E' costato 2 milioni di euro, è stato girato in Quebec, scenario della maggior parte dei film di David Cronenberg, e dedicato al maestro Dario Argento, del quale Pascal Laugier è un grande fan. Martyrs è l'horror che ha scioccato la Francia e il mondo intero. Un film estremo che il suo stesso autore ha definito 'un prototipo a sé stante' che gioca con i cliché di genere ma non li segue, un film che provoca lo spettatore facendogli credere di aver imboccato la strada giusta per poi deviare la narrazione verso una nuova direzione, verso una dimensione dell'orrore mai raggiunta prima d'ora.
E' la storia di due donne, Lucie e Anna, un dramma che parte da molto lontano, dai primi anni '70 quando all'età di dieci anni si incontrano in un'ospedale e diventano inseparabili. Traumatizzata e ridotta in condizioni fisiche a dir poco precarie Lucie è stata ritrovata in strada dopo essere sfuggita ai suoi sequestratori ed aver subito mesi e mesi di torture ed inspiegabili privazioni. Anna sembra essere l'unica capace di calmare i suoi incubi, l'unica in grado di scacciare i fantasmi che la tormentano senza tregua. Quindici anni dopo Lucie è certa di aver riconosciuto in una foto i suoi aguzzini e senza alcuna esitazione entra in una villa immersa nel bosco e compie una strage. Anna, sconvolta dal gesto avventato dell'amica e non convinta dell'effettiva colpevolezza di quelle persone, la raggiunge per aiutarla a fuggire convinta di riuscire in un sol colpo a placare finalmente la sua smania di vendetta e a mettere la parola fine a questa sanguinosa vicenda. Ma sarà proprio nel momento catartico, quello in cui tutto il male fisico e dell'anima sembra dissolversi perchè 'epurato' da una sana vendetta, che il vero martirio avrà inizio...
Un film dell'orrore puro e duro, senza citazioni volontarie, scritto di getto in pochi mesi e originariamente destinato ad un progetto di genere per la televisione francese, Martyrs è stato costruito giorno per giorno sul set, girato scena per scena senza l'uso di alcuno story-board e studiato da Laugier insieme alle due attrici protagoniste per ben due mesi prima di iniziare le riprese.
Martyrs uscirà nelle sale italiane distribuito da Videa-CDE in circa 60 copie con il divieto ai minori di 18 anni.
Nei titoli di coda si legge una dedica al 'nostro' Dario Argento, ci spiega i motivi di questo omaggio?
Pascal Laugier: Credo che i giovani cineasti italiani abbiano ingiustamente dimenticato un grande maestro del cinema come Dario Argento che ha portato il cinema italiano in giro per il mondo per anni. In Italia non si producono e non si realizzano più i film dell'orrore di una volta. In Francia è invece ancora forte la passione per l'horror e da francese mi sento di aver ereditato dai grandi registi dell'orrore italiani l'amore per un certo tipo di storie. Mi sono reso conto venendo in Italia che lo conosco meglio io che voi.
Ci dice qual è il film argentiano che più le è piaciuto e quello da cui ha preso maggiore ispirazione?
Pascal Laugier: Senza dubbio il mio film preferito di Dario Argento è Profondo Rosso, ad oggi è a mio parere il suo miglior film in assoluto.
A quali autori si è ispirato per la realizzazione di Martyrs e a quali film si sente di aver reso omaggio?
Pascal Laugier: Martyrs non contiene alcuna citazione, è un film che si porta dietro un enorme bagaglio di cinema di genere ma non intende omaggiare in senso stretto nessun film e nessun autore. Spero non somigli a nessuno di quei film che vanno di moda oggi, quelli furbi, cinici e troppo ossessionati dalla forma che calpestano la mia concezione di cinema dell'orrore basata sulla passione e sulla trasfigurazione della realtà che viviamo quotidianamente. Per questo ho sempre scelto di lavorare con persone che in questo mestiere ci credono e le 'sentono' dentro.
Pascal Laugier: Se voi non lo fate più qualcuno dovrà pur farlo (ride). Devo ringraziare Argento, Mario Bava, Lucio Fulci e tanti altri se ora sono qui a raccontarvi di Martyrs, quel cinema mi ha costruito intellettualmente e preparato mentalmente ad affrontare questo mestiere.
