Quando si arriva a febbraio da queste parti sappiamo cosa aspettarci: vuol dire che è tempo di sondaggi, previsioni e scommesse; è tempo di pareri superficiali e giudizi sommari su film che non abbiamo nemmeno visto; è tempo di dare dei sopravvalutati ad attori e film e di lamentarsi per la mancanza di chi "avrebbe meritato molto di più". In poche parole è tempo di Oscar, e per quanto un po' tutti disprezzino gli Academy Awards bollandoli come un'americanata inutile, si tratta di un evento che per una notte (e anche molto di più) monopolizza l'attenzione del mondo intero.
Oscar 2020: le previsioni sui vincitori
Chi fa il nostro mestiere non può permettersi di fare lo snob, perché la notte degli Oscar è in assoluto il momento cinematografico più importante dell'anno; i numeri parlano non chiaro, ma chiarissimo. Ma a prescindere da questo, come può un appassionato di cinema, quanto meno di cinema USA, far finta di nulla e girarsi dall'altra parte quando si tratta di celebrare e premiare l'eccellenza? Ovvio che saranno sempre e comunque più le incazzature che le gioie ed è altrettanto ovvio che, come per ogni premio o manifestazione che si rispetti, non ci sarà mai un verdetto che metta tutti d'accordo. D'altronde non si mettono d'accordo gli 8.000 e rotti votanti dell'Academy, figuriamoci noi 7 miliardi di semplici spettatori.
Oscar 2020: le preferenze di Movieplayer.it, vince Parasite
Eppure snobbare i prossimi Oscar 2020 vuol dire perdersi tutta la magia e il divertimento di un periodo in cui sì, tutti si sentono esperti e tutti pontificano magari senza una reale consapevolezza, ma in cui tutti per un breve periodo si interessano al cinema, quello che per noi cinefili è la più grande passione non solo in questo periodo ma tutto l'anno. E, nonostante il fastidio che può generare la somministrazione quotidiana di strafalcioni e inesattezze, noi siamo felici che se ne parli sempre e comunque, ma al tempo stesso abbiamo pensato che una breve guida agli errori da non commettere quando si parla di Academy Awards potesse avere una sua utilità. Ma, badate bene, sono errori che facciamo tutti, noi in primis; difficilmente potranno essere corretti da un momento all'altro, ma questo non significa che non si possa discuterne e ammettere i propri sbagli.
Oscar 2020 in onda in chiaro su TV8: ecco i dettagli
1. Diciamo che l'Oscar non vale nulla. O comunque vale meno di...
Il primo e più comune errore che facciamo tutti è chiudere (se non addirittura aprire) ogni conversazione sugli Oscar ammettendo che "tanto lo sappiamo tutti, vincere un Oscar non significa nulla".
Quando diciamo questo in realtà vogliamo dire che vincere un premio non fa necessariamente di un'opera una grande opera e questo vale ovviamente in qualsiasi campo artistico.
Sugli Oscar però c'è una tendenza a sottolineare più spesso la cosa, perché per ogni grande film premiato dall'Academy ci sono almeno 10 pellicole più belle e più importanti che invece sono state ignorate.
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Ma davvero questo vale solo per gli Oscar? Non si potrebbe dire lo stesso per premi musicali, letterari o anche per il blasonato Nobel? Se guardiamo la lista dei vincitori degli ultimi 90 anni è vero che ci sono scelte discutibili, ma è ancora più vero che non mancano film che davvero hanno fatto la storia passata e recente della settima arte, e questo rappresenta comunque un patrimonio inestimabile per chiunque si voglia avvicinare per la prima volta al mondo del cinema. Provate davvero a scorrere l'elenco dei migliori film e diteci sinceramente che una qualsiasi persona "vergine" non ne uscirebbe comunque arricchita e con una più che discreta infarinatura di quella che è stata l'arte cinematografica degli ultimi nove decenni.
