Nasce da un'idea dello stesso Paulo Coelho, uno dei più celebri scrittori brasiliani giunto al successo mondiale con romanzi quali L'alchimista e Veronica decide di morire, l'interessante progetto di coinvolgere via internet i suoi lettori per l'adattamento per il cinema del libro La strega di Portobello. Ispirandosi ai personaggi del romanzo, quattordici filmaker hanno così realizzato corti di qualità che sono andati a comporre il film collettivo Paulo Coelho's - The Experimental Witch, presentato in anteprima mondiale nella sezione L'altro Cinema - Extra alla quarta edizione del Festival del film di Roma. La storia è quella della misteriosa Athena, figlia adottiva di una facoltosa coppia mediorentale, in fuga dal Libano per sfuggire alla guerra civile del 1982. Giunta a Londra e raggiunta una stabilità che la porta in breve tempo a sposarsi e ad avere un figlio, Athena continua ad essere tormentata dal pensiero di quella madre che l'ha abbandonata. Decide così di partire alla volta della Romania per ritrovarla.
Con oltre 100 milioni di copie vendute in tutto il mondo e libri tradotti in 69 lingue per un totale di 160 paesi, Paulo Coelho è senza dubbio uno degli scrittori più amati dal popolo dei lettori di bestseller. Questa sera il pubblico della kermesse capitolina avrà la possibilità di incontrare lo scrittore, che ha recentemente dato alle stampe il suo ultimo romanzo, Il vincitore è solo, edito in Italia da Bompiani. Prima però, Coelho ha incontrato la stampa per raccontare del progetto The Experimental Witch, prodotto da Elisabetta Sgarbi, Direttore Editoriale della casa editrice Bompiani. Introducendolo, il curatore della sezione Mario Sesti ha motivato la scelta di invitare Coelho al Festival "non solo perché è uno scrittore straordinariamente popolare in tutto il mondo, ma anche perché ha investito questa popolarità in un progetto innovativo e interessante il cui esito ci ha incantato." Nel corso della conferenza stampa, lo scrittore ha dichiarato che sono in corso di realizzazione i film tratti dai suoi romanzi L'alchimista, Veronica decide di morire e Undici minuti, quest'ultimo interpretato da Mickey Rourke e Vincent Cassel.Paolo Coelho, come nasce il progetto The Experimental Witch, per il quale oggi partecipa al Festival di Roma?
Paolo Coelho: Sono qui innanzitutto per rappresentare le persone, più che per partecipare al Festival. Il progetto nasce da un'idea piuttosto semplice e metterla in pratica è stato molto più difficile. Abbiamo avuto 6.000 iscritti al concorso indetto su internet e di questi ne sono stati scelti quattordici. Lo sbaglio in questo progetto è stato però quello di non stabilire limiti di tempo alla realizzazione di questi corti. Elisabetta ha perciò avuto grossi problemi per il montaggio del film. Mentre vedevo i vari corti mi si stringeva il cuore, erano tutti lavori belli e di qualità, e ho sofferto un po' nel dover scegliere solo quattordici corti tra questi seimila.
Elisabetta Sgarbi: La letteratura va oltre qualsiasi barriera e pregiudizio. Lo testimoniano questi seimila partecipanti al concorso che hanno realizzato corti su tutti i personaggi dei film. Nel montaggio finale, coi quattordici lavori scelti, ci sono finiti solo nove personaggi, ma siamo riusciti comunque a mantenere l'unità del racconto. La strega di Portobello, protagonista dell'opera, è rappresentata in maniera diversa nei vari corti, ma con aderenza al testo in modo tale che le varie Athena si assomiglino molto.
Come è stata effettuata questa selezione?Paolo Coelho: Dei lavori arrivati, ho visto solo i primi e ho detto subito che non volevo partecipare alla selezione, perché per me come scrittore era impossibile operare delle scelte ed effettuare dei tagli. C'è stata una giuria apposita che se n'è occupata e io ho visto solo la rosa dei vincitori.
Perché ha deciso di lasciare la responsabilità della realizzazione di questo film in mano ai suoi lettori?
Paolo Coelho: Per un lungo periodo della mia vita, ho pensato che il lettore ha il film nella sua testa e per questo non ho mai voluto vendere i dirittidei miei libri. Ho avuto tante proposte, ma ho sempre rifiutato. Ho sempre pensato prima di tutto ai miei lettori, che hanno il privilegio di avere il film in mente, anche perché di solito quando esce un film tratto da un libro si pensa sempre che il libro sia migliore della sua versione cinematografica, e non volevo che succedesse questo. Un giorno di non molto tempo fa, mentre ero a Gineva, mi è venuta questa idea. La Strega di Portobello ha tuttora una proposta per la realizzazione di un film, ma i lettori hanno sviluppato questo progetto fin dall'inizio ed è stata la cosa migliore. Il premio per i vincitori del concorso su internet era di 3.000 euro, non molto in verità, anche perché alla fine le persone hanno sborsato molto di più per realizzare i loro progetti. Anch'io ho investito tanti soldi in questo lavoro e oggi siamo qui a vivere un'esperienza assolutamente originale.
