"Un piccolo passo per un coleottero. Un grande passo per gli insetti" Sono le parole di Ronzolino, un simpatico maggiolino ormai attempato, nel momento in cui, dopo averci pensato per anni, arriva sulla luna. Ne parliamo nella recensione di Peter va sulla luna, film d'animazione in arrivo dall'Austria e della Germania, in uscita al cinema il 21 luglio e al Giffoni Film Festival il 22 luglio. Tratto dalla popolare fiaba tedesca per bambini di Gerdt von Bassewitz, Peter va sulla Luna è una rivisitazione moderna di Ali Samadi Ahadi, regista della fortunata serie di film Pettson and Findus. È un film che mette insieme bambini e insetti, in maniera un po' curiosa, avvolgendoli in un'atmosfera che è quella della fantascienza d'altri tempi. Peter va sulla Luna è un film d'animazione ingenuo, rétro e fantasioso, con un character design che funziona a corrente alternata. Ha tante trovate, alle quali però non corrisponde un effetto emotivo altrettanto forte.
Peter, Ronzolino e L'Uomo del Sonno
Peter è un giovane nerd appassionato dello spazio. Quando Anne, la sua sorellina, scompare, Peter parte subito alla sua ricerca. In qualche modo arriva a Campo Stellato, dove l'Uomo del Sonno, un anziano uomo con poteri magici, e Ronzolino, un maggiolino parlante, gli spiegano che Anne è tenuta prigioniera sulla Luna, dove regna il fantomatico Uomo Luna. Così, questa improbabile "Armata Brancaleone" formata da Peter, l'Uomo del Sonno e Ronzolino, parte verso un'avventura spaziale per liberare Anne.
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Nel segno di Melies e Jules Verne
Per una space opera d''animazione, come Lightyear - La vera storia di Buzz, che guarda verso il futuro, la colonizzazione di pianeti lontani e viaggi nel tempo e nell'iperspazio, che immagina tecnologie che ancora non esistono, c'è un'altra space opera, come Peter va sulla luna, che guarda invece al passato, molto indietro nel tempo. L'ispirazione del film di Ali Samadi Ahadi sembra ispirarsi alla fantascienza di più di un secolo fa, a quel Viaggio nella Luna di Georges Méliès, che è stato uno dei primi grandi film della storia del cinema, e ai romanzi di Jules Verne. Era una fantascienza che si contaminava con il racconto d'avventura, un'era in cui della Luna non si sapeva niente e si poteva fantasticare di popoli e creature incredibili che popolavano il nostro satellite. Immaginare di viaggiare sulla Luna era come immaginare di raggiungere posti reconditi sulla Terra, incontrare le popolazioni indigene mai viste, animali e piante sconosciute. È una fantascienza retrofuturistica che si contamina con il grande cinema d'avventura.
Un mondo piacevolmente astratto, incantato, irreale
Cinema d'avventura e vecchia fantascienza, in fondo, avevano lo stesso scopo, prima che la fantascienza diventasse un genere adulto e indagasse temi filosofici: stupire. Ed è quello che prova a fare Peter va sulla Luna, che è un film a suo modo fantasioso, libero, sfrenato, che unisce la passione per lo spazio che hanno i bambini, la simpatia che danno gli insetti, e l'incanto del mondo delle fiabe, con fate e fatine e l'Uomo del Sonno. È un mondo dove l'Orsa Maggiore è davvero un'enorme orsa, e dove tutto è possibile. La cosa vincente di Peter va sulla Luna è proprio l'immaginazione, la fantasia, la costruzione, anche ingenua, di un mondo piacevolmente astratto, incantato, irreale.
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L'animazione che arriva dall'Europa
Quando ci avviciniamo a prodotti d'animazione che non arrivano dalle storiche major americane lo facciamo sempre con curiosità, per capire a che livello sia quella dei paesi europei. È un discorso che abbiamo fatto con film come Capitan Sciabola e il diamante magico, in arrivo dalla Norvegia, e Hopper e il tempio perduto, in arrivo dal Belgio. Si tratta spesso di prodotti più ingenui, che non scontano tanto il gap tecnico con le grandi case d'animazione, quanto un character design non originalissimo e una certa tendenza a riprendere storie già viste. La forza di produzioni come la Pixar, contrariamente a quanto spesso si crede, è più nella fantasia e nella follia di certe storie che nella tecnica di realizzazione, dove comunque la differenza si vede. Peter va sulla Luna ha un buon character design, anche se non originalissimo, per i protagonisti, meno per antagonisti e personaggi secondari. Quanto alla fantasia, ce n'è molta in questa storia.
Contro il bullismo
Il problema è che, rispetto ai grandi film d'animazione a cui siamo abituati, manca forse quel coinvolgimento emotivo, quell'empatia con i personaggi che non è facile da creare, e che è appunto un mix sapiente di scrittura, approfondimento dei personaggi e carachter design in grado di affascinare. C'è però un bel messaggio, in Peter va sulla Luna, che è quello contro il bullismo. Peter è in qualche modo bullizzato, ma lo sono anche i nuovi amici che incontra nello Spazio. E dall'amicizia, dalla consapevolezza di sé, nasce quella sicurezza che ti fa affrontare anche i bulli. Per Peter il viaggio sulla Luna è ovviamente un percorso di crescita, è capire i sentimenti che prova per la sorellina, è imparare ad ascoltarla.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Peter va sulla Luna, è un film d'animazione ingenuo, rétro e fantasioso, con un character design che funziona a corrente alternata. Ha tante trovate, alle quali però non corrisponde un effetto emotivo altrettanto forte.
Perché ci piace
- La costruzione di un mondo piacevolmente astratto, incantato, irreale.
- L'ispirazione alla fantascienza di un tempo, a Méliès e Jules Verne.
- Il character design è riuscito nei protagonisti...
Cosa non va
- ...meno negli antagonisti e nei personaggi secondari.
- Il film non riesce a creare commozione ed empatia con i personaggi.