È sempre molto interessante vivere eventi come le Giornate professionali di Sorrento per noi che seguiamo con attenzione il mondo del cinema e ci lavoriamo giorno dopo giorno. È interessante perché ci permette di sollevare lo sguardo verso l'orizzonte, guardare oltre la stretta attualità che affrontiamo quotidianamente. Scrutare il futuro più o meno prossimo e farci un'idea di quello che sta per arrivare. Uno dei titoli che vivremo entro la fine dell'anno è Come può uno scoglio, il nuovo lavoro che vede protagonisti due mattatori come Pio e Amedeo, provenienti dal mondo della televisione ma ormai consolidati anche su grande schermo dopo l'accoglienza positiva di Belli ciao. L'uscita del film è prevista per il 28 dicembre, ma ci siamo fatti anticipare qualcosa di ciò che ci aspetta proprio da loro due, da Pio D'Antini e Amedeo Grieco.
Come può scoglio: perché questo titolo
La prima curiosità, inevitabilmente, riguarda il titolo: Come può uno scoglio, chiaro riferimento alla canzone di Battisti. Ma perché questa scelta? "Io non volevo!" ci dice Amedeo, ironico come sempre. "Quante volte ho detto 'facciamo un altro titolo'?", scherza col compagno d'avventura e con noi, "se mi chiedi perché, non lo so, non l'ho capito. C'è la canzone di Battisti? No, non c'è. C'è Battisti? Impossibile. Ma Gennaro ha detto di chiamarlo così e ci siamo fidati." Ma è un film che li vede interpretare personaggi all'opposto" ci spiega Pio, "io sono figlio di un ricco imprenditore trasferitosi dal sud al nord. Dopo la morte di mio padre, arriva questo factotum che si introduce nella mia vita e incredibilmente me la risolve."_
Ma il suggerimento è quello di guardare il video poco sopra, perché il modo in cui gli stessi Pio e Amedeo scherzano, raccontando a modo loro, anticipando con leggerezza e vivacità quanto accade nel film è un piccolo sketch a sua volta, come quelli a cui ci hanno abituati in televisione, prima, e al cinema poi.
Il lavoro con Gennaro Nunziante
Con Come può uno scoglio si rinnova anche la collaborazione con Gennaro Nunziante e ci è venuto spontaneo chiedere come sia cambiato il modo di lavorare insieme da Belli ciao a questo nuovo lavoro. "Noi veniamo dalla tv" ci dice infatti Amedeo, "ed è già complicato approdare al mondo del cinema togliendosi tutti i pregiudizi che questo comporta. Con Belli ciao abbiamo fatto una commedia pulita, anche semplice, con un sottotetto percepibile. Questo nuovo film è un'evoluzione, è un film più comico, più scorretto, ma resta quella pulizia che non è conforme a quanto facciamo in televisione che può permettere di allargare il pubblico." Un equilibrio quindi da mantenere, tra le proprie attitudini e il modo in cui la comicità sta cambiando negli ultimi tempi che vivono di politicamente corretto.
La ricetta della risata in una comicità edulcorata
Ma è cambiato l'approccio di Pio e Amedeo alla comicità? "Il nostro approccio non è cambiato, anzi è peggiorato" ci rassicura Pio. "Noi siamo dell'idea che se una cosa fa ridere, giustifica l'oltraggio. E che se si parla di satira, non ci deve mai essere l'oltraggio. È satira, nasce e muore lì. Negli ultimi anni ci siamo fatti assorbire da una cultura filo-americana che a noi italiani, soprattutto per quanto riguarda la commedia, non appartiene. Se vediamo i padri dell'ultima commedia italiana, da Lino Banfi a Verdone allo stesso Troisi, sono stati super scorretti e non vedo perché doverci edulcorare, ripulire." Ma l'obiettivo è sempre la risata: "È chiaro che quello che viene fatto deve essere divertente, perché se si cerca di essere scorretti ma non arriva la risata, è giusto prendersi le critiche."
"Bisognerebbe sempre tutelare il tentativo di far ridere" conferma Amedeo, "poi una battuta può far ridere o meno, ma da qui a censurare ce ne passa. Noi ci prendiamo la responsabilità di farci attaccare sui social da quelli che dicono 'non si fa'. In realtà dovremmo avere più colleghi che non si rifugiano nella confort zone. Noi ci prendiamo questa responsabilità perché pensiamo che i social siano lo specchio di una società che esiste in un altro mondo, mentre la gente nei bar e nei ristoranti e a casa dice le cose che diciamo noi."