Com'è stato possibile mantenere l'unità stilistica con il coinvolgimento di quattordici registi diversi?
Paolo Coelho: In questo caso, abbiamo scelto la pluralità stilistica, e penso sia proprio questo che rende il film interessante. Se avessi voluto fare un film normale avrei venduto i diritti del mio libro, ma mi interessava vedere come sarebbe stato interpretato da diverse persone. Ci sono punti di vista diversi all'interno di una comunità stilistica. Quattordici registi con quattordici teste pensanti che propongono quattordici idee diverse: è ovvio che l'unità sia la storia.
Elisabetta Sgarbi: Oltre a questa pluralità, l'unità stilistica però esiste, perché tutti i lettori sono stati molto aderenti al testo. Vediamo tante streghe di Portobello, eppure non c'è bisogno di mettere la didascalia vicino ad ognuno, perché si capisce sempre che si parla della stessa persona, nonostante abbia volti differenti. Nel testo i personaggi parlano in modo alternato e così è stato montato il film. Il problema iniziale in fase di montaggio era quello di conservare lo stile e non fare tagli che avrebbero fatto soffrire i singoli episodi. Abbiamo allora operato dei piccoli tagli, salvaguardando comunque l'unità stilistica all'interno dei vari corti.
Esiste l'idea di un ulteriore progetto come questo?
Paolo Coelho: Per il momento no, ma attualmente sono in lavorazione altri film tratti da miei romanzi. Uno che è già stato completato è Veronica decide di morire, mentre la settimana prossima cominciano le riprese de L'Alchimista. Entro la fine dell'anno, poi, inizieranno quelle di Undici minuti che vede nel cast attori come Mickey Rourke e Vincent Cassel. Ho ricevuto altre proposte, ma mi lasciano tutte ancora un po' reticente.
Alla fine ha quindi scelto di vendere i diritti dei suoi libri. Cosa le ha fatto cambiare idea?Paolo Coelho: Di sicuro non i soldi, ho denaro per le prossime cinque generazioni. Mi sono detto che in fondo non c'era nulla di male nel cambiare idea. La vita è qualcosa in continua evoluzione e quando ho visto il risultato de La strega di Portobello ero entusiasta e mi sono lasciato trascinare per gli altri film, delegando la responsabilità. Ci sarà sempre il paragone tra il libro e il film, ma pazienza. In vita mia, ho visto solo due film tratti da libri di cui mi è piaciuto molto l'adattamento: Il padrino e La donna del tenente francese, che è abbastanza diverso rispetto al testo di partenza.
Questa esperienza può influenzare in qualche modo la scrittura dei suoi prossimi lavori?
Paolo Coelho: No, non può interferire in alcun modo nel mio stile. Ho appena scritto un libro sul cinema, Il vincitore è solo. Sono due arti completamente diverse, che si completano reciprocamente, però lo scrittore è sempre lo scrittore e non può pensare, quando scrive, al film. Da questo momento in poi cercherò di investire di più in progetti cinematografici, ma per me cinema e letteratura restano due mondi completamente diversi.
Perché ha scelto proprio il mondo del cinema come sfondo del suo ultimo romanzo?
Paolo Coelho: Ogni libro che scrivo è diverso dall'altro. Ho parlato di prostituzione in Undici minuti, di pazzia in Veronica decide di morire, e cambio continuamente l'argomento dei miei lavori. Il vincitore è solo non è tanto un thriller, ma un libro sulla condizione dell'essere umano e sulla sua ricerca di valori completamente sbagliati. Ho scelto il Festival di Cannes come ambientazione, ma avrei potuto scegliere un paesino sperduto nel deserto della Mongolia, perché i problemi di cui parlosono presenti dappertutto. Il mio libro è un ritratto della nostra società e la reazione dei lettori è stata molto positiva, perché sanno che per me non esiste una formula fissa, che non scriverò mai lo stesso libro.
Dopo il Festival di Cannes, non è che ha in mente di ambientare il suo prossimo romanzo al Festival di Roma?Paolo Coelho: Il Festival di Roma è aperto, generoso, molto ben organizzato, ma non chiedetemi di scrivere su questa manifestazione, perché quelli di Cannes non si sono rivelati molto contenti del libro.
Lei pubblica sempre con la Bompiani in Italia. E' fedele ai suoi editori?
Paolo Coelho: Nel 1995 sono stato pubblicato in Italia per la prima volta dalla Bompiani. Allora ero un autore totalmente sconosciuto, il libro cominciava a diffondersi nel resto del mondo, ed Elisabetta lesse il mio libro. Parlò quindi con la mia agente Monica, conosciuta come "La strega di Barcellona", e insieme hanno firmato un contratto. La prima tiratura italiana è stata di 50.000 copie e questo mi ha mandato nel panico, perché passavo nelle libreria di Milano e vedevo pile di libri e mi chiedevo 'E se non le compra nessuno?'. Nel frattempo sono diventato grande amico di Elisabetta, è una delle migliori editor al mondo, ha qualità fantastiche e se non mi manderà via lei io starò alla Bompiani tutta la vita.