Il nuovo film di Jim Jarmusch si intitola Paterson e racconta la storia di un autista di autobus che vive a Paterson, cittadina industriale del New Jersey. A interpretare il driver del film, Jarmusch ha chiamato la star di Star Wars: Il risveglio della forza Adam Driver. Stanchi dei giochi di parole? Eppure Jarmusch, ospite a Cannes insieme a Driver e alla coprotagonista del film, l'iraniana Golshifteh Farahani, che interpreta Laura, la moglie dell'autista con velleità poetiche, ammette scherzosamente di aver scelto Driver proprio in virtù del nome. "Trovo Adam e Golshifteh due attori fantastici, mi sembravano perfetti per i ruoli che avevo scritto e così gli ho fatto la proposta. Per fortuna hanno accettato entrambi. Li ho scelti perché hanno delle caratteristiche comuni ai loro personaggi, ma sono anche due attori estremamente talentuosi e sono stati in grado di fare ciò che gli chiedevo con estrema facilità".
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Dopo aver provato che cosa significhi passare al lato oscuro della Forza, Adam Driver sente l'esigenza di esprimere la propria stima incondizionata per l'icona Jarmusch. "Ho sempre amato il suo cinema,. Ricordo quando sono andato al cinema a vedere Coffee & Cigarettes. Il suo era l'unico cinema d'arte del Midwest. Sono felice di far parte di Paterson, ma se Jim mi avesse chiamato a girare uno spot sul bambù in Australia avrei detto di sì lo stesso". Le stesse entusiastiche parole nei confronti di Jarmusch le sentiamo pronunciare da Golshifteh Faranahi, interprete iraniana emigrata in Francia per ragioni politiche. "Ho chiesto a Jim come mai mi ha voluto con tante attrici capaci che ci sono in giro. Ho visto Coffee & Cigarettes a 12 anni in Iran. Lo davano in televisione e da allora Jim è diventato il mio regista preferito. Sono stata costretta a lasciare l'Iran e sono approdata in Francia senza conoscere una parola di francese. All'inizio è stata dura. Essere chiamata a lavorare per lui non è solo un sogno che si è avverato, ma è un segno che mi ha inviato l'universo. E' la conferma che tutto ciò che ho fatto era giusto". "Golshifteh ha le stesse qualità di Laura, è intelligente, vibrante, bella e ha la stessa purezza" aggiunge Jarmusch motivando la sua scelta.
La poesia del quotidiano
Paterson è un film esistenzialista, un racconto lieve di un frammento di quotidianità che si ripete giorno dopo giorno. Film d'osservazione lo definisce il suo autore il quale spiega che "Paterson raccoglie piccole variazioni del quotidiano, vuole essere una celebrazione dei dettagli della vita. Ho scelto di raccontare una storia in cui non accade molto. La mia è un'opera priva di conflitti. Vede protagoniste due persone che si accettano per quello che sono, ma non credo di poter spiegare oltre". A chi chiama in causa il paragone con le sue opere precedenti, in particolare Ghost Dog - il codice del samurai e Dead Man, Jarmusch risponde di essere "pessimo nel paragonare i miei film o analizzarli. Ovviamente ci sono dei legami, ma non sono in grado di esplicitarli. Di solito non riguardo i miei film dopo averli finiti. Però se penso all'altra pellicola che presento qui a Cannes, il documentario sugli Stooges Gimme Danger, pur essendo molto diversi c'è qualcosa che accumuna i miei due lavori. E' l'idea che ognuno di noi possa scegliere cosa fare nella vita. Paterson sceglie di essere poeta e autista. Nessuno lo costringe, questa è la sua vita".
L'enigmatico Paterson è un antieroe del quotidiano, un poeta che guida un autobus e passa la maggior parte del tempo a riflettere e osservare gli altri. "La sceneggiatura era fantastica" racconta Adam Driver. "Io ho cercato solo di adeguarmi, senza forzare la mia interpretazione. Molte frasi dello script iniziano con l'espressione 'Paterson ascolta una donna', Paterson ascolta il suono dell'acqua'. Io mi sono immerso in questo stile meditativo. Mi fido ciecamente del giudizio di Jim, sono il suo primo spettatore. Penso che ascoltare sia importante, recitare non è solo azione, sul set non ho mai provato la noia. Come puoi non essere eccitato all'idea di interpretare un personaggio che ascolta gli altri e il mondo". A fianco di Paterson e della moglie Laura c'è un terzo personaggio chiave del film, un cane, uno splendido bulldog di nome Marvin. Nello spiegare come si scrivono i dialoghi per un cane, Jarmusch scherza: "Il cane è stato un grande improvvisatore, ma devo precisare che in realtà è una signorina. Nel film ha dovuto cambiare sesso, ma è stata comunque fantastica nel dire le proprie battute".
