Lo diciamo sinceramente: avevamo un po' paura ad approcciarci a Pesci piccoli, la prima serie comedy (e la prima serie vera e propria, se vogliamo) dei The Jackal, disponibile dall'8 giugno su Prime Video, perché gli YouTuber divenuti famosi coi loro tormentoni e parodie sul web per raccontare il disagio di una generazione oggi, quando si erano cimentati con qualcosa che fosse di durata più lunga di uno sketch (il film Addio fottuti musi verdi) non avevano ottenuto un grandissimo risultato. In questo caso invece, complice forse il raccontare il loro mestiere quotidiano sopra le righe, complice la matrice comedy del racconto, complice il formato da mezz'ora degli episodi, il prodotto che ci apprestiamo a raccontarvi nella nostra recensione è tutt'altro che dimenticabile. Anzi, sfrutta il proprio potenziale nelle sei puntate che la compongono.
Pesci piccoli, grandi squali
Se Big Fish di Tim Burton raccontava di un uomo che si sentiva un pesce troppo grande e speciale per lo stagno in cui era nato e cresciuto, Pesci piccoli - Un'agenzia. Molte idee. Poco budget (il titolo già dice tutto) fa il contrario: mostra le vicissitudini quotidiane di un'agenzia nella periferia di Napoli (e non al centro, come Call My Agent - Italia faceva con Roma) che deve soddisfare clienti piccoli pur avendo delle idee forse molto più grandi. Una situazione che molti di noi che lavorano nella comunicazione (ma non solo) possono aver vissuto: dover accontentare clienti piccoli eppure egocentrici e fuori dalla realtà, dover coinvolgere influencer nostro malgrado, e così via. Pesci piccoli si fa quindi beffe di tutte le idiosincrasie della comunicazione di oggi, mettendole alla berlina ma allo stesso tempo celebrando il lavoro di squadra e la famiglia che, se l'agenzia funziona, si crea sul posto di lavoro, dal karaoke del venerdì sera ai balletti mattutini su TikTok fino alla bowl delle merendine.
Serviva però una storia forte e i The Jackal l'hanno scovata introducendo un elemento esterno al loro team, nella realtà come nella finzione: Martina Tinnirello, totalmente esordiente e riuscita nel ruolo di Greta, la nuova responsabile della filiale (strizzata d'occhio a The Office) apparentemente rigida e incorruttibile, poiché ufficialmente promossa ma in realtà declassata a quel ruolo dalla sede centrale, che deve scontrarsi con un modo di lavorare molto più easy e familiare. Ovviamente col tempo entrambe le parti impareranno qualcosa l'una dall'altra per lavorare meglio e far funzionare maggiormente l'agenzia: Greta si scioglierà e ammorbidirà un po' capendo l'importanza del valore umano nell'ambiente lavorativo, mentre gli sciacalli Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello dovranno imparare a responsabilizzarsi mentre affrontano anche alcune storie amorose e personali. Professionale e personale si mescolano insomma come nella più tipica delle comedy per provare a raccontare la quotidianità e le sue (dis)avventure oggi.
Pesci piccoli, The Jackal: "Merendine e risate, fieri della nostra prima serie comedy"
Molto più di una sequela di gag
Per fortuna Pesci piccoli - Un'agenzia. Molte idee. Poco budget non è una sequela di gag fine a se stesse - come spesso capita agli YouTuber che provano a fare qualcosa di più costruito e strutturato - bensì ogni episodio continua la trama principale e ha una sua storyline episodica e tematica. Non potevano mancare, come in tutte le comedy che si rispettino, le guest star che vengono ovviamente dal mondo Prime Video ma non solo: Herbert Ballerina, Achille Lauro, Giovanni Muciaccia, Gabriele Vagnato, Valentina Barbieri e Mario "Il Ginnasio" Terrone. Ma anche interpreti che in alcuni casi hanno già lavorato coi The Jackal come Angelo Spagnoletti o ancora Amanda Campana e Anna Ferraioli Ravel.
Vi consigliamo di non fermarvi alle prime due puntate perché il meglio deve ancora venire: già nel secondo episodio rispetto al primo si vede un maggior lavoro di fluidità e coesione a livello di scrittura e di regia, e Pesci piccoli continua spedita così, tra omaggi e citazioni al mondo della comicità, grazie alle sapienti mani di Francesco Ebbasta, storico co-fondatore dei The Jackal, e Alessandro Grespan. E il fatto che sia una serie 100% The Jackal (anche rispetto al film citato all'inizio) prodotta in associazione con Mad Entertainment si sente e si vede. Come spesso capita nelle comedy, quello familiare è il valore aggiunto che in questo caso attraversa lo schermo e ci fa sentire, proprio come ogni volta che guardiamo un loro nuovo contenuto sui social, parte della famiglia anche noi. Oramai siamo tutti un po' sciacalli.
Conclusioni
Non possiamo che essere contenti alla fine della recensione di Pesci piccoli per aver trovato una comedy strutturata e divertente, che dai primi episodi migliora e trova una propria identità nei successivi. Funziona il pretesto del soggetto di base e le gag episodiche, così come le tematiche e le storie personali e amorose tra gli alter ego dei protagonisti. Una serie 100% The Jackal, DOP.
Perché ci piace
- La trama della serie funziona e non vive di sole gag.
- L’impronta familiare e provinciale data al racconto.
- La scoperta Martina Tinnirello, la conferma dei The Jackal e le guest star.
Cosa non va
- La comedy dai primi episodi risulta ancora un po’ acerba ma fa capire che nei successivi diventerà più coesa e fluida, quindi non demordete all'inizio.