Un'altra obiezione tipica è quella di anteporre altri premi agli Oscar. I Golden Globe (premi assegnati da 90 votanti scarsi... really?) o le controparti europee (EFA, César, David...) o i premi della critica (Critics Film Choice o i circoli delle principali città USA), ma perché forse non ci sono le stesse problematiche? Le stesse polemiche e le stesse discusse ma inevitabili decisioni a favore di un film e a discapito di tanti altri? In più si tende a confrontare sempre più spesso l'Oscar con i premi dei festival (Cannes, Venezia, etc etc...), quando dovrebbe essere evidente ai più che parliamo di cose completamente diverse e che, comunque, anche i premi dei festival non sono certo privi di problemi o scelte e regole (molto) discutibili.
Che valore ha quindi un premio Oscar? Esattamente quello che noi gli vogliamo assegnare, ma non ci sono dubbi che al mondo non esista un riconoscimento cinematografico più prestigioso e, proprio per questo, più desiderato da qualsiasi regista e attore al mondo. Non diciamo quindi che non vale nulla perché così facendo finiamo con lo sminuire le persone che lavorano ogni giorno ai film che guardiamo e amiamo. E così anche la nostra stessa passione.
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2. Parliamo dell'Academy come fosse un'identità unica e ben definita
Per comodità lo facciamo tutti: l'Academy ha premiato Tizio e non Caio e ovviamente questo sottintende che "i membri dell'Academy hanno votato e la maggioranza di questi voti ha decretato Sempronio come vincitore". Fino a qui nulla di male. Il problema nasce quando si fanno ragionamenti più complessi del tipo "l'Academy non può ignorare questo film, vedrai che gli daranno almeno un premio", perché capite bene che se si pensa sempre alla votazione di cui sopra on ha molto senso pensare ad una divisione equa e ragionata dei premi. Questo semmai è quello che avviene nelle giurie dei festival, dove però i giurati non arrivano nemmeno ad essere una decina e soprattutto c'è un Presidente che guida le decisioni e fa in modo di trovare il "giusto" equilibrio.
Ma negli Oscar non esiste nulla del genere: ogni membro dell'Academy si limita a fare le proprie scelte ed inviarle in maniera anonima e qualsiasi tipo di calcolo perde di senso proprio per il gran numero di votanti. Quindi, a meno che non siate fanatici delle teorie cospiratorie, sarebbe davvero il caso di evitare certi ragionamenti che, per quanto possano venire spontanei, di certo non possono e non potranno mai corrispondere a realtà perché ogni votante fa dei ragionamenti che sono suoi e suoi soltanto. Il fatto poi che ci siano esperti di Oscar in grado di riconoscere e in qualche modo anticipare i gusti dell'Academy è tutt'altro discorso, anche se sappiamo tutti che quelle che chiamiamo "sorprese", ma che in realtà sono solo previsione errate, non mancano mai. Questo anche perché l'Academy, quell'entità solo in apparenza statica, si aggiorna di anno in anno aggiungendo nuovi membri.
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3. Crediamo ai complotti e a qualsiasi cavolata leggiamo in giro
Non dovremmo nemmeno stupirci, d'altronde viviamo nell'epoca delle fake news. Eppure quando vediamo gente condividere certe stupidaggini con invidiabile sicumera, il sangue un po' ci ribolle. A detta del web e dei social, quest'anno l'Academy si sarebbe già tradita in un paio di occasioni e si sarebbe lasciata scappare i vincitori molto tempo prima. Tralasciamo il fatto che tutto questo sia avvenuto ben prima della chiusura delle votazioni, ma tanto, lo sappiamo, ai complottisti questo non interessa.
