Un film sul potere della musica e dell'immaginazione, un'avventura picaresca riletta con la leggerezza e la semplicità dell'animazione per i più piccoli. È con l'eleganza e la poesia che lo contraddistinguono ormai da trentacinque anni che Enzo D'Alò firma il suo ultimo lungometraggio Pipì, Pupù e Rosmarina in Il mistero delle note rapite, adattando per il grande schermo la celebre serie tv per bambini scritta insieme a Vincenzo Cerami fino al momento della sua scomparsa nel luglio del 2013.
"Questo lavoro ha due padri:, racconta D'Alò alla presentazione del film alla stampa, il primo sono io che all'inizio della mia carriera ho lavorato con bambini di tutte le età costruendo insieme a loro i film e il linguaggio; il secondo papà invece è Vincenzo Cerami, che diceva di riscoprire il bambino di sei anni dentro di lui quando lavorava a queste storie. Questa volta ho scritto da solo, ma sentivo la presenza di Vincenzo ovunque. Invece di ricominciare con un nuovo sceneggiatore ho preferito andare avanti seguendo la logica che ci ha accompagnato per tutta la serie".
Leggi anche: Animazione: perché l'Italia resta indietro? Ce lo racconta Iginio Straffi
Tra cinema, musica classica e opera picaresca
Protagonisti sono i tre impavidi amici della serie: l'orsetto lavatore Pipì, l'uccellino Pupù e la bizzarra coniglietta Rosmarina, che questa volta dovranno fare i conti con una misteriosa scomparsa. Qualcuno ha infatti rubato le note musicali della partitura composta dal Mapà, la strana figura un po' mamma e un po' papà, per il Grande Concerto di Ferragosto. A guidarli la voce amica del Narratore (Giancarlo Giannini) che gli affida il compito di scovare il colpevole e recuperare le note rubate. Non ci sono indizi, se non che le note hanno vita propria e sono attirate dalla musica. Per questo Pipì, Pupù e Rosamarina decidono di rappresentare con l'aiuto degli animali del bosco tre grandi opere classiche: L'Italiana in Algeri di Rossini, Don Chisciotte di Massenet e Lo schiaccianoci di Tchaikovsky.
Leggi anche: Giancarlo Giannini, travolti da un insolito talento
Ed è proprio nell'uso della musica che il film rivela una innata vocazione didattica diventando il mezzo scanzonato con cui avvicinare un pubblico di giovanissimi alle opere classiche: "Tutti i film hanno una funzione didattica, l'importante è che non sia programmatica e venga affidata al suo substrato, non deve mai stare in primo piano. Abbiamo poi inserito in un universo fantastico una componente musicale molto forte e veristica, facendo cantare i bambini, mescolando, surrealizzando, metamorfizzando fino a far diventare l'opera fruibile da un pubblico di piccolissimi", spiega il regista de La gabbianella e il gatto.
Leggi anche: I 10 migliori film d'animazione degli ultimi anni
Un universo di personaggi imperfetti
Il mondo riproposto da D'Alò con la raffinetezza di un cantastorie d'altri tempi è quello illustrato da Anna Laura Cantone: personaggi imperfetti, buffi, con nasi sproporzionati e gambe piccolissime, più vicini a Pimpa che non alle principesse disneyane. Un caleidoscopio di colori e situazioni surreali realizzato con la tecnica del decoupage usando scampoli di tessuti, piccoli ritagli di carte colorate e foto, poi trasferiti in digitale: "La mia filosofia è non rappresentare il bello, ci racconta la Cantone, minimizzo i difetti con la simpatia. Oggi i bambini non hanno bisogno di ideali di perfezione e mi diverte disegnare personaggi così buffi e imperfetti". Il maestro ispiratore è Jacovitti, "per l'ironia dei nasoni", dice, e Luzzati "per il collage", ma quello che le interessa è "mantenere la matericità di ciò che disegno".
Un lavoro di cesello ispirato dalla sincerità e da una profonda conoscenza del gusto infantile, del loro universo immaginifico qui esposto a tematiche universali. "I personaggi di questa storia devono essere bambini di strada come quelli che giocano a pallone nei cortili e che quando cantano danno via libera alle emozioni; non hanno una partitura davanti, sono dei picari che attraversano il mondo", dice D'Alò. Ed è bello pensare di poter ritrovare con Pipì, Pupù e Rosmarina la nostra anima 'picara'.
Movieplayer.it
3.0/5