Roan Johnson, che ha portato con orgoglio la sua commedia al Lido, genere non sempre preso seriamente dai concorsi internazionali. Grazie alla sua ironia e alla spontaneità, il film è leggero in senso positivo, una vera piuma appunto, una pellicola che fa riflettere e ridere allo stesso tempo, anche grazie alla bravura dei due protagonisti, giovanissimi ma già molto concentrati. Blu Yoshimi e Luigi Fedele sono Cate e Ferro, due "millenial" trattati da sconsiderati ma in realtà molto più forti e pieni di risorse di quanto non si creda.
Abbiamo intervistato i protagonisti a Venezia, dove ci hanno detto che la loro generazione è sottovalutata: "Non sono d'accordo nel definire i giovani, e in particolare quelli degli anni 2000, come una generazione bruciata e di idioti" ha ammesso Yoshimi, continuando: "Bisognerebbe darci un po' più di fiducia perché siamo esseri umani anche noi ed è ovvio che di fronte a cose più importanti ci ritroviamo a dover crescere", d'accordo Fedele: "La grande potenzialità di questo film è proprio quella di abbattere degli stereotipi legati alla nostra generazione, definita spesso come una generazione di viziati e fannulloni. Non è sempre così: è una generazione che ha del magma. Definirci dei bruciati è un fatto di convenienza".