Senza troppi mezzi termini, l'esplosivo The Suicide Squad di James Gunn si è rivelato uno dei più cocenti flop commerciali del 2021. Tutta colpa del modello distributivo ibrido pensato al tempo dagli heads di Warner Bros per sopperire alla crisi delle sale scatenata dalla pandemia di Coronavirus, lo stesso che spinse anche Christopher Nolan a dire addio alla compagnia in favore di Universal. Un vero peccato, considerando la brillante sintesi cinematografica operata nello stile da Gunn, comunque mai ritenuto il problema dietro all'insuccesso economico del progetto.
Anzi, all'autore è stato dato ampio spazio di manovra creativa per ampliare l'universo narrativo legato alla sua Task Force X, opportunità che ha portato all'uscita della serie dedicata a Peacemaker su HBO Max lo scorso gennaio, finalmente disponibile anche in Italia (quasi un anno dopo, nemmeno fossimo nei primi del 2000) su Tim Vision. Un prodotto dissacrante e spassosissimo, lo show con protagonista John Cena, che pure se con clamoroso ritardo possiamo adesso recensire in via ufficiale su queste pagine per parlare di una delle migliori e più originali serie del 2022.
Eroe a tutti i costi
La storia di Peacemaker prende piede poco tempo dopo gli eventi di The Suicide Squad. Dopo aver obbedito agli ordini di Amanda Waller, aver ucciso Rick Flag ed essere stato ferito quasi a morte da Bloodsport, uscito dall'ospedale dopo un medio recupero Cristopher Smith/Peacemaker torna a casa. Ad aspettarlo ci sono August Smith, il violento padre neo-nazista anche noto come White Dragon - nonché geniale scienziato - e il suo fedele animale da compagnia, Eagly, nient'altro che un'aquila testa bianca. Convinto di aver aiutato il mondo e agito da eroe, Peacemaker viene presto richiamato dalla Waller e obbligato a prendere parte alla missione segreta "Project Butterfly" insieme agli agenti Clemson Murn (Chukwudi Iwuji, che vedremo anche come Alto Evoluzionario in Guardiani della Galassia Vol. 3), Emilia Harcourt (Jennifer Holland, anche moglie di James Gunn nella vita reale), John Economos (Steve Agee) e Leota Adebayo (Danielle Brooks).
Tentando di fare squadra con questo stralunato quanto eterogeneo gruppo di agenti della A.R.G.U.S, riallacciare i rapporti con il genitore razzista e divertirsi con il suo vecchio amico Vigilante (un favoloso Freddie Stroma), Cristopher si ritroverà coinvolto in un intrigo nazionale più grande e sconvolgente di quanto potesse mai immaginare, costretto a fare i conti con intimi demoni del passato e smascherare una macchinazione che va persino oltre i confini del nostro pianeta. Il tutto cercando di rispondere a una sola ma importante domanda esistenziale: "Sono davvero un eroe o solo un cazzone con la pistola e una buona giustificazione per sfogarsi?".
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Dietro la maschera
Peacemaker è probabilmente uno dei lavori concettuali più sinceramente accostabili al Watchmen di Alan Moore. È così perché sceglie di decostruire dall'interno una figura ormai tipicizzata come quella dell'anti-eroe, calandosi contemporaneamente nel quotidiano di una vita tormentata e difficile e nell'azione sul campo del personaggio. È forte e dirompente il quesito esistenziale di Peacemaker ed è lo stesso che dà peso e carattere alla serie di James Gunn, che si dimostra ancora una volta scrittore attento all'evoluzione psicologica dei personaggi che sceglie di raccontare, dedicando estrema attenzione alla coerenza di stile e contenuto. Si riavvisa così un file rouge tonale e creativo con The Suicide Squad ma narrato e vissuto per la maggior parte del tempo in dimensione ridotta, tanto in relazione alla grandeur del prodotto quanto allo scopo dello stesso. Peacemaker è infatti una storia nata piccola che si fa sempre più grande un episodio dopo l'altro, al contrario del lungometraggio DC Studios che si muove quasi in senso inverso.
La scrittura resta creativa, scorretta, esilarante, i dialoghi tra i personaggi scattanti e dalla battuta pronta, le interpretazioni ben delineate - John Cena si supera, Stroma è una sorpresa incredibile - e i momenti à la Gunn più pop e memorabili arrivano quando meno ce lo aspettiamo e con una forza immaginifica deflagrante e un impatto visivo irresistibile. È un prodotto che trasuda "Gunnità" da ogni frame, sempre corale ma in forma ridimensionata, tendenzialmente fuori di testa per quanto disallineato dal resto dei prodotti seriali DC ad esclusione di Doom Patrol, che supera comunque nei tratti autoriali. Non vogliamo anticiparvi nulla delle clamorose sequenze ideate dal regista e dell'utilizzo della colonna sonora in contesto, ma preparatevi ad assistere ai migliori opening credits dell'anno (anche meglio di quelli di Scissione su AppleTV+), a folli scazzottate in mutande, a un quantitativo indefinito d'esplosione di teste e squartamenti e a situazioni talmente assurde o imbarazzanti da lacerare il senso stesso del cringe per passargli attraverso e superarlo, creando qualcosa di davvero unico e spregiudicato.
Il tutto tenendo conto dell'immancabile quota emotiva e drammatica che Gunn sa sempre come integrare perfettamente nei suoi racconti. In apertura di serie i Wig Wam ci chiedono rockeggiando: "Volete davvero assaporare tutto questo?". La risposta che possiamo darvi su questa pagine è che dovreste e che anzi potreste trovarvi ad assaggiare ed elogiare una delle portate più sbalorditive del 2022.
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Conclusioni
A quasi un anno dal suo debutto americano su HBO Max, l'esilarante e riuscita Peacemaker di James Gunn arrivano finalmente in Italia grazie a Tim Vision. Tirando le somme della nostra recensione, la serie DC Studios si dimostra uno dei must see dell'anno, creativamente dirompente, dalla scrittura vibrante, citazionista e dissacrante, con una sua precisa anima tematica d'emotiva caratura drammatica e con interpretazioni e momenti davvero memorabili. Imperdibile.
Perché ci piace
- È un prodotto 100% James Gunn, dalla scrittura alla regia.
- L'interpretazione di John Cena, i suoi tempi comici, il suo pazzesco physique-du-role.
- Il cast di contorno completamente azzeccato, soprattutto il Vigilante di Freddy Stroma.
- Tante sequenze scorrette e fuori di testa e un gusto pop spregiudicato.
Cosa non va
- Un cameo di qualche altro membro della Suicide Squad non sarebbe stato male, ma c'è la seconda stagione per sopperire a una mancanza tutto sommato di poco peso.