Emozione, fantasia, libertà creativa. Questi gli ingredienti base del film d'animazione Netflix disponibile dal 23 Ottobre e che cercheremo di raccontarvi nella nostra recensione di Over the Moon - Il fantastico mondo di Lunaria. Questi i colori primari di un lavoro che trasuda la passione e la voglia di esprimere il mondo senza vincoli e confini proprio della fantasia di un maestro dell'animazione come Glen Keane, un nome noto agli appassionati per esser stato tra gli artisti storici di casa Disney, tra gli autori di tanti classici dagli anni '70 in avanti. Un acquisto importante per Netflix, che si candida a rivestire un ruolo sempre più importante nel settore.
Sognando la Luna
Tutti i bambini cinesi crescono con la storia di Chang'e, che si dice viva sulla Luna ed è al centro di una delle feste nazionali del paese orientale, il festival di metà autunno. Questa leggenda cinese è lo spunto da cui sono partiti anche le produttrice Peilin Chou e Janet Yang nel commissionare lo script per Over the Moon - Il fantastico mondo di Lunaria a Audrey Wells per raccontare la storia di una bambina di nome Fei Fei che è intenzionata ad andare sulla Luna per dimostrare che la leggendaria dea esiste e lì abita. Con determinazione e passione per la scienza, la piccola Fei Fei riesce a costruire una navicella spaziale e volare alla volta del nostro satellite, dove si trova coinvolta in una ricerca inaspettata e scopre l'esistenza di un luogo bizzarro e popolato da creature fantastiche.
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Superare i confini
Over the Moon parte quindi da un mito e dal contesto cinese, ma riesce a superarne i confini raccontando qualcosa di universale. Fei Fei e il suo villaggio hanno infatti un sapore concreto e autentico da Cina rurale, che emergono nel character design della forte e determinata protagonista e delle figure che la circondano, compreso e soprattutto l'adorabile coniglietto che l'accompagna e le fa da contrappunto, ma anche nella cura delle scenografie e nei dettagli della cittadina da cui parte la storia. Al contrario il mondo di Lunaria è un tripudio di colori che è un inno all'immaginazione e la creatività, capace di superare i confini e comunicare a livello universale.
La magia di Lunaria
Un aspetto fondamentale per una realtà come Netflix, che si prefigge lo scopo di raggiungere tutto il pubblico, di tutti i mercati, con uguale forza e completezza e che conferma quanto fatto lo scorso anno con Klaus - I segreti del Natale. Over the Moon ottiene questo scopo grazie all'esperienza nel campo dell'animazione del suo regista Glen Keane, che attinge a situazioni e suggestioni consolidate della tradizione animata per mettere in piedi qualcosa di proprio e originale: se le singole trovate possono evocare una sensazione di già visto, ed è uno dei pochi difetti che ci sentiamo di evidenziare nel nuovo film animato Netflix, l'equilibrio complessivo tra i diversi ingredienti comunica una propria personale poetica.
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La ricetta perfetta
Avvalendosi di canzoni nella miglior tradizione disneyana, con immaginazione senza freni e una protagonista femminile caparbia e moderna, Glen Keane opera da sapiente chef e ci serve un piatto prelibato che usa sapori e aromi rassicuranti per portarci nel suo mondo di fantasia e suscitare sensazioni profonde e toccanti. Emozioni che vanno anche al di là dello schermo, pensando alla struggente storia personale della sceneggiatrice Audrey Wells di cui vi avevamo parlato nella nostra anteprima di Over the Moon, e toccano corde che sanno essere ugualmente universali grazie al suo racconto di redenzione e crescita con cui tutti possiamo empatizzare.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Over the Moon - Il fantastico mondo di Lunaria consapevoli di aver visto uno dei film più belli ed emozionanti del 2020, un nuovo successo animato di casa Netflix che già aveva stupito lo scorso anno con Klaus. La firma di un veterano come Glen Keane è evidente e consolida la posizione della piattaforma streaming in un settore che sta regalando molte gioie agli appassionati.
Perché ci piace
- Una storia emozionante che colpisce nel segno.
- Tutto l’impianto visivo, dalla rappresentazione della cittadina cinese all’esplosione di colori del mondo di Lunaria.
- Le canzoni e l’integrazione delle stesse nel flusso narrativo del film.
- Un tripudio di colori, situazioni, trovate che trovano un loro equilibrio e una propria identità…
Cosa non va
- … ma che singolarmente richiamano alla mente lavori di altri studi, suscitando a tratti una sensazione di già visto.