Ogni recensione di un'opera tratta da un lavoro di Osamu Tezuka dovrebbe, come prima cosa e obbligatoriamente, ricordare al lettore l'enorme importanza che il Dio del Manga, come è conosciuto in Giappone, ha avuto nella storia e nella cultura non solo nipponica, ma mondiale.
Se oggi abbiamo la possibilità di vedere al cinema, in televisione o in streaming, una miriade di anime diversi, anche di grande qualità e di straordinario successo, se nelle librerie i manga trovano sempre più spazio, il merito è senza dubbio di questo Autore straordinariamente prolifico che è stato capace, nella sua lunga carriera, di spaziare in ogni genere (spesso anche inventandone di nuovi), di creare personaggi indimenticabili (la Principessa Zaffiro, Leo/Kimba il leone bianco, Atom/Astro Boy, Black Jack... solo per citarne alcuni) e, con una sorprendente naturalezza e umiltà, di gettare le fondamenta stesse dell'intera industria culturale di manga e anime.
Tutti i mangaka sono idealmente figli o nipoti di Osamu Tezuka, e tutti noi gli dobbiamo una consistente fetta del nostro immaginario.
Tra centinaia di opere di Tezuka una in particolare ha rappresentato, per lui, il culmine della sua poetica, il lavoro di tutta una vita: la serie della Fenice.
Si tratta di un progetto mastodontico, che si sviluppa in più di una dozzina di volumi, in cui la storia spazia dal passato al futuro più remoto, dalle storie di uomini comuni fino al destino dell'Umanità, tra le stelle di un cielo futuro.
E, su tutti, volteggia una Fenice, un sovrannaturale e bellissimo uccello di fuoco, ambito e irraggiungibile simbolo di immortalità, come una divinità aliena spettatrice delle nostre miserie, che a volte è una spietata giudice dei nostri peccati, a volte una forza benefica e salvatrice.
Da quest'opera, purtroppo rimasta incompiuta, e nello specifico dal capitolo Nostalgia, lo Studio 4°C ha tratto Phoenix: Eden 17, una miniserie anime in soli 4 episodi, ora disponibile su Disney+.
Paradiso perduto, Paradiso ritrovato
Essendo solo quattro episodi, meglio non svelare troppo della trama di Phoenix: Eden 17, che si sviluppa su un periodo temporale e spaziale molto più vasto di quanto non ci si aspetterebbe.
La storia inizia nel futuro, con l'arrivo di una coppia di coloni spaziali, Romi e George, su un pianeta potenzialmente abitabile: Eden 17. Qui i due hanno intenzione di crearsi una nuova vita, ma l'impresa si rivela subito improba: Eden 17 è un mondo ostile e difficile, arido e pericoloso. Con l'arrivo di una nuova vita in arrivo, però, George e Romi cercano di non perdersi d'animo, almeno fino a che una tragedia non sconvolge tutti i loro i piani.
A quel punto toccherà a Romi trovare la forza per dare modo al neonato Cain, suo figlio, di provare a tornare sulla Terra. Quello che Romi non sa, però, è che questo è solo l'inizio di un'epopea che durerà per secoli, e che la porterà oltre ogni limite e su mondi distanti prima di tornare, finalmente, sulla Terra, solo per trovare un mondo morente, nelle mani di esseri umani avidi e ormai senza più speranza.
Un piccolo pezzo di cielo
Se lo stesso Tezuka considerava La Fenice come la sua opera più complessa e importante, un motivo ci sarà: si tratta di un vero e proprio poema, inteso nel senso epico del termine, che ignora qualunque classificazione di genere e diventa il racconto corale, e accorato, di un'umanità insieme dolente e magnifica. Pacifista convinto, finissimo osservatore e narratore dell'animo umano, Tezuka ha creato e raccontato personaggi tridimensionali, magnificamente delineati sia nei momenti più alti e nobili, sia quando si fanno trascinare, e corrompere, dai loro desideri e dalle pulsioni più turpi. E, sia che si tratti di raccontare un passato sanguinoso, o di spingere lo sguardo nel buio e spesso sconfortante futuro, il contrasto tra Eros e Tanathos, tra l'amore e la sopraffazione, insieme alla ricerca del senso più profondo della vita, restano i temi principale di questo capolavoro.
La realizzazione tecnica, che vede Shojiro Nishimi alla regia e Shinji Kimura alla direzione artistica, è ineccepibile: le animazioni risultano sempre fluide e armoniose, il design dei personaggi è accattivante e rispettoso del tratto originale, mentre le scenografie e le creature aliene contribuiscono a creare un mondo (anzi: diversi mondi) che sono contemporaneamente familiari e alieni.
Manca, purtroppo, il doppiaggio italiano: assenza gravissima e imperdonabile, in questo caso.
Speriamo solo che Disney+ realizzi di avere tra le mani un prodotto d'eccellenza e corregga questa gravissima svista.
L'unico difetto che si potrebbe imputare a Eden 17 è l'essersi limitati solo a un capitolo, adattandolo sì alla perfezione (anche se con qualche necessario cambiamento rispetto al manga), ma lasciando allo spettatore la sensazione di trovarsi di fronte solo a un piccolo particolare di un quadro più grande. La storia, sceneggiata da Katsunari Mano e Saku Konohana, è sicuramente godibile anche nella sua limitata durata e slegata dal contesto complessivo, ma, per chi conosce l'opera originale, resta il rimpianto di aver visto solo una minima parte del tutto.
Solo una singola, brillante costellazione di un intero cielo stellato.
Conclusioni
Più che una recensione, questa è un'esortazione a vedere Phoenix: Eden 17, che è scontata se siete appassionati di anime, e conoscete la grandezza di Osamu Tezuka, ma lo è altrettanto se gli anime non sono di vostro gradimento, ma amate la fantascienza con profonde implicazioni etiche e morali. O, più in generale, se vi piacciono le belle storie. Sono "solo" due ore di struggente poesia per immagini.
Perché ci piace
- Una storia bellissima, triste e comunque piena di speranza.
- Animazione di ottimo livello.
- Uno dei riconosciuti capolavori di Osamu Tezuka.
Cosa non va
- Un solo capitolo, su più di dodici, non è abbastanza.
- Richiede una buona dose di maturità, non solo emotiva, allo spettatore.