Il primo scandalo riguarderebbe l'Oscar al miglior film straniero che, secondo alcuni, non andrebbe a Parasite (come da pronostici o da logica vista l'enorme popolarità del film negli USA e tra i membri dell'Academy) ma al pur ottimo Dolor y Gloria di Pedro Almodovar. Perché questo? Semplicemente perché qualche giorno fa il regista spagnolo si è lasciato sfuggire che a consegnare l'Oscar per il miglior film straniero sarà la sua attrice e musa Penelope Cruz. Una notizia che sarebbe dovuta rimanere riservata visto che l'Academy non vuole che vengano comunicati prima i presentatori, ma in molti hanno subito gridato allo scandalo perché se è stata chiamata la Cruz a premiare è solo perché il premio è già stato assegnato "a tavolino" ad Almodovar. Basterebbe andarsi a guardare un po' di presentatori/premi degli anni passati per vedere che questi potenziali accoppiamenti esistono da sempre e che, quasi sempre, non portano il risultato desiderato/sperato.
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L'altro "scandalo" invece è dovuto ad una mezza gaffe dell'Academy, dovuta ad un errore del (a questo punto ex) social media manager su Twitter. Invitando gli utenti a votare e inviare le loro preferenze, è stato postata per errore un'immagine contenente le preferenze di un singolo utente ma che in molti hanno scambiato come i risultati finali. In tantissimi hanno gridato al complotto e sono pronti a scommettere che i vincitori saranno proprio questi. Lasciamo poi perdere che le scelte sembrano anche relativamente sensate e probabili, ma da qui a essere così ingenui ce ne passa. O no?
4. Mettiamo in mezzo film che hanno reali speranze
D'altronde comprendere come funzionano le votazioni degli Oscar e da chi è composta l'Academy è assolutamente fondamentale per capire davvero gli Oscar e riuscire ad immaginare quelle che saranno sia le nomination che i probabili vincitori. Perché, ribadiamolo, gli Oscar non hanno alcuna pretesa di decidere per il mondo intero quali siano i migliori film dell'anno, ma si limitano a dire quelli che lo sono per loro. Per l'industria di Hollywood. Si tratta di un concetto banale, certo, ma fondamentale e che spesso sfugge ai più.
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Cosa significa quindi quando parliamo di "film da Oscar"? Semplicemente che ci sono film che hanno determinate caratteristiche che possono piacere a gran parte dei membri dell'Academy: film biografici, interpretazioni che richiedono trasformazioni fisiche o cambi di accento, sceneggiature scritte in un certo modo etc etc... Non sono certo regole scritte, ma conseguenze di 90 anni di votazioni e relative analisi. E così come siamo tutti bravi a capire quali sono questi "film da Oscar", altrettanto dovremmo esserlo anche nel capire quando ci sono pellicole che non possono e non potranno mai arrivare in nomination. O, che se pure ci arrivano, hanno di fatto già vinto il loro personalissimo premio.
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Qualche esempio? Se parliamo di questi Oscar 2020 è evidente che, mai come quest'anno, un film splendido e amatissimo da tutti come Parasite possa far sperare tutti in un miracolo. Ma vincere come Miglior film vorrebbe dire fare la storia del cinema, perché mai un film non in lingua inglese ha vinto la categoria principale. Addirittura l'anno scorso lo splendido Roma di Alfonso Cuarón aveva avuto ben 10 nomination: a leggere i numeri sembrava essere il favorito, ma sappiamo tutti com'è andata. Ma la vittoria di Green Book è stato davvero uno scandalo? Certo mai come quest'anno c'è tanta incertezza e ci sono tanti film d'autore in gara fino all'ultimo ma come sempre ci sono anche mancanze importanti: ma d'altronde più ci sono film belli e più ci saranno esclusi eccellenti. Vogliamo davvero lamentarci della presenza di tanti ottimi film?
Ma in generale dire che un film avrebbe meritato di più non ha senso, semplicemente perché non tutti i film hanno le stesse chance. Non ha avuto senso prendersela, per esempio, tre anni fa per la mancanza di un Neruda, per esempio. Così come non ha mai avuto senso sperare che un Krzysztof Kieslowski per Film rosso potesse vincere la regia nel 1995 contro Forrest Gump; o David Lynch per Mulholland Drive contro A Beautiful Mind o Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello; o ancora La sottile linea rossa di Terrence Malick contro Shakespeare in Love. Inutile prendersela. Esattamente come sarebbe inutile prendersela del fatto che la Champions League la vincono sempre e solo le squadre plurimilionarie: il tifo e la passione vanno benissimo, ma bisogna anche saper rimanere ancorati alla realtà.
