Se state leggendo questo articolo e avete qualche anno sul groppone, ricorderete bene le tante cose accadute online in materia di pirateria. In quegli anni prima che le piattaforme stile Netflix iniziassero la loro scalata al successo con abbonamenti dal prezzo mediamente stracciato (parliamo di ieri eh, non di oggi) e una modalità di funzionamento che riproponeva in modo legale quella di siti che di lecito avevano davvero poco.
Di per sé, un'idea del tutto priva di originalità quando concettualmente dirompente. La facilità con cui siti come Megavideo proponevano di tutto e di più alla faccia di Hollywood e dintorni, traslocava su servizi che erano perfettamente integrati nel sistema.

E che, come tali, hanno progressivamente alzato i loro costi perché al sistema di cui sopra i soldi piacciono, parecchio, tanto che si è venuto anche a innescare un discorso circolare che ha avuto come risultato a una vera e propria rinascita della pirateria dovuta all'esubero di piattaforme disponibili che hanno da un lato spezzettato l'offerta e, dall'altro, aumentato drasticamente l'esborso monetario da parte del consumatore. Consumatore alla quale viene anche tolta la possibilità di praticare il password sharing e che a quel punto decide di tornare a rivolgersi a mezzi che col concetto di copyright vanno meno d'accordo. Ora preferiamo porre l'attenzione su come le attenzioni dei pirati siano mutate di recente e di come, al centro di questi interessi, ci sia meno Hollywood e più manga.
I manga sono i prodotti editoriali più piratati
È Variety a pubblicare quelli che sono i dati di una ricerca effettuata da Muso dalla quale è emerso che, durante il 2024, in ambito di pirateria digitale c'è stata un'evidente crescita di traffico relativo ai manga. In quanto a media scritti, l'aumento delle visualizzazioni piratate trimestrali hanno subito un innalzamento di circa il 56%. Siamo passati dai 16,5 miliardi nel primo trimestre ai 25,7 miliardi nel quarto trimestre del 2024. Ben venti punti percentuali in più rispetto ai media televisivi tradizionalmente percepiti come vittime d'elezione della pirateria: nello stesso lasso di tempo sono aumentate del 36% nello stesso periodo, da 25,1 miliardi nel primo trimestre a 32,2 miliardi nel quarto trimestre.

Numeri che diventano anche più degni di analisi espandendo la fascia di tempo presa in esame e l'incidenza relativa dei manga all'interno della pirateria online di prodotti letterari. C'è stata infatti una crescita costante che ha riflettuto in maniera molto precisa quello che è il trend generale del settore. Nel 2019 le visualizzazioni sui siti pirata di manga rappresentavano circa la metà del totale della pirateria editoriale. L'anno scorso, i 55 miliardi di visualizzazioni su siti illeciti di manga non autorizzati hanno toccato quota 70% di tutto il traffico pirata nel settore dell'editoria. E non è neanche che si tratti di un problema circoscritto a un'area ben definita del globo, anzi. È tutto molto eterogeneo per così dire. Si passa dagli Stati Uniti all'Indonesia, che hanno superato persino il traffico derivante dal Giappone, con Russia, Francia e Messico a rispondere all'appello delle dieci nazioni che generano i maggiori numeri in quanto a pirateria di manga.

E c'è di più: la popolarità dei manga e della pirateria collegata a questo settore, ha generato un fenomeno singolare. Nel 2024, la top 10 delle serie Tv più piratate vede ben 8 posizioni occupate dagli adattamenti animati di manga, da Mi sono reincarnato in uno slime a Dandadan. Le uniche due che non rientrano nella categoria sono House of the Dragon e The Boys.
History repeating: i manga come Game of Thrones
Parlare d'impatto della pirateria non è semplice perché la realtà dei fatti è che ci sono varie sfumature da tenere in esame. Naturalmente, il più evidente è quello delle varie grida d'allarme sull'indotto perso. L'Associazione Parlamentare Giapponese per Manga, Anime e Videogiochi ad esempio ha stimato che la pirateria dei manga abbia causato all'industria un ammanco da 7 miliardi di dollari nel 2024.

La storia però c'illustra che esiste anche il rovescio della medaglia e che la pirateria, oltre a essere praticata anche da una larga fetta di persone che comunque poi spendono anche parecchi soldi in prodotti e servizi in tutto e per tutto legali, è anche una vetrina e un modo per penetrare in profondità in una demografica o in un'area dove non ci sono ancora mezzi consentiti dalla legge per fruire di una qualche opera d'ingegno. A insegnarcelo negli ultimi 30 anni è stata la HBO. La popolare rete TV via cavo americana ha sempre dovuto fare i conti con i "portoghesi", fin da quando gli abbonamenti venivano suddivisi fra vicini di casa che condividevano fisicamente più cavi che partivano da una data abitazione a quelle limitrofe. Nel 2014, l'ex CEO di TimeWarner Jeff Bewkes spiegava a Forbes che: "La nostra esperienza ci dice che tutto questo porta a una maggiore diffusione, più abbonati paganti, una maggiore solidità per HBO e una minore necessità di fare pubblicità a pagamento".
Poi passando a quello che era l'argomento principale dell'intervista, ovvero il fatto che Il trono di spade era all'epoca lo show più piratato a livello globale (un primato che ha poi mantenuto per svariati anni) aggiungeva parlando con l'intervistatore che: "Se guardiamo al panorama globale, credo che tu abbia ragione: Game of Thrones è la serie più piratata al mondo. Beh, sai, questo è meglio di un Emmy". La pirateria aveva portato la serie tratta dalla saga di Martin dappertutto, facendola conoscere anche ai sassi. Sassi che poi, magari, hanno speso i loro soldi per vederla in maniera più consona o acquistando prodotti su una licenza che, altrimenti, non avrebbero conosciuto e amato.

Spesso e volentieri poi, le puntate del Trono di Spade sono state vittime di leak online in streaming e P2P talmente smaccati e grossolani che, più che come atti di pirateria dovuti a chissà chi, sono stati letti come operazioni pianificate dalla stessa HBO per aumentare l'engagement intorno alla sua produzione. Perché se la pirateria avesse davvero affossato Game of Thrones causando chissà quali perdite, ora non staremmo qua in attesa della terza stagione di House of the Dragon e dei vari spin-off annunciati.
Un'opportunità di business
Insomma, lo scenario della pirateria è multidirezionale. Da un lato causa, nell'immediato, degli ammanchi monetari evidenti, palesi e anche alquanto ingenti. Dall'altro può essere un'arma per far sì che un dato qualcosa penetri in un contesto dove quel dato qualcosa è difficile da reperire e sta poi a chi produce quel qualcosa far sì che poi si dia vita a un modo legale di rispondere ai bisogni e alle necessità dei consumatori. In corti discorsi: la pirateria può essere un'opportunità di business se si possiede quel minimo di astuzia necessario a capire come farlo.

Non è di certo un caso se Sony, tramite Crunchyroll, si stia levando parecchie soddisfazioni in tal senso. L'azienda americana dominatrice dello streaming dedicato agli anime, sempre secondo i numeri snocciolati da Variety, ha registrato una delle crescite più rapide e costanti tra tutti i servizi SVOD. Dal 2021 ad oggi, il numero di abbonati si è letteralmente triplicato. E non è di certo un caso se colossi come Netflix e Disney abbiano iniziato a investire seriamente sugli anime, con l'obbiettivo di andare a scalfire il primato di Crunchyroll. Perché come insegna HBO, una volta compreso che c'è interesse verso qualcosa, la chiave di tutto sta nel trasformare un pirata in un cliente soddisfatto.