Lo abbiamo scritto nella nostra recensione: Paradise, scritto e diretto dal tedesco Boris Kunz, è tra i migliori film Netflix del 2023. Uno sci-fi atipico, che cambia umore e tono, dopo averci mostrato il contesto distopico in cui è ambientato. Proprio il contesto è la scelta migliore fatta dalla produzione, immaginando un futuro in cui il tempo viene usato come merce (pregiata) di scambio. In Paradise, però, oltre alle sfumature fantascientifiche, è preponderante il fattore drammatico, nonché sociale. Un film che apre ad una riflessione che si incolla alle paranoie e alle paure contemporanee, inquietando le diverse (anzi molte) assonanze con il mondo odierno.
Anche per come si evolvono i personaggi, in un finale che lascia decisamente spiazzati e sorpresi. Proprio la conclusione del film è il centro di questo approfondimento: partendo dalla trama, vi accompagniamo - con annessi e necessari spoiler - verso la spiegazione del finale di Paradise, soffermandoci su una suggestione: lo sci-fi tedesco, distribuito in digitale da Netflix, si presterebbe anche ad un sequel, e ad un'ipotetica saga. Del resto, la fantascienza in streaming funziona, e la qualità dimostrata dall'operazione potrebbe sfidare (con successo) i franchise distopici prodotti negli Stati Uniti. Ma andiamo con ordine, e iniziamo dalla cornice che porta all'esplosivo finale. Un ending decisamente poco happy.
Paradise, una trama dove si mischiano buoni e cattivi
In Paradise, ci troviamo in un futuro prossimo dove un un'azienda biomedica, la AEON, ha letteralmente alterato la politica, la società e l'economia. Come? Le persone possono vendere anni della propria vita in cambio di enormi quantità di denaro. I compratori sono i ricchi, disposti a tutto pur di ringiovanire. Perché solo se sei ricco puoi far parte di AEON, che si occupa di trovare un donatore con DNA compatibile. Il compratore ringiovanisce all'istante, il venditore, al contrario, invecchia. Tra le centinaia di migliaia di dipendenti della AEON c'è Max (Kostja Ullmann), il protagonista del film. È sposato con Elena (Marlene Tanczik), conducono una vita felice, agiati nella loro fortunata dimensione. Fuori il mondo è spaccato, l'Europa come la conosciamo è ormai un ricordo.
Tuttavia, un incendio distrugge la loro casa: serve un prestito, e per rimborsare il debito la garanzia parla chiaro: servono 38 anni di vita di Elena. La donna viene arrestate, le vengono succhiati gli anni, e perde il bambino che aspettava. Max, dunque, si rivolge al CEO di AEON, Sophie Thyssen (Iris Barben), e quando gli viene negata qualsiasi soluzione, decide di contattare una clinica illegale che può ribaltare il caso. Max è sicuro che la donna a cui sono andati gli anni è proprio Sophie, e allora rapisce una ragazza che dovrebbe essere lei. Invece, la ragazza rapita è Marie (Lisa-Marie Koroll), la figlia di Sophie. I tre si mettono in viaggio - la parte migliore di Paradise è proprio il viaggio -, tra incontri e scontri. Paradise, ben presto, cambia la propria prospettiva, correndo verso il finale dove ci saranno diversi colpi di scena che mischieranno sensibilmente i buoni e i cattivi.
La spiegazione del finale di Paradise
Nella parte conclusiva di Paradise irrompe un'associazione di ribelli chiamata ADAM. Non accettano il commercio degli anni, né in un senso né in un altro. I ribelli sfruttano Max, Elena e Marie per tendere un agguato a Sophie, senza però riuscirci. Proseguendo verso la clinica in Lituana, ecco la prima rivelazione: Max capisce che Marie non è Sophie, e sarebbe disumano rubarle gli anni. I riflessi, però, sono cambiati: Elena è ormai intenzionata a fare di tutto per tornare giovane, anche prendere gli anni da un'innocente, tra l'altro contraria alla politica della AEON. Qui la distopia si tinge di dramma umano: Elena allontana Max, e prosegue dritta verso la Lituania, prendendo gli anni della ragazza. Non solo, sua madre Sophie, si lascia intendere, non ha nessuna intenzione di donare degli anni per salvare la figlia. Tempo dopo, un contro finale: Elena tornata giovane, incinta, con un altro uomo. Max la osserva da lontano, prima di cambiare scena e mostrare la sua nuova realtà: si è unito ai ribelli, combattendo qualsiasi forma di mercificazione del tempo.
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Un possibile sequel?
Il finale, secondo noi perfetto, si potrebbe comunque aprire verso un ipotetico Paradise 2. Di più, la sceneggiatura sembra offrire molto, stimolando le corde di una possibile saga. Molte cose sono state dette, altre meritano di essere espanse. Perché alcune linee narrative, pur concluse, si prestano ad un maggior approfondimento, o ad un ideale prequel di Paradise. Un prequel che spiega come la AEON abbia rivoluzionato il mondo, squilibrando le classi sociali. Un sequel, invece, potrebbe farci ritrovare Max, il classico anti-eroe, convincente nell'estetica quanto nelle convinzioni morali, che si evolvono nelle due ore di film, e ora impegnato in una rivoluzione appena cominciata. Del resto, lo scontro tra il bene e il male è infinito...