Una Roma che sembra senza speranza di redimersi sta per approdare sul grande schermo, specchio della realtà quotidiana che spesso sentiamo al tg o leggiamo sui social. Stiamo parlando della capitale al centro di Piove nuovo horror metropolitano di Paolo Strippoli dal 10 novembre al cinema con Fandango dopo la presentazione in anteprima ad Alice nella Città. Dopo l'avventura insieme a Roberto De Feo con A Classic Horror Story, realizzato per Netflix, il regista si butta in solitaria in sala. Perché la pioggia e quanto è stato determinante l'aspetto tecnico per un film di genere? Ce lo raccontano Paolo Strippoli e gli interpreti in quest'intervista di Piove.
Piove, la video intervista a regista e cast
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Il significato della pioggia nel film
Da una Roma come quella di Siccità di Paolo Virzì in cui non piove mai, passiamo a una Roma come quella di questo film in cui piove sempre. Voi che rapporto avete con la pioggia? Che sensazioni vi dà?
Cristiana Dell'Anna: La pioggia mi rende felicissima, è purificatrice.
Francesco Gheghi: Anche per me.
Paolo Strippoli: Ma infatti perché l'abbiamo chiamato Piove?
Leon de La Vallée: Quando mi metto a letto e vedo che fuori piove, mi sento la persona più serena al mondo. Mi dà una sensazione di confort incredibile.
Cristiana Dell'Anna: Io ho vissuto per lungo tempo a Londra, dove la pioggia è una costante. Non solo: la pioggia non scende verticale ma arriva orizzontale quindi più che l'ombrello, bisognerebbe avere gli occhiali da piscina (ride). C'è vento, una pioggerellina leggera. È proprio una presenza costante.
Paolo Strippoli: Ora scopriamo che Piove in realtà è il titolo sbagliato perché la pioggia ci rende a tutti felici (ride). Ma a una persona no, ovvero Jacopo Del Giudice, che è il papà del film e l'ha scritto nel 2017, vincendo il Premio Solinas con questa sceneggiatura. Infatti gliel'ho chiesto, perché è vero che piove tanto e che la pioggia attiva questo fumo, però poteva chiamarsi Fumo, anche se sarebbe stato orrendo come titolo (ride). Lui mi ha dato una risposta bellissima: "Paolo, io quand'ero bambino e sentivo 'piove' provavo una sensazione orribile, mi rendeva tanto triste, perché volevo uscire a giocare con i miei amichetti, volevo andare in giro e non potevo farlo. La pioggia mi rattristava". E questo film parla di un sentimento negativo che ti monta dentro.
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Piove, il comparto tecnico
Il comparto tecnico è sempre importante nei tuoi film, in A Classic Horror Story prima e ora anche in Piove. Qual è stata la sfida più grande per te come regista in questo film, e per voi come attori? Non so se magari è stato liberatorio potendo sbizzarrirvi.
Cristiana Dell'Anna: In fondo è sempre liberatorio.
Fabrizio Rongione: È liberatorio il trucco, il poter fare delle cose estreme. Ti libera di tante sfumature che vai a cercare come attore quando fai un film più classico. Le emozioni quando sono estreme sono paradossalmente più facili da gestire.
Francesco Gheghi: Per me la sfida più grande è stata dirigere Paolo Strippoli (ride). Non ascolta. Però devo dire che ha una bella faccia.
Paolo Strippoli: Sono fotogenico.
Francesco Gheghi: Tornando seri, è stata un'esperienza incredibile. L'horror ti dà la possibilità di trasmettere emozioni fantastiche. Con il trucco mi sono molto divertito insieme agli altri interpreti. C'erano scene complicate e difficili da fare, soprattutto con Fabrizio.
Paolo Strippoli: Poi sbottava, ma è giusto. Anche perché lui e Fabrizio dovevano avere per tutto il tempo questo liquido nero negli occhi.
Francesco Gheghi: Sennò passa che io mi lamento sul set (ride).
Paolo Strippoli: Lui è stato un eroe, lo sono stati entrambi. Hanno recitato per 30 minuti di film con questo mix in bocca di carbone, cioccolato, caffè, terra. Lo consigliamo come gusto, infatti faranno il gelato al gusto Piove. Ma solo i maggiori di 18 anni potranno prenderlo.
Francesco Gheghi: Battuta infelice.
Paolo Strippoli: Molto infelice (ride). Comunque loro due hanno resistito, alla fine non era una tortura, ma sono stati molto disponibili. Come spesso accade si deve correre sul set. Un conto è correre quando sei pulito, in una situazione di comfort, ma loro non lo erano quasi mai. Il film non è stato facile dal punto di vista attoriale. Gran parte del merito va a loro.
Francesco Gheghi: Vi racconto un aneddoto dal set. Era aprile, faceva freddissimo...
Paolo Strippoli: Tu sei un cretino! (ride)
Francesco Gheghi: Ho pensato "Tanto io sono col felpone, col jeans largo, mi metto una muta. Ti pare che si vede?"
Paolo Strippoli: Eravamo di corsa e ad un certo punto arrivo sul set. Tutti pronti per girare. Lo guardo ed è diventato ciccione. Sembra l'omino Michelin e mi dice "Giriamo" - "Francesco, ma che è successo?" - "Perché?" - "Francesco sei il triplo".
Francesco Gheghi: Mi sono cambiato al volo.
Paolo Strippoli: Io mi arrabbio molto raramente ma quello volta ha tirato fuori le lacrime nere a me. Mi ha fatto impazzire.
Cristiana Dell'Anna: Ma soprattutto dove hai recuperato la muta (ride).
Francesco Gheghi: Ma sai le richieste assurde degli attori (ride).
Speriamo ci sia un backstage di Paolo Strippoli con le lacrime nere che urla contro Francesco Gheghi. Attendiamo gli extra dell'edizione home video. Voi intanto andate al cinema a vedere Piove.