Una storia drammatica ed estremamente toccante. Una donna costretta a ricostruire la propria vita dopo un evento così devastante da cambiarla completamente. Martha e Sean sono una giovane coppia che sta per dare alla luce la loro prima figlia, quando però, forse a causa di un ostetrica inesperta forse semplicemente per una terribile sfortuna, la neonata viene a mancare i due saranno costretti a ricostruire le loro vite, pezzo dopo pezzo. Pieces of a Woman, presentato in Concorso a Venezia 2020, è un film che racconta temi universali, come la maternità e il difficile superamento di un lutto, partendo però dall'esperienza vissuta in prima persona dalla sua sceneggiatrice, Kata Wéber, che ha perso sua figlio in circostanze molto simili a quelle raccontate nel film.
È proprio Kata Wéber ad aprire la conferenza stampa di presentazione del film alla Mostra del Cinema, spiegando come tutto sia cominciato da una scena in particolare, quella dello scontro tra la protagonista Martha, interpretata da una strepitosa Vanessa Kirby, e sua madre, interpretata da Ellen Burstyn."In quella scena ci sono tutti i temi più importanti del film, il lutto e le conseguenze su diverse generazioni di una tragedia mondiale come quella dell'Olocausto." La famiglia di Martha, infatti, è sopravvissuta al ghetto e alle deportazioni, eventi che però ne hanno profondamente influenzato il futuro, ci spiega la sceneggiatrice. "Volevo parlare di come viene trasmessa l'abilità di reagire alle tragedie da una generazione all'altra. Quella che ho scritto è una storia sulla maternità, volevo parlare di mio figlio mai nato e di come le persone che non ci sono più sono comunque una presenza costante nella nostra vita. Questo è un tema di cui non si parla spesso, ma credo che dovremmo farlo a voce alta."
La scena da cui tutto è cominciato
A prendere la parola è poi il regista del film, Kornél Mundruczó, che spiega di come aver letto la scena del dialogo tra madre e figlia, come dicevamo la prima ad essere scritta da Kata Wéber, lo ha subito convinto a dirigere il film, "È una storia tremendamente personale, Martha è una donna intelligente, forte, che rompe la tradizione e che non cerca vendetta per quello che le è accaduto."
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A farla scontrare con la madre è proprio il fatto che Martha non cerchi quella vendetta che invece dovrebbe essere, secondo il resto della sua famiglia, il suo unico obiettivo. Kata Wéber approfondisce l'argomento spiegando anche come tutto questo si leghi al fatto che sua madre sia una donna sopravvissuta all'Olocausto: "A guidare le famiglie sopravvissute a quella tragedia è senza dubbio la necessità di sopravvivere sempre, qualunque difficoltà la vita ci presenti. Questo è il tipo di insegnamento che ogni madre trasmette alla propria figlia. Il fatto che Martha però cerchi una via diversa, una soluzione differente dalla vendetta, la fa scontrare con sua madre. Lei deve cercare la propria strada, è abbastanza coraggiosa da non aver bisogno di vendetta, sentimento che invece è particolarmente presente in queste famiglie di sopravvissuti."
Vanessa Kirby ci spiega poi che ad attrarla così tanto nel personaggio di Martha è stato anche il suo grande coraggio: "Stavo cercando un ruolo difficile, che in qualche modo mi spaventasse. Mi ha attratto l'idea di rappresentare il tipo di dolore che queste donne devono affrontare, ed è stato molto difficile," racconta l'attrice, "è stato un onore poter essere la protagonista di questa storia."
Il rapporto speciale tra i membri del cast
Ellen Burstyn ci racconta invece come i membri del cast abbiamo instaurato tra loro un rapporto molto stretto, fondamentale per poter interpretare al meglio i loro personaggi. "Prima di cominciare le riprese del film ci siamo incontrati nel mio appartamento di New York e abbiamo letto e provato insieme la sceneggiatura per ben quattro giorni," spiega l'attrice, "penso che sia stato proprio durante quei giorno che siamo riusciti ad entrare nella testo, nei personaggi."
Vanessa Kirby ci racconta invece che, nella preparazione del film, per lei è stato anche molto importante poter parlare con donne che hanno vissuto la stessa tragica esperienza: "Una di loro è riuscita a farmi capire che cosa si prova dopo un fatto del genere quando mi ha spiegato che lei si sentiva come se si trovasse sulla montagna più alta del mondo, urlando contro vento, mentre tutti le altre persone, tutti i suoi cari, continuavano la loro vita come se niente fosse" ci dice, "questo è un pensiero che mi ha colpito molto, la solitudine e l'isolamento che queste donne provano sono i sentimenti che ho cercato di rappresentare nel film."
Tra tutte le sequenze di Pieces of a Woman quella più drammatica e toccante è senza dubbio quella iniziale, in cui assistiamo al parto di Martha. Il regista Kornél Mundruczó ci spiega perché abbia scelto di girarla seguendo i suoi personaggi così da vicino: "Volevo che il pubblico provasse quello che in quel momento stava provando Martha, che condividesse l'esperienza con lei."