5. Pretendiamo che l'attualità non condizioni il voto
L'anno scorso cera la questione di Black Panther che, a detta di molti, sembra dovesse vincere per forza, ma anche di Netflix e il suo Roma. L'anno prima ancora c'era il movimento #MeToo e i tanti scandali e accuse a cui abbiamo assistito per mesi. Negli anni precedenti c'era #OscarSoWhite e Trump, e si potrebbe andare indietro all'infinito. Anche per questi Oscar 2020 le polemiche non sono mancate e hanno riguardato soprattutto la mancanza di donne nella categoria dedicata alla regia, nonostante l'ottimo film realizzato da Greta Gerwig con Piccole donne.
Oscar 2020: Greta Gerwig, Piccole donne e le assurde polemiche della mancata nomination alla regia
I cinefili sognano un'edizione priva di interferenze esterne, in cui i film vengano giudicati solo per quel che sono e basta. Ma è davvero possibile? I votanti dell'Academy, così come quelli di qualsiasi premio o manifestazione, sono esseri umani e come tali impossibilitati a non farsi condizionare, anche inconsciamente, da quello che accade nel mondo. A maggior ragione quando sono chiamati a giudicare opere di amici, conoscenti e rivali. Ovvio che il voto sia condizionato da mille aspetti, ma questo non vuol dire che le votazioni siano falsate, proprio perché l'Academy è composta da tanti membri, spesso provenienti da gruppi eterogenei.
Poi certo, ovvio che per i fan sia un dispiacere vedere escluso il loro beniamino per questioni slegate dal film. Ovvio che fa rabbia l'idea che chi vota si faccia i suoi calcoli e i propri interessi, ma d'altronde non facciamo tutti lo stesso quando siamo chiamati a votare e giudicare? Esiste davvero una votazione "popolare" che possa dirsi davvero neutrale? E poi, scusate, non siamo sempre tutti d'accordo col riconoscere che Hollywood è un luogo corrotto e spesso privo di morale? Davvero proprio quella notte degli Oscar ci aspettiamo che ritrovino un po' di buon senso?
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6. Non abbiamo fiducia nell'Academy
"Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio" recita un vecchio proverbio, ma in alcuni casi non sarebbe male lasciare quantomeno il beneficio del dubbio. E invece no, quando si parla di Oscar siamo sempre tutti pronti a pensare il peggio. Quante volte avrete sentito dire lo scorso anno "eh ma tanto faranno vincere Black Panther"?. Lo stesso è accaduto, sempre nella scorsa edizione, con tutta la (brutta) questione dei premi assegnati durante le interruzioni pubblicitarie. È vero che l'Academy non ha fatto una bella figura, ma va anche detto che dopo le tante proteste e polemiche c'è stato un dietrofront netto e deciso. Un ripensamento che, oggigiorno, non si vede tanto spesso ma che invece l'Academy aveva già compiuto poche mesi fa dopo l'annuncio della categoria Miglior film popolare: quindi diamo onore al merito e cominciamo a riporre un po' di fiducia in più in un'istituzione notoriamente vecchia e conservatrice che però, con gli anni, si sta modernizzando e aggiornando. Ripensiamo per esempio a come fino a pochi anni fa sembrava impossibile la vittoria di film di genere o film di registi stranieri o addirittura di film in lingua non inglese: Il signore degli anelli, La forma dell'acqua e anche le nomination degli stessi Joker o Parasite sono esempi molto significativi e impensabili fino ad un paio di decenni addietro.
