La serie tv del momento, o che comunque viene visionata da tantissimi utenti, è senza dubbio The Last of Us. Questo prodotto seriale sta riscuotendo particolarmente successo e può abbracciare diversi fruitori: i fan del videogioco da cui è tratta, i fan di serie "apocalittiche", ma anche i semplici fan di storie miste tra la scienza e il fantastico. Sì, la parola scienza è una parola che ricorre più e più volte nelle primissime puntate di The Last of Us ed è sorprendente, purtroppo, quanta veridicità si trovi su alcuni concetti base della pandemia raccontata in questa serie.
Ma prima di addentrarsi sui meriti, o meno, scientifici di questo prodotto è giusto ricordare che The Last of Us ha il merito di avere infranto un muro invisibile che durava da almeno vent'anni: quello di trasporre un prodotto videoludico in un qualcosa di estremamente interessante. La storia di The Last Of Us si svolge vent'anni dopo la distruzione della civiltà moderna e Joel, uno scaltro sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazza di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all'apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l'uno dall'altra per sopravvivere. La distruzione della "realtà" è data da un evento pandemico che ci viene spiegato all'interno del prologo della prima puntata, che si apre mostrando una trasmissione televisiva della fine degli anni Sessanta, in cui un epidemiologo parla della possibilità che un fungo inneschi una pandemia.
Un gene del fungo potrebbe mutare e un fungo potrebbe farsi strada nel nostro cervello e prendere il controllo di miliardi di esseri umani: fantocci con le menti avvelenate, concentrati su un unico obiettivo. Diffondere l'infezione a qualunque altro essere umano, con ogni mezzo necessario. Per cose di questo genere non ci sono trattamenti. Non esistono, né è possibile realizzarli. Perdiamo, e basta.
È esattamente quello che accade nella serie (e nel videogioco): un fungo parassita mutato, il Cordyceps, infetta con le sue spore gli esseri umani, trasformandoli di fatto in esseri mostruosi, metà zombie e metà creature sulle quali altri funghi proliferano. Quindi quanto c'è di vero dietro questo concetto? Senza dubbio, il videogioco nato prima del periodo Covid-19 aveva un impatto differente sulle coscienze dei videogiocatori, ma quando nel 2023 si menziona la parola pandemia l'effetto è sicuramente differente, ecco perché è giusto capire quanta realtà si mescola alla finzione.
Un fungo mutato dal riscaldamento globale?
Una delle primissime informazioni che vengono fornite nel prologo di The Last of Us è proprio la mutazione di un fungo a causa del surriscaldamento del pianeta. Purtroppo questo fenomeno non è un qualcosa di totalmente inventato dalla produzione, ci sono già esempi che dimostrano che l'innalzamento della temperatura planetaria sta modificando alcune specie di funghi. Uno su tutti è la Candida Auris, il 'fungo killer' che sta preoccupando i vari micologi nel mondo perché innanzitutto si sta rivelando resistente a tutti i farmaci ed è mutato dai cambiamenti climatici, che hanno fatto sì che ci fossero le condizioni giuste perché si adattasse a infettare l'uomo. Lo afferma lo studio pubblicato dalla rivista mBio, che descrive il primo caso di infezione da fungo spinta dal riscaldamento globale.
L'aumento previsto delle temperature colpirà in modo particolare le aree più fredde dell'America, dove moltissime specie potrebbero scomparire a causa del caldo ed altre come in questo caso mutarsi. In entrambi casi le conseguenze potrebbero essere preoccupanti, perché i funghi sono un fattore decisivo anche per la crescita degli alberi: proteggono le loro radici (e di conseguenza fermano l'erosione del suolo), accumulano CO2 e favoriscono la crescita dei loro ospiti, aiutandoli nell'assimilazione dell'azoto. Le foreste boreali rischiano di trovarsi all'improvviso al caldo, e senza alcuna protezione dalle temperature più elevate: stando agli autori dello studio, affermano che più di un quarto delle ectomicorrize potrebbe essere eliminato, su un'area di 3,5 milioni di chilometri quadrati, cioè due volte l'Alaska. Quindi il primo punto che viene ipotizzato dalla serie è un qualcosa di assolutamente reale e per nulla fantasioso.
