Ogni anno, da ottanta anni a questa parte, Hollywood celebra sé stessa e la sua aristocrazia in una notte di applausi, sorrisi, lusso e lacrime. Ogni anno il mondo rivolge lo sguardo verso la città dei sogni, per il momento più ricco di glamour della stagione cinematografica e non. Ma gli Academy Awards non sono soltanto una festa, sono anche un riconoscimento significativo soprattutto per chi lavora tutto l'anno lontano dai riflettori e un momento di bilancio di grande importanza per gli studios. Per gli appassionati, invece, si tratta di un'occasione per discutere i film e le performance particolarmente amate durante la stagione, e per sostenere i propri artisti preferiti in una competizione che, per quanto denigrata e ridicolizzata da parte dei media USA e internazionali, e per quanto snobbata dalla porzione più anticonformista dello star system, è di cruciale importanza per il cinema stelle e strisce.
Come ogni anni, con Cinema Zone seguiremo l'avanzare della Oscar race nei suoi passaggi fondamentali, analizzandone via via gli aspetti più interessanti. Iniziamo con un certo anticipo, tre mesi prima del fatidico 24 febbraio 2008, a dare un'occhiata ad una situazione destinata inevitabilmente ad evolversi già nelle prossime settimane, con i primi premi stagionali e l'uscita tardiva di alcuni tra i film più attesi.
Già ora, ci sono alcuni titoli che, almeno a voler dar retta al buzz, saranno difficili da ignorare per l'Academy of Motion Picture Arts and Science: innanzitutto Espiazione, film inglese tratto da uno dei romanzi più celebrati degli ultimi decenni, di cui si parla come di uno dei film dell'anno sin dal passaggio veneziano. Il giovane regista Joe Wright piace all'Academy, e ancor più piace Keira Knightley, già nominata all'Oscar come migliore attrice per Orgoglio e pregiudizio, dello stesso Wright; ma in questo caso quella della English Rose non è l'unica interpretazione applaudita della pellicola, perché accanto a lei figurano uno straordinario James McAvoy e un tris di attrici - nel ruolo della stessa persona, Briony Tallis, l'autentica protagonista della storia in diversi momenti della sua vita - Saoirse Ronan, Romola Garai e Vanessa Redgrave - tutte bravissime. Oltre a puntare all'Oscar per il miglior film, dunque, questo raffinato period piece appare ben piazzato anche per la sceneggiatura non originale, in numerose categorie tecniche (fotografia, scenografia, costumi, colonna sonora) e in ben tre categorie attoriali, con la possibilità di ottenere più di una nomination in quella per l'attrice non protagonista. Potrebbe arrivare, insomma, per il film tratto dal bellissimo romanzo omonimo di Ian McEwan, una pioggia di nomination che la Focus Features è pronta a capitalizzare con un'uscita limitata nel mese di dicembre destinata ad ampliarsi nelle settimane più calde della stagione degli awards. A quel punto, il responso del pubblico USA giocherà il suo ruolo nel siglare il destino di un film che, pur non essendo americano, sembra già mettere d'accordo tutti.
Il pubblico sta dando la sua benedizione, proprio in queste settimane, ad American Gangster di Ridley Scott, solido e duro thriller con due eroi già celebrati dall'AMPAS: Denzel Washington e Russell Crowe. Meno quotato artisticamente rispetto agli altri titoli attesi nella seconda metà del 2007, il film di Scott ha già incassato cifre che ricordano il progresso di The Departed - Il bene e il male, vincitore dell'Oscar per il miglio film nel febbraio 2007, e questo l'ha immediatamente proiettato tra i papabili per una nomination al miglior film.
Sempre in questi giorni, è arrivato nelle sale USA in uscita limitata e con risultati che non passano inosservati (una media sale di oltre 20.000 dollari) No Country for Old Men, il nuovo film dei fratelli terribili dell'indie USA, Joel Coen e Ethan Coen. Il film ha fatto parlare di sé per mesi dopo il brillante passaggio all'ultimo festival di Cannes; è un adattamento di un romanzo di un scrittore molto amato come Cormac McCarthy, ed è forte di interpretazioni incisive, personali e ricche di colore come quelle di Javier Bardem e di Tommy Lee Jones. Per i due Coen, già vincitori dell'Oscar per la sceneggiatura di Fargo, potrebbe essere la volta buona per entrare anche nella storia della categoria più importante degli Academy Awards. Benché infarcito dall'irresistibile ironia che ha fatto parte dello stile Coen sin dagli esordi, il film è violento e dark, e questo potrebbe danneggiare le sue chance se non avessimo ancora dinanzi agli occhi il recente successo di The Departed, che non lesinava certo sangue e cinismo.
