Leggi tutte le nomination agli Oscar 2016
Tre disperate odissee per la sopravvivenza. Tre storie di strenua determinazione ambientate in una natura minacciosa e ostile: che si tratti delle cime innevate del Montana, di uno sconfinato deserto post-apocalittico o addirittura delle lande desolate del Pianeta Rosso. È questo il fil rouge che lega i tre film di maggior successo alle nomination agli Oscar per l'anno 2015: tre titoli che hanno raccolto una valanga di candidature a testa, ciascuno incentrato su un differente 'calvario', ciascuno con stili e registri molto peculiari.
Con un totale da capogiro di dodici nomination, l'Academy conferma il momento d'oro di Revenant - Redivivo: sull'onda del recentissimo (e in parte inaspettato) trionfo ai Golden Globe, il dramma diretto da Alejandro González Iñárritu si è aggiudicato infatti candidature in quasi tutte le categorie. Che Iñárritu, ad appena un anno di distanza dalla pioggia di Oscar per Birdman, possa davvero puntare a un bis a dir poco clamoroso, durante la "notte delle stelle" del 28 febbraio?
Continua la corsa di Mad Max, si interrompe quella di Ridley Scott
Lo strepitoso successo di Revenant è uno degli elementi di maggior spicco di queste nomination assai bizzarre, in cui l'Academy (e di questo siamo più che lieti) ha trovato posto per ricompensare perfino un'opera ben lontana dalle convenzioni del tipico "film da Oscar" come Mad Max: Fury Road. Con un totale di dieci nomination, e forte del vastissimo consenso riscosso fra critica e pubblico, questo suggestivo blockbuster d'autore si è imposto fra i protagonisti dell'attuale Awards Race, con il veterano George Miller in lizza per la miglior regia (e forse con qualche chance di portarsi addirittura a casa la statuetta). Un ottimo bottino, sette nomination, anche per un altro kolossal di fantascienza, Sopravvissuto - The Martian, reduce dalla vittoria come miglior commedia agli ultimi Golden Globe, ma con una significativa omissione: Ridley Scott escluso dalla cinquina per la miglior regia (pur essendo stato candidato in tutti i precursors). Considerato fra i più grandi cineasti viventi, Scott quest'anno sembrava un potenziale vincitore, ma evidentemente l'Academy ha prediletto le atmosfere cupe e i ritmi frenetici dello splendido film di Miller al connubio fra ironia e tensione di The Martian.
Film e registi: pollici in su per Room e La grande scommessa
Molto lodato negli USA, strettamente legato all'attualità della crisi economica e con un parterre di volti noti nel cast, La grande scommessa era stato la principale new entry di fine anno nella corsa agli Oscar, ma fino al mese scorso in pochi si sarebbero aspettati una tale popolarità per la black comedy diretta da Adam McKay. Con cinque nomination in totale, difficilmente La grande scommessa potrà considerarsi tra i favoriti per l'Oscar principale, ma la candidatura per la regia di McKay (per quanto senz'altro valida) appare un riconoscimento a dir poco eccessivo. Se comunque le nomination ai BAFTA e ai Directors Guild Award avevano già fatto prevedere il successo de La grande scommessa, a festeggiare il responso dell'Academy è anche il team del dramma Room, che si guadagna un posto nella categoria per il miglior film, ma soprattutto porta nella cinquina dei registi l'irlandese Leonard Abrahamson, che i membri del "settore dei registi" dell'Academy hanno preferito addirittura al maestro Ridley Scott. Sei nomination, più o meno come da programma, sia per Il ponte delle spie che per Il caso Spotlight, con quest'ultimo costretto però a rivaleggiare con un film che ha raccolto il doppio delle candidature (insomma, la posizione di Spotlight come frontrunner ormai è tutt'altro che assodata), mentre alla fine pure Brooklyn riesce a strappare un posto fra i candidati all'Oscar più prestigioso.
I pasticciacci brutti dell'Academy: le esclusioni di Carol e Inside Out
Davvero incomprensibili, in merito alla categoria principale, le due omissioni di maggior rilievo da parte dei giurati degli Oscar, con l'esclusione dei due film anglofoni (e non solo) in assoluto più amati dalla critica nel corso del 2015. Inside Out, meraviglioso caleidoscopio di invenzioni targato Pixar, deve accontentarsi della nomination come miglior film d'animazione, accompagnata da quella (sacrosanta) per la sceneggiatura originale: troppo poco per un capolavoro simile, penalizzato probabilmente dai pregiudizi nei confronti delle pellicole animate. E appare perfino più inspiegabile l'esclusione dell'altro capolavoro del 2015, Carol, il melodramma di Todd Haynes pluricandidato ai Golden Globe, ai Critics Choice Award e ai BAFTA, premiatissimo dalle varie associazioni dei critici, ma lasciato fuori sia dalla corsa come miglior film, sia dalla cinquina per la miglior regia.