The Last of Us, la recensione: Un viaggio sofferto che non vedevamo l'ora di compiere
Un fungo può controllare la mente?
Assolutamente sì. Un fungo della specie Ophiocordyceps altera il comportamento delle formiche per potersi propagare in modo più efficiente. Nel prologo della prima puntata nella chiacchierata con gli scienziati si menziona proprio a questo comportamento che è scientificamente provato già da diverso tempo. Quindi gli zombie esistono e sono anche molto similari a quelli di The Last of Us, inoltre questi "zombie" vivono addirittura sulla Terra da almeno 48 milioni di anni, tuttavia la bella notizia è che non sono zombie umani. Così raccontano attraverso i loro studi David Hughes, Torsten Wappler e Conrad C. Labandeira su "Biology letters", dopo aver esaminato un fossile di foglia rinvenuti a Messel in Germania. C'è un fungo della specie Ophiocordyceps, che letteralmente controlla la mente di certe specie di formiche, per esempio la Camponotus leonardi. Quando l'insetto viene infettato, esce dalla colonia, vaga nella foresta fino a che incontra una foglia, la morde in una nervatura e muore.
In questo modo crea le condizioni ideali per far crescere il carpoforo del fungo (il corpo fruttifero, la parte che normalmente possiamo vedere del fungo) proprio sul cadavere della malcapitata. Secondo i tre scienziati questo esempio di parassitismo esiste da un bel po' di tempo, ed i morsi che la formica lascia sulla foglia prima di morire hanno infatti un'impronta caratteristica, facilmente riconoscibile. I micologi Hughes e colleghi hanno trovato parecchi di questi segni su una foglia fossilizzata, vecchia di quasi 48 milioni di anni dove sulla stessa foglia sono presenti ben ventinove impronte, fatte da almeno sette formiche. Secondo i tre questo prova che il fungo (o un suo antenato) attuava questo controllo della mente in tempi molto antichi e quindi avvalorando la tesi degli scienziati di The Last of Us, segno tangibile che sia gli sviluppatori del videogioco che gli sceneggiatore del prodotto televisivo hanno attinto a studi scientifici reali.
The Last of Us, perché è l'evento televisivo del 2023
Il Cordyceps esiste davvero?
Un altro sì per la scienza. Il Cordyceps esiste davvero ed è un genere di fungo parassita della famiglia Cordycipitaceae che cresce sopra, dentro e infine fuori dagli insetti e ogni sua singola variante profila su una specie diversa. Questi funghi si dividono in due grandi gruppi. Il primo, di cui fanno parte parassiti dei funghi sotterranei, include solamente una quindicina di specie nel mondo. Mentre il secondo, di cui fanno parte parassiti principalmente degli insetti, ma anche dei ragni, è molto più vasto e comprende più di 250 specie distribuite soprattutto nelle regioni tropicali e in Asia. In Europa occidentale sono state rinvenute solo una ventina di specie fra quelle menzionate nella letteratura micologica. Tra queste categorie si trovano delle "razze" di Cordyceps molto vicine al ruolo utilizzato nella serie, altre addirittura con scopi benefici ricercatissime nelle zone Nepalesi e nella medicina orientale.
