Presentato alla Festa del Cinema di Roma del 2017 ed ora disponibile in digitale, Romans è la vera storia di un abuso sessuale ai danni di colui che, all'epoca dei fatti, era solo un ragazzo. Un abuso da parte di un uomo di chiesa, come purtroppo accade ed è accaduto troppo spesso. Orlando Bloom, protagonista del film, lo ha presentato al pubblico, non senza domande "scomode", prevedibili visto il panorama attuale.
Pacato, educato e sorridente come ogni volta che si presenta alla stampa come ai fan, Orlando è uno di quegli attori estremamente versatili, capace di andare a fondo per carpire la psicologia del suo personaggio. Ed è anche un attore coraggioso, che non si sottrae nemmeno alle domande più insolenti o difficili, che guarda dritto in faccia i suoi interlocutori.
Un ruolo scomodo? No, necessario
Naturalmente non manca, sin da subito, chi sottolinea che quello di Malky potrebbe essere un ruolo scomodo per la sua carriera. "Non ho affatto pensato ad eventuali pericoli per la mia carriera. Ci sono storie che vanno raccontate", dice Orlando. "Quando all'inizio ho letto lo script, sono stato molto colpito dalla scrittura. Per un attore è così: sa subito, quasi istintivamente, se quella sceneggiatura fa per lui. Per me almeno funziona così".
Il film è stato tratto da una storia autobiografica, e il pensarlo durante la visione rende il tutto ancora più toccante. Un ruolo che un attore autentico cerca, uno a cui piace davvero mettersi in gioco e non navigare sempre in acqua tranquille. Ed è ciò che ha sottolineato Bloom: "Ho incontrato lo sceneggiatore Geoff Thompson e ho avuto occasione di parlare con lui. Il testo nasce da una esperienza personale di abuso sessuale, quindi ho capito che avrei potuto scegliere un personaggio che mi avrebbe dato respiro. È qualcosa che io cerco sempre".
Malky è un uomo adulto, ma da bambino ha subito degli abusi sessuali da parte di un prelato. Un predatore sessuale che si nasconde sotto le vesti di chi dovrebbe farti sentire al sicuro. "Sicuramente è stato un ruolo che ti fa mettere molto in gioco, in discussione. Intraprendere il viaggio che porta a termine il personaggio, immaginare tutto il tormento interiore, il suo dolore,", specifica l'attore. "Molte persone che hanno subito questa esperienza ne parlano anni dopo. Penso sia davvero impossibile andare avanti senza aver dato voce a ciò che si è vissuto. Voglio quindi dare voce a questo personaggio e far arrivare ad altri questo messaggio".
La protezione dell'infanzia è possibile?
I predatori sessuali si nascondono davvero tra le persone più impensabili. Educatori, parenti... purtroppo di storie come questa ne abbiamo dovute conoscere diverse. Come padre, Orlando Bloom cosa dice a suo figlio perché faccia attenzione? "Ho lavorato con l'Unicef per questa cosa negli ultimi dieci anni della mia vita. Credo che l'educazione sia fondamentale per capire, e anche per capire la portata dell'impatto che un abuso del genere ha sui bambini". È davvero possibile proteggere l'infanzia? Forse non lo sarà mai del tutto, ma di certo possiamo tutti fare qualcosa perché i bambini riescano a riconoscere i predatori prima di caderne vittime. "Della consapevolezza dobbiamo essere tutti responsabili. È incredibilmente difficile l'approccio di un bambino piccolo a un problema del genere. Tra me, la madre di mio figlio e lui c'è una comunicazione molto aperta. Penso che attraverso la parola puoi essere vigile e cogliere eventuali segnali". Quindi l'attore che un tempo fu l'elfo Legolas ha le idee molto chiare al riguardo: inutile tenere i bambini sotto la cosiddetta campana di vetro. "È una questione molto delicata e spero che questo film faccia aprire gli occhi. Puoi vedere il danno che è stato inflitto, ma bisogna prevenirlo. E pertanto tenere gli occhi aperti, la guardia alta".
Un orribile cerchio, storie che si ripetono
"Quello che mi ha molto colpito è stato il coraggio di Geoff di aprirsi in modo molto sincero per raccontare la sua verità e la sua esperienza", racconta Bloom ricordando la pre-lavorazione del film. "Credo che possa dare agli uomini la sensazione che esista un posto sicuro e che non si sentano soli nella loro esperienza. Credo che la solitudine sia un fattore molto importante in tutto questo, ti toglie la forza di parlare".
Orlando ha avuto modo di documentarsi, di avere un quadro della situazione generale di tutto questo. E purtroppo è vero ciò che molti psicologi sostengono da anni: la violenza genera violenza. Le vittime a volte possono diventare carnefici. "Geoff mi ha detto che molte volte le persone che commettono questi abusi ne sono state vittime loro stesse in passato. A volte è un cerchio che si ripete, una catena che non si chiude. Per questo ripeto che la guardia va mantenuta alta".
Il signore degli anelli: che fine hanno fatto i protagonisti?
Lo scandalo di Hollywood ha a che fare con il film?
Come era prevedibile, nemmeno a Orlando Bloom viene risparmiata la domanda su quanto sta accadendo a Hollywood. È stato chiesto a ciascun ospite, durante la Festa, figuriamoci al protagonista di una storia di vittime e predatori sessuali. "Non ho mai percepito di un abuso sessuale intorno a me, né ho un amico caro che ne abbia subiti", confessa Orlando, aggiungendo di essere forse fortunato. "Ma guardiamo le statistiche che mi sono state date durante il film. Una donna su due ha subito una qualche molestia sessuale, il che vuol dire che il problema esiste ed è di enormi proporzioni". Sempre mantenendo la calma, spiega la sua posizione sugli scandali a Hollywood: "Quando si parla di abuso di potere, si parla di un atto orribile, in qualunque forma avvenga. Credo che stia accadendo tutto questo perché la società non è più disposta ad accettarlo. C'è una nuova generazione che si fa strada e che si vuole far sentire, penso che sia giunta l'ora per farlo. Questo film non ha nulla a che fare con quanto accade, è stato girato molto tempo prima. Però esce nel momento adatto".