Il suo primo film, Fuga di cervelli, conquistò a sorpresa il botteghino guadagnando circa sei milioni di euro, una cifra ragguardevole capace di spazzar via in un solo colpo le tante critiche ricevute per un film non proprio raffinato. Adesso Paolo Ruffini è pronto per il bis e con Tutto molto bello, in uscita il prossimo 9 ottobre grazie a Medusa, che distribuisce in circa 400 copie, si rilancia come autore dallo spirito leggero e dall'umorismo poco sofisticato, raccontandoci la storia di un'improbabile amicizia nata tra due personaggi agli antipodi.
Giuseppe, interpretato dallo stesso regista, è un affidabile impiegato dell'Agenzia delle Entrate che ha molto a cuore il suo lavoro e che non si ferma davanti a nulla, nemmeno al suocero, proprietario di un negozio di scarpe con innegabili tendenze all'evasione fiscale. Antonio, alias Frank Matano, è invece un candido di fine millennio, un ragazzo che ama la vita, dai comportamenti un po' pazzerelli. Quando i due si incontrano in ospedale, in occasione della nascita dei rispettivi figli, le loro esistenze sono destinate a subire uno scossone.
Non manca proprio niente a questa commedia, una moglie rompiscatole, Chiara Francini, un suocero lievemente buzzurro, Paolo Calabresi, una coppia di squinternati, Gianluca Fubelli (Eros, un cantautore che ama denudarsi in pubblico) e Angelo Pintus (uno psicopatico) e una bellezza esotica, Nina Senicar; c'è perfino la guest star canora che non ti aspetti, Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, protagonista di una sequenza ambientata in una bisca clandestina, nella quale, con molta auto ironia, interpreta sé stesso, ex giocatore d'azzardo.
Occhio al titolo
Per cominciare a parlare del film, si inizia dal titolo, una frase che secondo il regista nasconde molteplici significati. "E' un titolo a cui tengo particolarmente - ha spiegato Ruffini -, puoi dirlo ironicamente, come quando sull'autostrada ti si buca la ruota della macchina, ma ma se lo dici di cuore è una realizzazione di felicità. Il cuore del film sta nella grande lezione di vita che un demente come il personaggio interpretato da Frank riesce a dare a Giuseppe, cioè che la felicità non va sognata, ma bisogna accorgersene. Io non ho figli, ma tutti mi hanno detto che avere un figlio è in assoluto l'esperienza umana più bella".
Ricevuta la telefonata d'incarico da parte di Maurizio Totti di Colorado Film, dunque, Ruffini è partito per questa seconda avventura dietro alla macchina da presa. "Io avrei dovuto interpretare il ruolo di Gianluca Fubelli (lo Scintilla di Colorado, ndr), poi Maurizio mi ha affidato la regia. Mi ha chiamato nel tipico lunedì mattina in cui si è in attesa dei dati Cinetel sugli incassi, quello che può essere bellissimo o bruttissimo. In questo caso è andata più che bene". "Noi incoraggiamo questo tipo di commedia - ha spietato Maurizio Totti -, ci piace pensare ad un gruppo di persone che stanno bene insieme e che riescono a collaborare in armonia. Questa è la condizione giusta per fare questo lavoro".
L'era dell'amore
A dispetto di un personaggio perfezionista e maniacale, il messaggio profondo del film è quello di abbandonare l'odio per lasciarsi andare ai sentimenti. "Sì, sento il bisogno di parlare di bontà - ha raccontato Ruffini -, il nostro lavoro è quello di migliorare la vita della gente e in un momento come questo, in cui siamo abituati all'odio, questo è un valore doppio. Parlare di felicità è un'urgenza è da quando ero piccolo che aspettavo di poter dirigere un film così; io sono cresciuto con le commedie di Bud Spencer o con opere come Un biglietto in due. Mi sono guardato indietro, ho visto che mi era spuntato qualche capello bianco e che era giunto il momento di provare a fare il babbo".
Personaggi e interpreti
Futuro giudice del talent show di Sky, Italia's Got Talent con Claudio Bisio, Nina Zilli e Luciana Littizzetto, Frank Matano ha parlato così del lavoro sul set. "Paolo mi ha dato libertà di improvvisare al massimo. Prima di girare gli dicevo cosa pensavo della scena, proponevo un paio di soluzioni, ad alcune rideva ad altre no. Sul set, poi, la libertà diventava totale. A quel punto, però, Paolo scoppiava sempre a ridere e dovevamo ricominciare dall'inizio".
Per le due interpreti femminili, il film ha riservato solo belle sorprese. "Non
sono una madre, per questo mi sono anche commossa ad interpretare la parte di una donna che sta per avere un bambino - ha detto Chiara Francini -, per la prima volta nella mia carriera solo la ragazza della porta accanto, quella che ha delle paure e che si innamora perdutamente di un ragazzo fin dal primo sguardo. Questo è un film solido e divertente, in cui si ride dall'inizio alla fine, adatto a tutti, alle famiglie e ai ragazzi".
Segretaria ed interprete di un emiro arabo che svolge un ruolo chiave nella dissoluzione della vita di Giuseppe e Antonio, Nina Senicar è una donna tutta d'un pezzo, madre single, che nell'epilogo riesce a ritagliarsi uno spazio importante. "Sì, io sono una molto seria nel film, che però deve fare i conti con due pazzi - dice -, fortunatamente riesce ad accorgersi che la vita può essere molto bella a dispetto delle paure e che ha il diritto di divertirsi".
Diverso il modo in cui Enzo Ghinazzi è stato chiamato a partecipare a questa avventura che rappresenta il suo esordio al cinema. "Quando Paolo mi ha chiamato, non conoscendo chi fosse, l'ho scambiato per il direttore di Rai Tre - ha detto -, poi mi sono informato e ho capito che era una persona molto quotata nell'ambiente. Purtroppo non ci eravamo capiti sui soldi (ride), avevo chiesto il cachet di un concerto in Russia, in pratica la metà del budget del film. Invece avrei dovuto lavorare gratis. Mi sono innamorato di questo ragazzo così entusiasta e mi sono buttato sulla fiducia. In fondo questo è stato sempre il mio modo di vivere. Sono passato dall'essere miliardario all'indigenza assoluta. Poi ho cominciato a risalire la china ed eccomi qui. Nella scena in cui ho lavorato, non ho recitato. Paolo ha scritto tutto quello che avrei detto nella realtà".