C'è, per esempio, una varietà che cresce specificamente sui bruchi delle falene. Il comportamento di questo fungo, così come quello di tutti i parassiti, è molto inquietante in quanto le spore di questo Cordyceps spingono gli insetti a comportamenti irregolari (come si è letto sul discorso delle formiche), assumendo il controllo del loro cervello e delle loro funzioni motorie e trasformandoli in esseri che con un po' di fantasia potremmo chiamare insetti zombie. Le spore di Cordyceps si depositano sull'insetto per poi germogliare e formare le ife che, durante l'inverno, continueranno a crescere all'interno dell'ospite. Le ife cresciute si trasformano in micelio che diffonde e continua la sua crescita consumando l'insetto dall'interno, arrivando ad occuparne tutto il corpo. Trascorso l'inverno, una volta instaurate le condizioni ambientali ottimali, un fungo, a forma di lama o bastoncello, verrà prodotto dalla testa dell'insetto, e questa protuberanza si chiama corpo fruttifero determinando inoltre la morte dell'insetto e l'inizio di un nuovo ciclo vitale per il fungo, con il rilascio di nuove spore. Nonostante questa fase è molto simile a quella della propagazione del virus in The Last of Us, la notizia positiva è che questo fungo per noi umani è assolutamente innocuo, anzi i benefici che apporta sono molteplici.
I componenti presenti nel Cordyceps apportano benefici a tutto il corpo umano. Innanzitutto questo fungo è in grado di stimolare e modulare la risposta immunitaria, aumentando le naturali difese dell'organismo nei periodi di forte stress. Ha poi delle proprietà antifiammatorie e antiossidanti che aiutano a combattere stati infiammatori cronici e a rallentare i processi di invecchiamento, motivo per cui questo rimedio è chiamato anche "fungo della giovinezza". Inoltre, l'azione adattogena e tonica può essere sfruttata per aumentare la resistenza fisica, migliorare le prestazioni sportive e sessuali, proprio per questo motivo il Cordyceps è noto anche come "viagra himalayano": sembra che la sua assunzione sia in grado di regolare la produzione ormonale agendo sull'apparato riproduttivo. Altre caratteristiche di questo particolare fungo da ricordare è l'azione antiossidante, in grado di ridurre i livelli di colesterolo LDL o colesterolo "cattivo", diminuirne la pressione e agire come vasorilassante con benefici sull'apparato cardiovascolare.
Oltre al cuore e al sistema cardiovascolare, il Cordyceps apporta poi benefici anche a fegato e reni, proteggendo le cellule epatiche da sostanze tossiche e migliorando la funzionalità renale. Infine in ultimo il fungo killer di The Last of Us nella vita di tutti i giorni riesce a sentitizzare un'attività antitumorale. Promettenti studi di laboratorio hanno dimostrato che il Cordyceps possiede un'attività antitumorale in diversi tipi di neoplasia, tra cui linfoma, melanoma, tumore della prostata, del seno, del fegato e del colon-retto. Alcuni esperimenti hanno identificato che la dose terapeutica di Cordyceps per osservare degli effetti è pari a 6.0 grammi al giorno, difatti uno studio successivo, condotto su 50 pazienti affetti da tumore al polmone, ha dimostrato che l'assunzione di 6.0 grammi di Cordyceps al giorno per due mesi, associato ovviamente alla chemioterapia (non stiamo parlando di terapia sostitutiva), ha dimostrato una riduzione delle dimensioni del tumore nel 46% dei casi.
The Last of Us, tra paura e speranza: la serie vista da chi non conosce il videogioco
L'apocalisse zombie da Cordyceps è reale?
Nonostante tutte le informazioni che vengono raccontate all'interno di The Last of Us risultino reali, la pandemia da Cordyceps non è nulla di scientificamente provato, né tantomeno ovviamente la trasformazione degli umani in zombie (è giusto sottolinearlo). Tuttavia la fantasia degli sviluppatori del videogioco, insieme agli sceneggiatori della serie, hanno donato allo spettatore uno spaccato di un mondo apocalittico basato comunque su fatti scientifici molto concreti, come la proliferazione dello stesso Cordyceps, la possibile mutazione a causa di un cambiamento climatico e il "potere" di controllare la mente del fungo. Quando la scienza si incontra con il mondo del cinema in questo modo non possono che uscire dei prodotti sensazionali come The Last of Us.