"Sarò un dinosauro, ma amo ancora molto entrare in una stanza buia insieme a un gruppo di sconosciuti e immergermi in una storia" Jim Jarmusch.
Jarmusch, eclettico e fieramente indie
Avendo di fronte uno dei cineasti indipendenti più importanti al mondo, è inevitabile che la riflessione si sposti sullo stato di salute del cinema indie americano e sull'influenza delle nuove tecnologie e dei nuovi metodi di distribuzione. "Non sono un analista culturale" si schermisce Jarmush. "Senza dubbio la situazione si è fatta più difficile. Per i registi è più complicato trovare fondi. Io non sono molto orientato al mainstream, ma penso che ci siano giovani registi che fanno cose interessanti: nel mio caso sono fortunato a poter contare su produttori che mi permettono di fare i miei film come voglio, ma è dura là fuori. I registi devono combattere e non è facile resistere, molti finiscono per scoraggiarsi. Per quanto riguarda il medium, sarò un dinosauro, ma amo ancora molto entrare in una stanza buia insieme a un gruppo di sconosciuti e immergermi in una storia. Le cose cambiano, ma non credo che l'esperienza della visione di un film al cinema possa cambiare".
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Ciò che è cambiato, in Paterson, è l'uso della musica. Anche se Jim Jarmusch confessa di essere un amante della musica a 360° e di aver sperimentato sonorità diverse nell'arco di tutta la sua carriera, per quest'ultimo lavoro ha deciso di utilizzare per la prima volta musica elettronica. "Ho sempre variato usando per le mie score musica classica, Mahler, Schubert, musica etiope negli anni '70, hip hop, rock classico. Adoro la musica in toto, questa è la prima volta che uso musica elettronica, ambient. Mentre scrivevo avevo in mente questo tipo di musica, non so il perché. Dopo Solo gli amanti sopravvivono sono tornato a collaborare con Jozef van Wissem e abbiamo composto le musiche insieme. Ci eravamo messi ad analizzare tutti i compositori elettronici, ma alla fine abbiamo fatto tutti da soli componendo la score con l'uso di sintetizzatori".
Un pizzico di Italia e un omaggio all'horror
Uno dei temi centrali di Paterson è la poesia. Adam Driver si diletta a creare componimenti poetici e il film contiene, inoltre, omaggi a poeti di varie epoche. Tra questi vengono citati i sonetti di Petrarca. Jarmusch ammette di amare "i grandi poeti italiani come Dante e Petrarca". Ma il nostro paese è presente nella pellicola anche nel riferimento a Gaetano Bresci, celebre anarchico toscano emigrato a Paterson ai primi del '900 insieme a tanti altri italiani e irlandesi. "Paterson è una città industriale" spiega Jarmusch "ed è stata un modello per l'industria americana, è stato uno dei più importanti centri tessili del Nord America. I lavoratori impiegati in fabbrica provenivano in gran parte da Italia e Irlanda. E' nota la vicenda dei bambini irlandesi che lavoravano in fabbrica 17 ore al giorno 6 giorni alla settimana. L'anarchico Gaetano Bresci diede il là agli scioperi e contribuì a far nascere il movimento operaio negli USA. E' una nota storica sulla città che ci tenevo a inserire".
Altri riferimenti a personaggi illustri della cittadina del New Jersey riguardano i poeti William Carlos Williams e Wallace Stevens. "William Carlos Williams ha vissuto tutta la vita a Paterson esercitando la professione di medico. Era un pediatra con la passione per la poesia. I suoi poemi cantano le piccole cose, le sue idee scaturiscono dai dettagli della vita reale. La sua filosofia è fondamentale per il mio film, così come l'idea di avere due lavori. Paterson fa il poeta e l'autista, un altro celebre poeta metafisico, Wallace Stevens, era un assicuratore. Dopo la sua morte alcuni colleghi rimasero scioccati nello scoprire che per tuta la vita aveva composto poesie". Tra tanti riferimenti culturali alla musica, alla poesia e alla storia non manca, in Paterson, un omaggio metacinematografico. Jarmusch non si nasconde e ammette di essere "un cinefilo incallito. Mi piacciono molto i vecchi film, i film muti, mi piace esplorare pellicola provenienti da varie parti del mondo, dall'Asia dall'Africa. Amo i generi classici, horror, crime movie, fantascienza. Quello che citiamo, L'isola delle anime perdute, è un film del 1932 con Charles Laughton. Mi sembrava interessante omaggiarlo e permettere a Golshifteh di avere il suo momento da donna pantera".