Ad aprire l'incontro stampa, un grande e sentito applauso a Gildo, Irene e tutta la famiglia Claps. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto il tema, vista la cronaca, vista l'emozione che, ovviamente, torna a salire a fior di pelle. Così, ad introdurre e spiegare al meglio Per Elisa - Il caso Claps, il produttore Michele Zatta: "Una serie importante, perché tocca una ferita importante. Ha segnato la storia di Potenza, per molto tempo. Lavoriamo su questo script da quasi dieci anni, ideando una produzione Rai e Regno Unito. Qualcosa di molto raro. Abbiamo fatto innumerevoli meeting via Zoom, trovando un buon mix. Ci auguriamo che questa serie venga vista ovunque. Ci sono tanti ingredienti, ma il primo è l'amore. Una vicenda che racconta quanto l'amore, nella difficoltà, riesco a farci andare avanti".
Per Elisa - Il caso Claps, in onda su Rai 1 dal 24 ottobre in tre serate (e disponibile su Rai Play), riprende la vicenda del brutale omicidio di Elisa Claps e di Heather Barnett, soffermandosi soprattutto sulla figura di Gildo, che aveva 24 anni quando scomparse sua sorella. "Non è stata semplice l'idea di immaginare la mia famiglia in una trasposizione televisiva", spiega commosso Gildo. "C'erano perplessità, fin dall'inizio. Nonostante sia una storia mediatica. Negli anni abbiamo incontrato persone straordinarie, facendo sì che la vicenda diventasse corale. La serie? L'ho vista tutta. Emotivamente sconvolgente, ovvio. Però le perplessità iniziali si sono dissipate. È tutto molto aderente".
Il cast, a cominciare da Gianmarco Saurino
A dirigere Per Elisa - Il caso Claps, Marco Pontecorvo che, a Movieplayer.it, ha spiegato quanto dietro ci sia "un grande gruppo di lavoro, un grande incontro. La famiglia Claps è speciale. Abbiamo legato con loro, e questo ha aiutato ad entrare in questo mondo. Ci siamo fatti un'idea, senza ricalcare troppo, rispettando però la storia e le persone. Non dovevamo mimare nulla. Questo lavoro poi l'abbiamo riportato con gli attori. Non è solo una vicenda di cronaca, ma rappresenta la voglia di giustizia. Una storia anche di speranza, in un certo senso". Ad interpretare Gildo Claps, un ottimo Gianmarco Saurino, anch'esso molto emozionato: "Rischio di commuovermi, ed è un privilegio aver vicino Gildo Claps. Il ruolo più difficile e pesante che io abbia mai fatto. Ne siamo usciti anche grazie al nostro allenatore, Marco Pontecorvo, sotto la neve di Potenza. Qui c'è una storia che racconta il male, e le sue facce. C'è Restivo, ma dietro di lui ci sono tante persone sfocate. Andando via da questo progetto, però, resta la speranza. Perché anche il bene ha mille facce. C'è una famiglia normale, stupenda".
Ad interpretare Elisa Claps, troviamo invece Ludovica Ciaschetti. "Questo è il mio debutto, e ne sono orgogliosa, perché ho camminato insieme a persone meravigliose. Il supporto della famiglia Claps è stato fondamentale, anche per i loro racconti. Spero arrivi al pubblico la sua figura, leggera e spensierata, sempre pronta ad aiutare gli altri. La immagino colorata di giallo e di bianco. Così la immagino. Poi, emotivamente ci sono stati dei momenti duri, difficili da reggere. In questo caso ringrazio il regista, e poi Gianmarco, che mi ha insegnato tanto".
La sensibilità del racconto
Ciò che esce fuori dalla serie, oltre la terrificante storia vera, è la sensibilità di un racconto che segue con rispetto il percorso drammatico della famiglia Claps. "L'aspetto attoriale è relativo. La vera protagonista è la famiglia Claps. A cominciare da Elisa. Ed è stato un onore prendere parte a questa serie. Dico davvero: vedetela, perché non è solo una messa in scena", prosegue Giacomo Giorgio, nel ruolo di Luciano Claps. Nel cast anche Anna Ferruzzo, emozionata in conferenza, che interpreta Filomena, mamma di Elisa: "Filomena Claps la conoscevo attraverso i racconti a Chi l'ha visto?. Quando sono stata scelta ho sentito la responsabilità. Il mio percorso professionale si è idealmente concluso quando Filomena è venuta sul set dicendomi che "nella serie dovevamo metterci il cuore, perché noi il cuore lo abbiamo perso"
Nel ruolo del mostro, Danilo Restivo, ecco Giulio Della Monica: "Non mi piacciono i crime, devo dire. Ma questo è il punto. Bisogna conoscere le cose, perché non riaccadano. Per me Restivo era un'entità. A metà tra fragilità e oscurità. Abbiamo seguito un percorso, tra patologie e disturbi. Una storia piena di punti interrogativi che, all'inizio, ho provato a colmare in tutti i modi. Però alcune volte il nero non va colmato. Per quanto sembra assurdo, come umano ti rendi conto di avere dei punti di contatto. Quando fai i cattivi, in un certo senso, devi volergli ancora più bene".