E l'horror che in assoluto l'ha spaventata di più?
Pascal Laugier: Non sarò originale ma voglio essere onesto e dire che L'Esorcista ad oggi è quello che mi mette ancora una sensazione di orrore puro addosso. Tecnicamente e narrativamente parlando lo trovo scioccante, impeccabile e terrorizzante. Oggi come allora lo trovo impressionante oltre ogni limite.
Pensa che il fatto di aver scelto attrici straordinarie ma non famose possa aver contribuito al successo del film?
Pascal Laugier: Credo che sia sicuramente così, quel che mi premeva di più era scegliere i volti giusti per questa storia e penso di esserci riuscito. Il fatto che Mylène e Morjana non siano famose ha sicuramente contribuito a far in modo che lo spettatore si concentrasse maggiormente sulla storia e sulla loro intepretazione.
Ci spiega perchè in Francia il film uscì con il divieto ai minori di 18 anni e poi è stato abbassato ai 16?
Pascal Laugier: Ci fu una petizione pubblica di appassionati che riuscì a convincere la commissione censura ad abbassare il limite. In Francia far uscire con il divieto ai minori di 18 anni un film equivale a boicottarlo, quasi fosse un film porno, sarebbe uscito in pochissime sale e non avrebbe avuto la visibilità che ha invece avuto alla fine dei conti.
Il pubblico francese come lo ha accolto?
Pascal Laugier: Considerando che è un film low-budget, che è stato distribuito in maniera indipendente dopo il 'no' delle grandi major e che è stato proiettato in sole 55 sale i risultati sono stati ottimi. Più di centomila ingressi totalizzati ed è stato venduto in oltre cinquanta paesi.
Pascal Laugier: I momenti difficili durante le riprese sono stati diversi, con le attrici che ad un certo punto della lavorazione mi vedevano come il cattivo della situazione, con la troupe che non condivideva ciò che si materializzava sotto i loro occhi e che finiva sulla pellicola, sono anche stato accusato di misoginia. Per superare tutto questo e mantenere saldi i nervi senza mai dare l'impressione di accusare il colpo mi sono sforzato e concentrato unicamente sul mio ruolo da cattivo pensando al pubblico e alla voglia di realizzare un prodotto di alta qualità capace di farsi apprezzare.
Martyrs è più il frutto di un momento di crisi vissuto nel suo privato o più una metafora per raccontare in maniera spietata la condizione della nostra civiltà?
Pascal Laugier: Un po' tutte e due le cose. Mi sentivo solo in quel periodo, provavo un malessere che credo sia piuttosto diffuso, quello che deriva dalla violenza sorda e invisibile delle nostre società urbane occidentali è a volte insopportabile. La competizione è rude, i perdenti sono dei legionari e l'angoscia individuale raggiunge picchi inattesi per poi esplodere in tutta la sua veemenza.
Perchè la scelta e il 'bisogno' di fare un film come Martyrs?
Pascal Laugier: Perchè per me alcuni cineasti devono necessariamente sobbarcarsi l'onere di porsi domande scomode sulla realtà che viviamo e di raccontare orrori contemporanei in maniera nuda e cruda, senza preoccuparsi di fare scandalo. Un produttore o un cineasta non può passare la vita ad assecondare le esigenze del pubblico mettendole in secondo piane rispetto alle proprie. A volte ci si deve assumere l'onere di essere portatori di 'cattive notizie'.
Ci può dire qualcosa sui suoi progetti futuri?
Pascal Laugier: Sono ancora in trattative per quattro o cinque film americani, tutti incentrati sul mondo del fantastico e dell'horror. Per questo ora vivo tra Los Angeles e Parigi anche se Hollywood mi appare sempre di più come una bella donna con cui vorresti andare a letto ma che sai che è sempre pronta a pugnalarti alle spalle.
C'è aria di remake hollywoodiano anche per Martyrs?
Pascal Laugier: So che la Fox ha già acquistato i diritti per trasporre il film ma io non c'entro, mi sono dissociato immediatamente dal progetto che mi ha già 'rubato' due anni di vita. C'è quindi la seria possibilità che prima o poi lo si veda.