Le guild, purtroppo, avevano già mostrato un certo snobismo nei confronti del film di Haynes, che agli Oscar raccoglie comunque un considerevole totale di sei nomination, ma questa doccia fredda su uno dei titoli più applauditi dell'anno può essere annoverato come uno degli errori più imbarazzanti commessi dall'Academy nell'ultimo decennio (e chissà se, sull'onda dell'OscarsSoWhite dell'anno scorso, a breve su Twitter non partirà anche l'hashtag OscarsSoStraight). Ma fra le varie omissioni, ce n'è una le cui proporzioni, a voler essere generosi, oltrepassano il ridicolo: la mancata nomination ad Aaron Sorkin per la spettacolare sceneggiatura di Steve Jobs. La Hollywood Foreign Press Association ci aveva reso felici attribuendo a Sorkin il Golden Globe (il secondo per il film, insieme a quello per Kate Winslet), mentre l'Academy ha ignorato in maniera ingiustificabile il miglior copione dell'anno. E sempre fra le sceneggiature, stavolta però quelle originali, risalta l'assenza di Quentin Tarantino, il cui script per The Hateful Eight (tre nomination, di cui una per il grande Ennio Morricone) è stato scalzato da quello di Straight Outta Compton.
Tutto da programma fra i protagonisti, in lizza anche Rampling e J-Law
Se le nomination per miglior film e miglior regia ci hanno riservato almeno un paio di (brutte) sorprese, tutto secondo copione, invece, per le cinquine dedicate ai migliori attori e alle migliore attrici protagonisti, che rispecchiano quasi alla perfezione i pronostici della vigilia. Bryan Cranston, Matt Damon, Michael Fassbender ed Eddie Redmayne saranno i compagni d'avventura della maratona che, fra poco più di un mese, porterà Leonardo DiCaprio a uno degli Oscar più scontati degli ultimi anni (e per il quale già si prospetta un'immancabile standing ovation), mentre fra le attrici, al duello fra Brie Larson e Saoirse Ronan assisteranno da semplici spettatrici Cate Blanchett, la 'solita' Jennifer Lawrence (la sua quarta nomination in sei edizioni: troppa grazia?) e la regale Charlotte Rampling, alla prima - meritatissima - nomination della sua carriera per la sua stupenda interpretazione in 45 anni. La candidatura per la Rampling era probabile ma non così sicura, e la sua inclusione fra le candidate è fra i pochi, veri motivi di gioia di questo Nominations Day.
Fra i supporter Stallone, Tom Hardy e la Danish Girl Alicia Vikander
Più incerte si prospettavano invece le categorie riservate agli attori supporter (o presunti tali, visti i notevoli casi di category fraud). Nel versante maschile, che vede Mark Rylance e Sylvester Stallone come capolisti, spunta pure Tom Hardy, nominato finora soltanto ai Critics Choice Award ma galvanizzato dal pazzesco successo di Revenant; inutile rilevare come per Hardy sia stata un'annata semplicemente fantastica, che lo ha visto al centro delle due pellicole più candidate in assoluto (ventidue nomination complessive fra Revenant e Mad Max: Fury Road). Fumata nera invece per il piccolo Jacob Tremblay, probabile 'sesto' in graduatoria, considerato anche il consenso superiore alle aspettative per Room. Fra le attrici supporter, invece, l'unica variabile non ancora certa riguardava per quale film sarebbe stata candidata Alicia Vikander: l'Academy ha scelto The Danish Girl, inserendo la giovane diva svedese fra le supporter anziché fra le protagoniste, dove se la vedrà in particolare con Rooney Mara (altro caso di scelta di categoria discutibile) e con Kate Winslet (che sul palco degli Oscar possa verificarsi sul serio una reunion di Titanic?). Nomination sfumata per la leggendaria Jane Fonda, con Youth - La giovinezza candidato però per il brano Simple Song #3.
Aspettando il 28 febbraio...
Come avrete capito, la nostra reazione su questo elenco di candidature non è stata priva di delusioni (il 'povero' Inside Out, fra l'altro, era appena stato incoronato a furor di popolo il film preferito della redazione di Movieplayer per il 2015, mentre Carol e Steve Jobs sono già in pole position per la classifica dell'anno prossimo), ma agli Oscar le delusioni fanno inesorabilmente parte del gioco. Andando oltre i giudizi personali, quella che abbiamo davanti si preannuncia come una delle Oscar Race più avvincenti e incerte di questi anni: con The Martian presumibilmente fuori dai giochi a causa dell'omissione di Ridley Scott, la partita per i due premi principali si consumerà quasi certamente fra Revenant, Mad Max: Fury Road, Il caso Spotlight e La grande scommessa, impegnato a riconquistare la propria posizione di frontrunner. I premi delle guild, a questo punto, potrebbero confermare il vento in poppa per la nave di Iñárritu oppure puntare verso altre direzioni... insomma, mai come quest'anno la partita è ancora tutta da giocare, e ovviamente torneremo a parlarne molto presto.