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7. Facciamo inutili confronti con il passato
Ogni edizione degli Oscar fa storia a sé. Questa dovrebbe essere un'altra regola fondamentale per parlare di Academy Awards in maniera sana, perché ovviamente ogni anno a scontrarsi sono solo i film nei 12 mesi precedenti e basta. Ci sono anni più ricchi di capolavori e anni davvero poco significativi, e questo porta spesso a molte delle ingiustizie che fanno imbufalire i cinefili di tutto il mondo. Com'è possibile che Leonardo DiCaprio per esempio ci abbia messo tutto questo tempo a vincere un Oscar? O che il suo amico Martin Scorsese abbia dovuto aspettare così tanto per prendere in mano una statuetta? Alcune motivazioni vanno ricercate certamente in quanto detto nei punti precedenti, ma c'è anche da dire che la fortuna vuole la sua parte e ritrovarsi in annate "locked", ovvero con i giochi già chiusi in partenza da performance e risultati dati già per certi in autunno, è forse l'incubo peggiore per chi sogna di vincere una statuetta.
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Pensate a chi quest'anno deve scontrasi con il Joaquin Phoenix di Joker o con la Renee Zellweger di Judy per esempio: quanti degli attori nomianti quets'anno al Dolby Theatre avranno pensato "se solo non fossi nominato proprio quest'anno...". Per questo stesso motivo non ha alcun senso, ma proprio nessuno, fare il discorso opposto e dire, come si legge spessissimo in periodo di Oscar, "se questo film dovesse vincere tantissime statuette sarebbe un insulto per la storia del cinema". E perché mai? Tre anni fa abbiamo visto tanti indignarsi per le tante nomination a La La Land. Sappiamo poi com'è finita, ma anche ammesso che avesse vinto 12 statuette e avesse battuto il record assoluto di Titanic, Ben Hur o Il signore degli anelli - Il ritorno del re, questo non avrebbe certo voluto dire che La La Land sia meglio o più importante dei succitati film, anche perché di fatto non si è mai veramente "battuto" con loro.
Il giorno in cui l'Academy dovesse decidere di fare un'edizione speciale - una vera e propria Royal Rumble, portando in gara tutti i vincitori passati - a quel punto sì che ne vedremmo delle belle e allora sì che insulti e polemiche si sprecherebbero. Ma state pur certi che, proprio per questo motivo, non succederà mai e che rimarremo sempre e comunque noi a fare questi confronti implausibili e insensati. E continueremo a farli perché è più forte di noi, ma dobbiamo quanto meno registrare che non è colpa dell'Academy se esistono ingiustizie del genere, ma semplicemente è un qualcosa di intrinseco in ogni competizione: talento e bravura contano tanto, tantissimo, ma ci sono anche gli avversari.
In ogni caso, quest'anno abbiamo voluto metterci in gioco noi della redazione di Movieplayer.it e sceglie noi stessi i 30 migliori film Oscar di tutti i tempi.
I 30 migliori film Oscar di tutti i tempi per la redazione di Movieplayer
8. Ce la prendiamo troppo
Più in generale comunque, l'unica regola d'oro degli Oscar è sempre la stessa: prenderli per quello che sono. Un grande carrozzone alimentato dai media, "corrotto" dagli interessi, ma sempre e comunque una (auto)celebrazione che col tempo si è allargata ed è diventata ad uso e consumo di tutto e tutti. La cosa più sbagliata è prendersela troppo (e, fidatevi, ve lo dice chi a distanza di più 20 anni ancora non ha mandato giù la delusione, anzi, l'illusione di vedere Pulp Fiction trionfare su Forrest Gump), ma soprattutto prendersela con i film: "odiare" un La La Land per le 14 nomination o Titanic per le 11 statuette o comunque per il troppo amore riservato ad un film dall'Academy (qualcuno ha detto Shakespeare in Love?) non solo non serve a nulla, ma va contro il senso vero e proprio di queste celebrazioni e di questi eventi. E va soprattutto contro la nostra passione e la nostra capacità di goderci il cinema più di qualsiasi altra cosa. Oscar o non Oscar, quello che conta sono solo i film e il piacere e le emozioni che possono regalarci. Almeno su questo possiamo tutti essere d'accordo, vero?
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