La riunione familiare dei MacKenzie è in pieno corso e la nostra Claire è decisa ad approfittarne per mettere in atto il suo piano di fuga, prima che la sospettosa e intelligente Geillis Duncan riesca mettere insieme i pezzi del puzzle. Il piano è studiato nei minimi dettagli, Claire distrarrà le sue "guardie del corpo" Rupert e Angus e tenterà di lasciare il castello durante la cerimonia dei voti espressi a Colum, il Laird del clan.
Ma la sfortuna (o il subconscio?) ci mette di nuovo lo zampino, e prima di avere il tempo di rassegnarsi per l'occasione perduta, Claire deve mettere le suo doti di primo intervento medico al servizio dei MacKenzie impegnati in una feroce caccia al cinghiale che le darà modo di conquistare la fiducia di Dougal, dopo aver già ottenuto l'approvazione di Colum. E forse di procacciarsi una nuova, e più promettente, via di fuga.
Fuga di mezzanotte
Decisa a lasciare Castle Leoch, Claire ha preparato con cura maniacale il suo piano di fuga , esplorando l'area che circonda il castello e seminando segnali che l'aiuteranno ad allontanarsi non vista dalle guardie dei MacKenzie. Il clima e l'alto tasso etilico dell'affollata riunione familiare del clan (tra gli invitati ci sono anche lo showrunner Ronald D. Moore e l'autrice dei romanzi da cui Outlander è tratto, Diana Gabaldon) e in particolare il momento delicato della presentazione dei voti a Colum sembra fornire l'occasione perfetta per sparire dalla vista dei suoi carcerieri/ ospiti.
Quando il momento arriva, però, ad allentare la tensione - elemento che, in questi primi quattro episodi di Outlander, ha sempre lasciato un po' a desiderare - c'è la solita voce off che ci descrive inutilmente ogni svincolo e minuzia del piano, e un incidente di percorso coreografato in maniera pedestre con Claire che cade in mano a un manipolo di ubriachi per essere salvata da un Dougal non meno sbronzo, che poi pensa bene di metterle le mani addosso a sua volta. Ma naturalmente il vero colpevole del naufragio del piano è Jamie, in "agguato" nelle stalle.
Durante una conversazione surreale, Jamie convince Claire che la fuga non era poi un'idea così brillante, e, nel riportarla in salvo nel castello, tanto per cambiare prende qualche mazzata. Ma quello sarebbe nulla, perché veniamo a sapere che Jamie non può farsi vedere durante la riunione perché altrimenti ci si aspetterà che faccia anche lui il giuramento a Colum, ma se lo farà sarà il sobrio Dougal a volere la sua pelle, perché il voto al Laird dei McKenzie lo farebbe di fatto entrare nell'asse di successione - dove Dougal, erede di un fratello maggiore che non scoppia esattamente di salute, non lo vuole assolutamente.
Mentre Claire e l'innamoratissima Laoghaire tremano dal terrore, Jamie riesce a cavarsela promettendo a Colum fedeltà solo finché è ospite dei McKenzie - e la sensazione è che ci si aspetti dagli spettatori una certa ammirazione per questa geniale pensata. Ma tutta la costruzione della sequenza è farragginosa e inconcludente, al punto che persino l'ottimo lavoro fatto sui personaggi negli episodi precedenti sembra scricchiolare; in particolare, sarebbe forse ora di parlare apertamente dei trascorsi burrascosi di Jamie, della sua famiglia e della natura del suo legame con gli zii Colum e Dougal.
Caccia al cinghiale
Per fortuna, The Gathering ha un secondo atto di un altro livello: dopo la notte dei voti e dei bagordi, i MacKenzie partono per una battuta di caccia a un mostruoso cinghiale assassino, con cui Claire, chiamata a seguire i cacciatori per offrire interventi di pronto soccorso, ha un terrificante incontro ravvicinato. La salva, ancora una volta, Dougal, che riesce ben presto a farsi perdonare le rudi avance della notte precedente, anche perché poco dopo è protagonista, insieme a Claire, della scena più bella dello show fino ad ora. Un uomo del seguito di Dougal, Geordie, viene ferito gravemente dal cinghiale, e Claire fa capire a Dougal che non c'è nulla da fare per lui. Dougal scioglie le bende di fortuna con cui la donna ha cercato di fermare l'emorragia, perché il giovane si spenga rapidamente ma dolcemente tra le sue braccia; e Claire, sul cui viso si leggono gli orrori cui ha assistito, le innumerevoli vite che si è vista scivolare tra le mani, ha le parole giuste per accompagnarlo nel suo viaggio.
Il morto è un personaggio che non conoscevamo e verso il quale non avevamo alcun trasporto emotivo, eppure questa scena ci scuote grazie alla potenza del duetto tra Caitriona Balfe e Graham McTavish, fatto di sguardi e di cuore.
Affranto, Dougal pensa bene di sfogarsi, come un po' tutti nelle Highlands del XVIII secolo, picchiando Jamie, che è impegnato in un violento incontro di hockey (o meglio, shinty) e che per la prima volta sembra avere la meglio in uno scontro, incurante della sofferenza dello zio. Una sequenza concitata e divertente che funziona sorprendentemente bene come follow-up alla drammatica scena di morte, me che funge anche da preludio al nuovo sodalizio tra Claire e Dougal, che decide di portarla con sé in una spedizione presso le terre dei Mackenzie per riscuotere affitti e affini; e alla missione partecipa anche il bel Jamie, che ha evidentemente recuperato, a colpi di mazza da hockey (erm, shinty), la fiducia e la stima di del fumantino Dougal.
Conclusioni
Un episodio che parte con passo sicuro, si perde nella parte centrale allentando pericolosamente la tensione, ma si chiude con un ultimo atto che regala finalmente emozioni e che è caratterizzato da un formidabile scambio tra Caitriona Balfe e Graham McTavish. Vederli partire da Castle Leoch con Sam Heughan al seguito per cavalcare verso nuove avventure, lasciandosi dietro una confusione che non aiutava la vitalità narrativa dello show, è ben augurante.
Movieplayer.it
3.0/5