Accanto a No Country for Old Men, l'altro film meglio recensito dell'anno è firmato da un attore/ regista, Sean Penn, che ha voluto raccontare la storia di un americano diverso, il giovane Christopher McCandless, e della sua avventura nelle terre selvagge. Questo Into the Wild, che ha entusiasmato e commosso pubblico e critica lo scorso ottobre alla Festa del Cinema di Roma, è il film per cui la seconda edizione della kermesse romana sarà ricordata molto più del tanto atteso Un'altra giovinezza di Francis Ford Coppola. Poetico e struggente, emozionante ma rigoroso, il lavoro di Penn non è esattamente il genere di pellicola che normalmente conquisti il palato generalista dell'AMPAS, ma se dovesse conquistarlo, ci sarà molto da celebrare in questo film, dal protagonista Emile Hirsch, chiamato a una prova fisicamente estenuante, al meraviglioso cast di supporto (in primis la solita, irresistibile Catherine Keener, ma soprattutto un immenso Hal Holbrook), dalla regia alle canzoni originali scritte e interpretate da Eddie Vedder.
Uno spirito più tradizionalista, e quindi più AMPAS-friendly, è quello di Michael Clayton di Tony Gilroy, solido legal thriller di denuncia con ottimi interpreti quali Tom Wilkinson, Tilda Swinton e il già premio Oscar George Clooney, il quale potrebbe aspirare a una nomination coma migliore attore anche se il film dovesse mancare la cinquina dei candidati a Miglior film.
A questi film particolarmente quotati dobbiamo aggiungere un trio di film che per il momento non sono che promesse, in quanto non ancora giunti nelle sale: There Will Be Blood, il nuovo, atteso film dell'ex golden boy Paul Thomas Anderson tratto da un romanzo di Upton Sinclair che vanta quella che potrebbe essere l'ennesima straordinaria performance di Daniel Day-Lewis; Charlie Wilson's War, dramma politico di Mike Nichols con Tom Hanks e Julia Roberts, e ancora The Kite Runner, tratto dal recente bestseller di Khaled Hosseini Il cacciatore di aquiloni, firmato da Marc Forster (Neverland - Un sogno per la vita), che ha un potenziale emotivo notevole e che potrebbe colpire al cuore l'Academy.
Nell'orbita dei possibili candidati alla statuetta più preziosa del 2008 ci sono altri titoli che al momento non appaiono in prima fila per le ragioni più varie (insufficiente sostegno degli studios, plauso della critica non unanime, caratteristiche anti-Academy, etc.) Tra di essi figura indubbiamente Eastern Promises di David Cronenberg, che, avendo diviso più del precedente lavoro del regista canadese, A History of Violence, non sembra essere destinato a brillare particolarmente durante la stagione degli awards, anche se i suoi protagonisti (Viggo Mortensen, Naomi Watts, Vincent Cassel) potrebbero strappare quelche menzione. Non troppo dissimile la situazione di Io non sono qui di Todd Haynes, che ha estasiato la critica ma appare forse troppo sofisticato e complesso per i gusti dell'AMPAS (ma ha già portato Cate Blanchett a un passo dalla nomination come migliore attrice non protagonista). E poi ancora il buon western Quel treno per Yuma, l'atipico serial-killer movie di David Fincher Zodiac, il nuovo, ottimo Lumet Before the Devil Knows You're Dead, l'attesissimo Sweeney Todd di Tim Burton, il delizioso Juno, premiato poche settimane fa alla Festa di Roma, e la sopresa dell'anno, Once, un piccolo film irlandese che racconta un amore in musica.
Non mancano i contendenti, dunque, per una gara che si aprirà ufficialmente il 5 dicembre con l'annuncio della National Board of Review, la prima associazione che abbia il suo peso nella Oscar race a rivelare le proprio preferenze sul cinema del 2007. Come ogni anno, da ottanta anni a questa parte, ci sarà da divertirsi.